Recensione: Il giullare della regina
Il
giullare
della
regina
Due
parole
prima
di
iniziare
È successo di nuovo.
Mi sono trovata nuovamente in una situazione d'incertezza su come procedere nell'ordine cronologico delle recensioni.
Esattamente come spiegato quando ho postato la recensione del romanzo “Tre sorelle, tre regine” anche questa volta mi sono trovata con tre libri della Gregory che narrano di vicende quasi contemporanee tra loro, generando in me una certa confusione su come procedere.
Pertanto ho deciso di recensire nel seguente ordine: “Il giullare della regina”, “L'amante della regina vergine” e “L'ultima Tudor”.
Il motivo di questa disposizione è il seguente: il primo romanzo termina nell'anno 1558, il secondo nel 1560, il terzo nel 1570. Ho scelto di scrivere rispettando quest'ordine temporale nella speranza di rendere tutto il più chiaramente possibile.
Ma bando agli indugi e procediamo con la storia di oggi:
“Il giullare della regina”
di Philippa Gregory
Struttura
del
romanzo
“Il giullare della regina” è il secondo romanzo storico (in senso editoriale infatti è uscito in Italia nel 2003) realizzato dall'autrice britannica Philippa Gregory appartenente al ciclo sui Tudor.
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Copertina italiana del romanzo. Edizione Spearling & Kupfer |
Il titolo inglese è identico a quello italiano (la traduzione è a cura di Marina Deppish) ossia “The queen's fool”, il quale tecnicamente sarebbe: “Il buffone della regina”.
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Una delle copertine britanniche del romanzo |
Tuttavia dato che la figura del buffone di corte in Italia è identificata effettivamente con quella del giullare, va benissimo questo tipo di traduzione.
Prima di questo manoscritto, la Gregory aveva pubblicato soltanto il romanzo “L'altra donna del re” nel 2001.
Pertanto è proprio a questo libro che “Il giullare della regina” s'ispira profondamente per struttura e stile narrativo.
Se ricordate bene la mia recensione sul libro dedicato alle sorelle Bolena, avevamo visto la storia di Anna raccontata dal punto di vista di sua sorella Maria.
Quindi uno stile caratterizzato da un narratore interno alla storia o per meglio dire, un narratore non protagonista.
Qui la scrittrice ripropone lo stesso schema ma con una piccola variante. La storia verte sull'ascesa e la caduta della regina Maria I d'Inghilterra, passata alla storia con il soprannome di ‘Maria la sanguinaria'. Il libro ripercorre passo dopo passo i suoi quasi sei anni di regno.
Non potendo in alcun modo utilizzare un personaggio storico realmente esistito per descrivere in toto la figura di Maria dall'inizio alla fine, l'autrice ha pensato bene di ricorrere ad un personaggio storicamente verosimigliante, ma mai effettivamente esistito: Hannah Green.
Hannah è un'ebrea marrana fuggita dalla Spagna dell'Inquisizione che ha cercato rifugio nell'Inghilterra dei Tudor.
Per tutta una serie di circostanze casuali, questa si trova (sia pur in tempi diversi) ad avere a che fare con tutti e tre gli eredi Tudor: prima Edoardo ora re Edoardo VI, poi Maria che diverrà regina ed infine Elisabetta la vera trionfatrice nella storia.
La scrittrice specifica molto bene alla fine del libro come il personaggio di Hannah sia frutto di ricerche accurate al fine di renderla quanto più possibile aderente al contesto storico in cui si trova ed in cui si animano le vicende.
Lo stile del romanzo è semplice e scorrevole che riflette alla perfezione la crescita psicologica di Hannah che da adolescente 14enne diventa una giovane donna di 20 anni.
Per quanto mi concerne trovo che questo sia senza dubbio il romanzo più complesso mai scritto dall'autrice (almeno per quanto riguarda la saga Plantageneti/Tudor).
Infatti mi ero spesso chiesta come mai la scrittrice non avesse mai più riproposto lo schema del narratore non protagonista nei suoi romanzi successivi; ma rileggendolo attentamente per scrivere questa recensione ho finalmente capito il perché.
Questo libro ha una costruzione che fa letteralmente ‘smazzare' un autore.
Il manoscritto presenta capitoli estremamente lunghi che raccontano la storia del regno di Maria I d'Inghilterra e di tutti coloro che hanno avuto a che fare con lei in quel particolare momento storico.
Il tutto mentre in contemporanea dà un'adeguata costruzione narrativa ed un background credibile anche ad Hannah Green, la sua narratrice.
Hannah non è un personaggio passivo destinato soltanto a fungere da mera reporter cinquecentesca per conto di noi lettori; assolutamente no.
Nel corso del libro la giovane vive una storia personale letteralmente a 360 gradi, costantemente coinvolta in avventure e situazioni pericolose, il tutto mentre da ragazzina un po' sciocchina si trasforma nella donna che da sempre ambiva ad essere.
Non sempre si riesce a trovare un personaggio storico realmente esistito che possa fare da nattatore adatto e in ogni caso ti tocca comunque fare delle modifiche per adattare la sua storia alla vera trama. Cambiamenti non sempre apprezzati dai cultori della realta' storica.
Non sempre si riesce a trovare un personaggio storico realmente esistito che possa fare da nattatore adatto e in ogni caso ti tocca comunque fare delle modifiche per adattare la sua storia alla vera trama. Cambiamenti non sempre apprezzati dai cultori della realta' storica.
Pertanto sono due le storie che ci vengono raccontate, con la differenza che la seconda non solo te la devi inventare, ma la devi anche rendere storicamente plausibile. Senza contare la costruzione delle varie psicologie comportamentali di ogni personaggio, un lavoro per niente scontato.
Ecco perché ritengo che questo sia un lavoro addirittura superiore a “L'altra donna del re” il successo letterario a cui assomiglia. Maria Bolena la narratrice di quello specifico libro, è un personaggio realmente esistito e la Gregory non si è inventata nulla su di lei; ha semplicemente raccontato la storia/rivalità delle due sorelle.
Certo in alcuni punti l'autrice si è presa delle libertà (già spiegate nella recensione specifica) ma di certo non è come inventare una storia di sana pianta.
Il risultato io personalmente l'ho trovato sublime. Hannah è straordinariamente realistica sia nel suo personale vissuto che nella sua capacità di raccontare il dramma umano di una regina passata alla storia con un epiteto che assolutamente non meritava.
Il romanzo riabilita la figura di Maria I ma soprattutto ne restituisce un quadro decisamente più realistico e maggiormente dignitoso rispetto a come la propaganda protestante della sorellastra Elisabetta I ha sempre voluto far credere.
Maria è una donna umana, capace, unica nel suo genere, le cui qualità non vennero mai né apprezzate né accettate né comprese in quella che fu l'Inghilterra del suo tempo.
Una donna completamente sola che finisce inesorabilmente per soccombere ad una società che non l'ha mai accettata e a persone che non l'hanno mai veramente amata per quello che era.
Re
Edoardo VI,
il
principe
maledetto
Il re è morto. Viva il re!
Il 28 Gennaio 1547 il regno d'Inghilterra mette finalmente la parola ‘fine' alla monarchia dell'uxoricida più famoso della storia.
Sale al trono il suo unico figlio maschio, un bambino di 9 anni ora divenuto re Edoardo VI.
Nel romanzo “La maledizione del re” avevamo lasciato Margaret Pole la madrina della principessa Maria (in attesa della propria morte nella Torre) ricordare al lettore che non ci sarebbe stato alcun futuro per gli eredi maschi Tudor e che il piccolo Edoardo era venuto al mondo con un destino già segnato.
Tutti i ragazzi Tudor messi al mondo per il trono non ci sono più. Edoardo è l'ultimo rimasto. Un bambino orfano di padre all'età di 9 anni e con una madre deceduta 10 giorni dopo averlo partorito.
Un inizio di vita che non fa effettivamente ben sperare.
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Re Edoardo VI d'Inghilterra |
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Re Enrico designa Edoardo come successore |
Suddetto consiglio dopo la morte del sovrano finì inevitabilmente per divenire a componente maggioritaria protestante.
Quasi in automatico, s'impone la figura di Edward Seymour lo zio materno del piccolo re, fresco fresco del titolo auto-assegnato di duca di Somerset.
Il consiglio lascia tranquillamente che sia lui a prendere la maggior parte delle decisioni e si limita ad avallarle, data comunque la sua stretta parentela con il re e la larga approvazione di cui Somerset gode.
Edoardo nel frattempo viene allevato ed educato dagli stessi precettori della sorellastra Elisabetta, diventando un ragazzino dalla cultura eccezionale.
Instaura un rapporto affettuoso con la ex matrigna, Caterina Parr, adora la sorellastra Maria (“Sei quella che amo di più” le scrisse in una lettera) ed ha un rapporto di quasi rivalità con Elisabetta, con cui oltre all'età condivide la passione per la cultura.
Grazie all'influenza dello zio, Edoardo viene allevato alla fede protestante, che finirà per assorbire come una spugna.
È un bambino alto, dal carattere umano, dolce e buono. Si era ammalato seriamente solo una volta all'età di 4 anni (febbre quartana) e da allora nulla aveva mai più messo in pericolo la sua salute e la sua vita.
Essendo molto giovane non poteva influenzare le decisioni del consiglio ma in ogni caso voleva essere presente alle riunioni, specialmente quelle in merito a come procedere circa l'ormai avviata riforma protestante, l'unica su cui dava dei veri pareri.
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Re Edoardo VI d'Inghilterra |
Essendo molto giovane non poteva influenzare le decisioni del consiglio ma in ogni caso voleva essere presente alle riunioni, specialmente quelle in merito a come procedere circa l'ormai avviata riforma protestante, l'unica su cui dava dei veri pareri.
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Re Edoardo VI d'Inghilterra |
Il protettorato dello zio Seymour si esaurì nel giro di un paio d'anni. All'inizio ci fu una fortissima rivalità fra lo zio Edward e il fratello minore, ossia l'altro zio Thomas Seymour.
Quest'ultimo non tollerava il comando del fratello maggiore ed aveva cercato in tutti modi di minarne la posizione: prima cercando di convincere lo stesso Edoardo a sbarazzarsi di lui, poi provando a sposare Elisabetta (dopo la morte di Caterina Parr) ed infine tentando di sequestrare il nipote. Thomas Seymour il 20 Marzo del 1549 era finito con la testa sul ceppo per tradimento.
Ma nemmeno Edward Seymour durò molto. Proseguì (come stabilito dallo stesso Enrico VIII) una rovinosa guerra contro la Scozia che aveva letteralmente prosciugato le casse statali.
La guerra con la Scozia era iniziata quando re Enrico dopo la morte di suo nipote re Giacomo V, aveva imposto agli scozzesi che l'unica figlia lasciata dal nipote la piccola regina Maria, venisse mandata a vivere in Inghilterra.
Questo affinché un giorno potesse sposare Edoardo, unificando così le due corone.
Venne definito ‘Il brutale corteggiamento' e per tutta risposta gli scozzesi mandarono la loro neonata regina in Francia con la promessa di un'alleanza. In età adulta, avrebbe sposato il delfino diventando così anche regina consorte di Francia.
Re Enrico non la prese per niente bene ed aveva iniziato questa sanguinosa guerra volta a distruggere sia gli scozzesi che i francesi giunti in loro soccorso. Seymour aveva proseguito il conflitto del vecchio re ma era chiaro dopo due anni che la cosa non poteva continuare.
A questo si aggiungeva l'enorme costo per mantenere Boulogne, la città francese conquistata da Enrico su cui di fatto non avevano mai avuto alcun effettivo controllo.
Seymour non intendeva cambiare sistema e la situazione iniziò a farsi molto tesa. Da qui emerse la figura di John Dudley, conte di Warwick (membro alla pari del consiglio) che sfruttando la situazione, iniziò ad imporre segretamente la propria leadership.
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Ritratto di John Dudley, duca del Northumberland |
Nel 1548 scoppiarono delle rivolte.
Le prime per motivi religiosi, dato che era iniziata una campagna di ‘protestantizzazione' forzata del Paese; infatti vennero distribuite in tutte le chiese inglesi copie del Book of common prayer con il conseguente abbattimento di ogni statua ed icona religiosa nonché la confisca di tutti i terreni ecclesiastici.
Poi a questo si aggiunsero motivi legati alla carestia nel Devon, in Cornovaglia e nel Norfolk.
Le terre confiscate ed assegnate ai ricchi nobili protestanti portarono alla rivolta capeggiata dal commerciante Robert Kett, difensore dei diritti sui terreni e sui pascoli comuni.
Nel 1549 la situazione continuava ad essere fuori controllo e John Dudley convinse il consiglio che ormai Seymour aveva fallito nel suo ruolo politico.
Seymour sentendosi minacciato rapì Edoardo e si rinchiuse con lui nel castello fortificato di Windsor in assetto da assedio. Il giovane re a quel punto perse fiducia nello zio e comprese che esattamente come l'altro, puntava solo a controllarlo.
L'11 Ottobre il duca di Somerset fu arrestato ed Edoardo mandato a Richmond. John Dudley nel Febbraio del 1550 sostituì a tutti gli effetti Seymour che era stato portato nella Torre. Nonostante fosse stato subito rilasciato nell'Ottobre del 1551, fu arrestato di nuovo in seguito ad un'accusa esagerata di tradimento.
Edoardo annoterà tranquillamente sul suo diario la morte dello zio per decapitazione nel Gennaio del 1552 con l'accusa di aver tentato di rovesciare il regime dei Dudley.
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Re Edoardo VI d'Inghilterra |
Dudley si rivelerà sicuramente più astuto e prudente del vecchio lord protettore, dato che non godeva di una regale parentela.
Non cercò mai di imporre la sua figura, né la sua opinione. Ma comunque si conferì autonomamente il titolo di duca del Nothumberland. Ritirò le truppe dalla Scozia e cedette Boulogne ai francesi (dietro riscatto). Proseguì solo la campagna di evangelizzazione del Paese dato che su questo il giovane re non ammetteva ritardi o temporeggiamenti.
Il nuovo protettore comunque si stava seriamente impegnando a cercare di renderlo sempre più autonomo.
Tuttavia Dudley combinò per lui un matrimonio con Elisabetta di Francia, la figlia di re Enrico II.
Mentre in ambito economico fu costretto ad affidarsi all'esperto Thomas Grisham visto che non aveva alcuna competenza in materia.
Paradossalmente Edoardo esattamente come la sorellastra cattolica, crebbe nella totale esasperazione delle proprie convinzioni religiose.
Infatti la riforma proseguì senza sosta, con i riformisti da una parte che erano abbastanza tolleranti e gli zeloti dall'altra, che invece volevano la distruzione totale della vecchia fede.
Edoardo ovviamente si appoggiò molto all'arcivescovo di Canterbury, Thomas Cranmer. Tra le varie cose fu disconosciuto il concetto di transustanziazione, ossia l'effettiva trasformazione dell'ostia e del vino nella carne e nel sangue di Cristo, riducendolo ad un mero atto simbolico/commemorativo.
Ma la maledizione che perseguita i Tudor non tarda a compiersi. Nel Gennaio del 1553 Edoardo inizia a non stare bene. Ha compiuto 15 anni da 4 mesi.
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Re Edoardo VI d'Inghilterra |
Ha una tosse ed una febbre che paiono non volersi calmare. Da quel momento,alternerà sempre momenti di miglioramento ad altri di peggioramento.
Solo dopo l'autopsia (fatta per mettere a tacere voci su un presunto avvelenamento da parte di John Dudley) si stabilì che ad uccidere il re fu una malattia ai polmoni. Probabilmente la tubercolosi, contratta dopo un attacco di morbillo e vaiolo che ne avrebbe distrutto le difese immunitarie.
Per non allarmare il popolo, il consiglio chiedeva che Edoardo si affacciasse alla finestra per dimostrare il suo stato di salute.
Ma a Maggio non riusciva neppure a stare in piedi. A Giugno vomitava bile verde e nera. Poi sangue. Le gambe divennero così gonfie che non poteva nemmeno rimanere sdraiato. Quando si affacciò alla finestra per l'ultima volta il 1 Luglio ormai era chiaro a tutti che stava per morire.
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Re Edoardo VI d'Inghilterra |
Edoardo aveva capito di essere spacciato. Tutto quello che suo padre aveva fatto contro Dio e contro gli uomini pur di avere un erede per i Tudor sarebbero finiti nel nulla più assoluto.
Al suo tutore rivelò di essere contento di morire, forse consapevole che in realtà la successione di suo padre non aveva mai avuto speranze sin dall'inizio.
Arrivò il 6 Luglio 1553. Edoardo aveva 15 anni, esattamente gli stessi di suo zio il principe Arturo Tudor, quando morì.
Se ne andò pronunciando queste parole:
“Sono debole; Signore abbi pietà di me e del mio spirito”.
L'ultimo re ha reso l'anima.
La maledizione dei Tudor si è finalmente compiuta.
Negli
occhi
di
Hannah
Green
Hannah Verde il personaggio inventato per noi dall'autrice Philippa Gregory, è un'ebrea cresciuta in Aragona nonché forzatamente convertitasi alla fede cristiano/cattolica assieme ai suoi genitori. Questo al fine di non finire sul rogo dell'Inquisizione spagnola.
Gli ebrei convertiti, in Spagna prendevano il nome di ‘marrani'.
Dal momento della conversione però, questi venivano costantemente sorvegliati nell'attesa di un solo errore che potesse avvalorare la tesi che venerassero ancora in segreto la loro vecchia religione.
La madre di Hannah non sfugge a questo meccanismo. Viene processata e bruciata sul rogo dell'Inquisizione costringendo il marito e la figlia a fuggire. Andranno ospiti da alcuni parenti prima in Francia, poi in Olanda ed infine in Inghilterra, attratti dalla piega protestante acquisita dal Paese sotto re Edoardo VI. Qui apriranno la loro stamperia e cambieranno il cognome Verde in Green.
Per la sua sicurezza, Hannah a 14 anni indossa abiti maschili e fa credere a tutti di essere un ragazzo. Aiuta il padre in bottega e tutto quello che le interessa è sopravvivere.
È una ragazza totalmente indipendente, testarda, autoritaria e molto poco tollerante. Tutte caratteristiche che in una donna dell'epoca non piacciono a nessuno.
Il padre però le ha combinato un fidanzamento con il giovane ebreo Daniel Carpenter (Il vero cognome è Disraeli) appartenente ad una famiglia ebraica imparentata alla lontana con loro. Daniel ha 20 anni e sta studiando per diventare medico. Hannah lo sposerà appena compiuti 16 anni.
Hannah tuttavia è una ragazza molto speciale. Ha una qualità che va molto al di là dell'essere semplicemente un tipetto anticonformista che aiuta il padre nel suo lavoro. Hannah ha ricevuto da Dio il dono di vedere il futuro. Nessuno sa perché. Riesce anche a vedere gli angeli accanto alle persone.
A differenza delle previsioni di Giacometta che abbiamo visto nel romanzo“La signora dei fiumi”, le previsioni di Hannah si verificano all'improvviso oppure su forte stimolazione. Inoltre riesce a profetizzare sul futuro prossimo, molto spesso senza riuscire a controllarsi quando parla.
Diversamente da Giacometta, le cui profezie andavano talmente avanti nel tempo che erano semplicemente impossibili da comprendere sul momento.
Ogni volta che Hannah incontra un personaggio riesce o a vederne il futuro o a leggerne l'anima.
Nel primissimo capitolo del libro, Hannah è una bimba e viene mandata dal padre a portare dei libri a Chelsea Manor, la casa dove vivono lord Thomas Seymour e sua moglie Caterina Parr, ormai incinta e prossima al parto.
Hannah nel giardino vede Seymour amoreggiare molto pesantemente con la 14enne principessa Elisabetta.
Lì viene colta da una visione e dice chiaramente all'uomo di aver visto alle sue spalle la morte sul patibolo.
Nessuno la prenderà sul serio. Poco tempo dopo, lei ed i genitori partono per l'Aragona, dove Hannah cresce nella cultura e nella lingua spagnola, che le mancherà per tutta la vita.
Dopo il ritorno in Inghilterra, un pomeriggio e per puro caso, si presentano alla stamperia lo studioso John Dee e lord Robert Dudley, il figlio del duca del Northumberland il nuovo lord protettore d'Inghilterra.
Infatti il romanzo inizia effettivamente con l'ultimo anno di regno di Edoardo, quando ormai i fratelli Seymour sono stati annientati ed il potere del duca del Northumberland si è ormai consolidato. Edoardo inoltre, ha cominciato ad accusare i primi sintomi della malattia.
Hannah manifesta subito il suo dono avvistando un angelo vicino a John Dee e da quel momento il duo Dee/Dudley che ricorda molto il gatto e la volpe, decide di portare Hannah a corte contro la sua volontà per presentarla a re Edoardo.
Hannah sotto la minaccia di essere denunciata per la sua vera fede al poco tollerante e cristianissimo re, è costretta ad ubbidire, ed entra così nella corte dei Tudor.
John Dee non è un personaggio inventato. Fu davvero un grande matematico e scienziato della corte tudoriana. Diventerà uno degli studiosi maggiormente favoriti da Elisabetta I.
Nel libro ha una personalità estremamente eclettica: è studioso di matematica, astronomia, astrologia e scienze occulte. Da sempre ossessionato dai suoi studi sugli angeli, intravede in Hannah la possibilità di contattarli in modo da poter conoscere in anticipo il futuro del suo Paese.
A questo punto è abbastanza palese come il personaggio di Hannah sia stato costruito ad hoc per potersi meglio implementare con quello dello studioso, che ripeto è perfettamente aderente alla realtà storica così come gli studi da lui effettuati.
John Dee aveva una formazione che spaziava in tutta l'Europa occidentale, Italia compresa. I suoi studi di matematica, le ricerche sugli angeli e le scienze occulte, sono verità storica.
Come anche il fatto che Maria lo fece arrestare per aver fatto il suo oroscopo e quello di Elisabetta.
John Dee è un uomo che sa adattarsi a tutte le circostanze e non esita a fare il doppiogioco pur di perseguire suoi fini, là dove necessario. Come ad esempio, quando per salvarsi dall'arresto ordinato da Maria, accetta di passare dalla parte dell'Inquisizione. Da accusato ad accusatore.
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Ritratto di John Dee |
Hannah ha fiducia in lui e questi di rimando cerca sempre di proteggerla da tutti i guai in cui si troverà. Non sarà mai chiaro però, se sia interessato a proteggere Hannah o il suo preziosissimo dono.
Robert Dudley è rappresentato come un gentiluomo estremamente bello ed affascinante oltre che cospiratore nato. È un figlio della corte inglese, suo padre è il duca più potente del regno. Dudley è anche coetaneo della principessa Elisabetta e con cui tra l'altro, ha un rapporto molto speciale. C'è ben poco che possa sorprenderlo.
All'età di 16 anni ha sposato d'impulso la 18enne Amy Robsart, cosa di cui si è pentito amaramente a giudicare dalle sue parole. Per compensare la pessima scelta fatta, cerca sempre di vivere il più lontano possibile dalla moglie.
Hannah s'innamora di lui appena lo vede. La sua è la tipica cotta adolescenziale frutto di una potente attrazione fisica.
Lui ovviamente è troppo scaltro per non accorgersene e spesso sfrutta il forte ascendente che ha su Hannah per farle fare ciò che vuole.
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Ritratto di Robert Dudley |
Hannah infatti viene rappresentata come una vera adolescente in piena tempesta ormonale. È attratta da Dudley ma anche dal suo fidanzato Daniel.
Ha pensieri molto confusi, istintivi, poco chiari e tende spesso a farsi manipolare. Ha la tipica indole ribelle dei teenagers ed è insofferente alle regole.
I primi incontri con Daniel sono pessimi. Il giovane è abituato da sempre a gestire la madre e le tre sorelle e ritrovarsi una fidanzata indisponente come Hannah li porta a litigare praticamente per ¾ di libro.
Stranamente però lui ne subisce la bellezza ed il fascino, quindi rimane sempre determinato a volerla sposare. Anche se Hannah non è palesemente pronta per questo passo.
Ad ogni modo Dudley e Dee decidono di portare la ragazzina a corte in modo da poterne tenere d'occhio il dono.
Al cospetto del giovane re, Hannah contro il suo controllo, ne profetizza immediatamente la morte. Edoardo ha 15 anni ed a differenza di suo padre, non è né stupido, né capace di illudersi.
Colpito da questa sua sincerità mai conosciuta in una corte bugiarda, decide di tenerla presso di sé come buffone di corte. Il buffone o giullare era l'unica figura autorizzata a dire la verità, in quanto considerato una specie di folle.
Poiché il loro ruolo non godeva di alcun credito presso la società, il loro parlare era considerato pari a quello di un cane o un gatto a cui questi personaggi venivano spesso assimilati. Ma essendo sotto la protezione reale non erano in alcun modo perseguibili.
Per la prima volta, in questi pochi capitoli avremo finalmente la gioia di sentir parlare Edoardo anche se sarà di breve durata.
A parte l'incontro con Hannah dove la designa suo buffone personale non lo vedremo né sentiremo più. Infatti le sue vicende ci verranno raccontate da altri. Un trono vuoto sostituirà la sua persona.
In tutti i libri la Gregory ha sempre definito Edoardo “il ragazzo Seymour” a sottolineare il profondo legame materno. Esattamente come Jane, Edoardo lo sentiamo parlare ed agire molto poco.
Hannah viene affidata alla “tutela” di Will Somers, l'uomo che è stato il giullare di Enrico e forse uno dei pochissimi al mondo ad averlo stimato per davvero.
Will appare un grande insegnante più saggio di quanto sembri. Per Hannah un ottimo protettore.
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Disegno raffigurante Will Somers |
Will prova un grande rimpianto per il padrone scomparso e non si capacita di come abbia potuto lasciare degli eredi tutti sostanzialmente inadatti. Vuole bene ai principi Tudor, (specialmente le ragazze) ma non li ritiene all'altezza del padre.
La cosa che più lo rammarica in assoluto è il sapere come il mondo non ricorderà mai Enrico per il suo coraggio o il suo impegno verso la corona, ma solo per aver sposato sei donne ed averne uccise due.
Hannah non fa in tempo ad imparare i giochi d'intrattenimento tipici dei giullari che viene già coinvolta dalla famiglia Dudley in un complotto. Su ordine di Robert deve andare nella casa della principessa Maria e spiarla.
Sono passati diversi mesi e la salute del re sta peggiorando a vista d'occhio. Maria era venuta a corte qualche tempo prima per visitare il fratello ed i rapporti si erano definitivamente deteriorati.
Storicamente sappiamo quanto Edoardo fosse molto poco tollerante nei confronti del cattolicesimo della sorellastra che comunque le aveva concesso di praticare.
Una volta addirittura pare la rimproverò aspramente (facendola piangere addirittura, cosa che Maria non aveva mai fatto in pubblico in tutta la sua vita) per la sua passione verso gli immorali balli spagnoli.
Edoardo non vuole onorare Maria (a causa della sua fede) dei suoi diritti ereditari ed il duca ci mette davvero poco a convincerlo che sarebbe opportuno per lui rinnegare il testamento del padre.
Edoardo quindi accetta di cambiarlo e designa come successore la sua pro cugina Jane Grey, figlia di sua cugina Francesca Brandon (costei era figlia della principessa Maria Tudor la regina vedova di Francia).
In realtà Maria fu esclusa ufficialmente dalla successione sulla base dell'illegittimità del matrimonio fra il loro padre e Caterina d'Aragona. Il consiglio però gli fece capire che seguendo questa logica avrebbe dovuto necessariamente diseredare anche la sorellastra protestante Elisabetta a causa del matrimonio non valido fra il loro padre ed Anna Bolena.
Edoardo messo alle strette firma. Il documento rivela una calligrafia chiara e nitida pertanto nulla lascia intendere che il giovane abbia agito sotto costrizione.
Il re era sempre stato un fanatico della propria fede e la possibilità che Maria potesse riportare l'Inghilterra ai papisti lo aveva fatto firmare senza indugi.
Ma cosa ci guadagnava il duca del Northumberland in tutto questo? Facile. Jane Grey era una 16enne matura ma di fatto una ragazzina ed avrebbe portato il sangue reale di cui i Dudley avevano bisogno.
Jane per questo scopo viene obbligata dalla sua famiglia (pare che la madre l'abbia picchiata violentemente, infatti al matrimonio ha degli evidenti segni di pestaggio) a sposare Guilford Dudley, lo sciocco e vanaglorioso 18enne figlio del duca. In seguito viene forzata ad accettare un trono che assolutamente non vuole.
Con due ragazzini come reali, i Dudley avrebbero continuato a regnare indisturbati.
Hannah si reca quindi alla corte della principessa Maria con lo scopo di sorvegliarla e capire esattamente quanto sa delle manovre che si stanno intessendo. Trova una donna profondamente diversa da come l'aveva immaginata.
Hannah non ha più una madre e Maria è una donna di 35 anni che non ha mai potuto sposarsi ed avere figli. Instaureranno da subito un profondo legame. Si affeziona talmente tanto alla piccola giullare che decide di tenerla presso di sé, totalmente ignara del fatto che la ragazzina sia ebrea e non si mostra per nulla infastidita dall'avere accanto una bambina vestita da uomo.
Hannah fortunatamente non dovrà fare il doppio gioco molto a lungo.
Quando Maria viene a sapere della morte del fratellastro e del complotto dei Dudley per mettere sul trono Jane Grey, riesce a radunare sostenitori e a riprendersi il trono.
Il duca finisce decapitato senza indugi assieme al figlio Guilford e la nuora Jane. Quest'ultima fu una decisione veramente difficile per Maria che invece voleva graziarla. Ma nelle lotte di potere non c'è spazio per la compassione ed alla fine viene convinta dai consiglieri a decapitarla. Robert Dudley invece viene rinchiuso a vita nella Torre.
Hannah pur continuando a vedere Dudley e a recapitare segretamente suoi messaggi per John Dee, non ha più problemi di lealtà: adesso serve solo Maria.
Invece in casa Green la sua lealtà alla nuova regina non è molto apprezzata. Suo padre e i Carpenter pianificano una fuga prima a Calais e poi in Italia, dato che la nuova sovrana progetta di sposare il suo secondo cugino re Filippo II di Spagna.
Daniel e suo padre sono convinti che il matrimonio porterà l'inquisizione anche sull'isola ed ovviamente vogliono fuggire prima. La ragazzina si è molto affezionata all'Inghilterra ed alla nuova padrona, pertanto pensa di essere al sicuro. Oltre al fatto che è stufa di fare una vita da girovaga.
In ogni caso la regina la invia a compiere una nuova missione da spia: deve sorvegliare la principessa Elisabetta e scoprire se la sorellastra complotta contro di lei, anche se di prove ne ha già alcune. Dopo l'ennesima litigata con il promesso sposo, Hannah parte.
L'ultima volta che Hannah ha visto la principessa, era appoggiata ad un albero con sopra il suo patrigno. Una posa molto poco aristocratica. Adesso la ritrova 20enne implicata fino al collo nei meandri della politica inglese.
La giovane marrana tanto per cambiare, subisce anche il potente fascino femminile di Elisabetta. Nonostante spesso e volentieri non approvi i suoi comportamenti, la vede come un modello di femminilità che lei ambisce ad apprendere.
Inutile dire che si affeziona molto anche alla principessa infatti quando questa finisce nella Torre con l'accusa di aver complottato contro la sorellastra, rinuncia a fuggire con il padre e la famiglia del fidanzato per poterle stare accanto.
Quando finalmente Elisabetta viene rilasciata (ma con riserva) andrà con lei nella casa dove viene sorvegliata nell'attesa di venire richiamata a corte dalla regina.
Maria sta bruciando tutti gli eretici ed è determinata a riportare il suo Paese alla vera fede con la forza.
Hannah tenta di farla ragionare ma tutto quello che ottiene è la fredda collera ed il sospetto Tudor su di lei.
Senza che Maria lo sappia, anche la piccola ebrea viene arrestata e condotta nella Torre per sospetta eresia. Motivo? Non ha guardato con adorazione l'atto dell'elevazione dell'ostia durante la messa. Una volta nella Torre, solo il provvidenziale intervento di John Dee passato apparentemente dalla parte dell'Inquisizione, le restituisce la libertà.
Ormai ha sentito la puzza della morte sul collo.
Va dalla regina e con una scusa prende un congedo di due mesi per lasciare l'isola e lo ottiene. Scrive a Daniel di venirla a prendere. Vorrebbe bruciare i libri rimasti nella stamperia, ma Hannah non ce la fa. Ama troppo i libri e non riesce a disfarsene. Sono il frutto di una vita di lavoro, la sua eredità. Non la distruggerà la paura. Perciò si limita a nasconderli bene.
Giungono suo padre e Daniel per portarla a Calais. Da questo momento le vicende Tudor vengono temporaneamente accantonate e l'attenzione del lettore viene spostata sul vissuto personale di Hannah che prende veramente una brutta piega.
A Calais si sposa con Daniel e benché lei sia molto innamorata del consorte, le cose vanno male. Possono permettersi una casa molto piccola dove devono vivere lei, il padre, Daniel, la suocera e le tre cognate.
La coppia non ha nessuna privacy e la suocera li ascolta ogni notte in quanto ossessionata che lei abbia un figlio in tempi brevi.
Viene rivestita da signora e la suocera le impone i lavori femminili in cui è totalmente negata. Dietro critica perenne delle cognate ovviamente.
Daniel fa praticantato tutto il giorno presso uno studio medico ed è troppo stanco per ascoltare le lagne delle donne. La situazione diventa insostenibile quando scoperto che Hannah non è incinta, la suocera le rinfaccia che non sarebbe mai dovuta tornare dall'Inghilterra.
Mentre lei aveva scelto di rimanere travestita da maschio accanto alla principessa traditrice, Daniel ha avuto una relazione con una ragazza di Calais da cui ha avuto un figlio di quasi 2 anni.
Un bambino che vede a cena due volte la settimana, con la scusa del lavoro. Per Hannah è la goccia che fa traboccare il vaso.
Lascia la casa di Daniel e va a vivere con il riluttantissimo padre nella loro stamperia, dove Hannah vuole guadagnarsi da vivere da sola. Daniel le tenta tutte pur di farla ritornare a casa, promettendo di disconoscere il bambino e di liquidare con una somma di denaro la madre. Ma niente.
Hannah non ne può più di quella vita. E comincia a pensare di tornare a corte, ma poi si rimbocca le maniche e rimane a lavorare da sola nella stamperia. Anche dopo la morte di vecchiaia del padre.
Non tornerà mai da suo marito. Fino al Gennaio del 1558.
La regina Maria assieme al marito spagnolo entra in guerra contro la Francia. Per l'occasione Robert Dudley viene addirittura liberato per essere mandato a morte contro i francesi; ma non riescono a sconfiggerli. Calais viene assediata e distrutta.
Hannah nel clamore della battaglia in corso, incontra per caso la ex amante di Daniel, violentata e moribonda che le affida suo figlio.
Hannah con l'aiuto di Dudley fugge con il piccolo Danny in Inghilterra. Non avrà più notizie dell'ex marito e la sua famiglia.
Arrivata a destinazione, verrà mandata da Robert a casa sua con la moglie Amy, la quale credendo sia una sua ennesima amante (e Danny un figlio illegittimo) la tratta malissimo.
Fino all'arrivo dello stesso Dudley e di John Dee che grazie alle doti divinatorie di Hannah scoprono quanto il regno di Elisabetta sia ormai vicino.
Hannah è cambiata da quando è partita. Ha smesso di essere una specie di ragazzo, ha perso il padre, è diventata donna e adesso è madre di un figlio non suo. Dudley vorrebbe prenderla come amante, ma lei vuole scoprire se quel marito che solo ora ha imparato ad amare, è ancora vivo. Chiede a Robert di cercarlo.
Intanto si consuma il dramma della regina Maria.
Hannah torna a corte e la ritrova distrutta dal tradimento di suo marito, dalla cattiveria della sorellastra e dalla sua impopolarità presso i sudditi. Una malattia la sta uccidendo ed ormai è divenuta l'ombra di se stessa.
È di nuovo la piccola e fragile principessa annientata tanti anni prima dall'odio fra i suoi stessi genitori.
Hannah decide di restarle accanto fino alla fine. La vede così indifesa in un mondo che non l'aveva mai amata.
La morte del suo fidato braccio destro, Reginald Pole, l'ha definitivamente messa in ginocchio; la sua corte si è svuotata. Ora son tutti da Elisabetta, la futura regina.
Maria non può ancora morire in pace. Chiede ad Hannah di recarsi dalla sorellastra e farle giurare che riporterà il Paese al cattolicesimo per poi riferirle se è stata sincera. Altrimenti nominerà sua erede Maria Stuarda.
Hannah ovviamente esegue e sebbene Elisabetta con totale nonchalance giuri palesemente il falso sulla Bibbia, la giovane ebrea torna dalla sua padrona morente decisa a darle una scusa che la faccia ricongiungere in pace con il suo Dio.
Ma appena si trova a fissare quei suoi occhi azzurri completamente offuscati da quel male di vivere che non l'aveva mai voluta lasciare, Hannah pronuncia le uniche parole che le vengono effettivamente dal cuore:
“Ho guardato nel suo cuore Maria. Elisabetta non manterrà la promessa. Ma una cosa posso giurartela: Elisabetta diventerà una regina migliore della donna che è. Renderà l'Inghilterra una grande nazione.(..)”
Hannah Green “Il giullare della regina”
Dopo la morte di Maria, Hannah scopre che suo marito è ancora vivo, ma prigioniero a Calais. Si reca lì per riscattarlo. Infine decidono di tornare in Inghilterra.
Ora Hannah ha una nuova famiglia. Una nuova vita. Sa che il suo futuro è proprio nella terra che creerà la nuova regina: Elisabetta d'Inghilterra.
Maria I
d'Inghilterra.
Storia
di
una
damnatio
memoriae
Maria La Sanguinaria
È così che la storia la definisce.
La storia dei vincitori.
Quella ufficiale, quella a cui piace dare le etichette. Specialmente alle donne (es. “Giovanna la pazza” la zia di Maria appunto).
Come disse Fedro nella favola “Il lupo e dell'agnello”: “I prepotenti vogliono tutto, anche la ragione”.
Maria Tudor la figlia di re Enrico VIII è uno dei pochi personaggi di cui abbiamo potuto seguire il calvario personale durante tutti i libri di questa saga.
Senza dubbio quello che meglio esprime il tragico tracollo subìto dalla sua vita è “La maledizione del re”, attraverso gli occhi della sua madrina Margaret Pole.
La vediamo passare dall'essere una dolce bambina fortunata dagli occhi sempre luminosi, ad una giovane donna dal viso costantemente solcato da espressioni di dolore ed occhi con lacrime ormai seccate dal suo troppo trattenerle.
In questo romanzo la storia di Maria tocca l'apice di quel grande dramma che è stata la sua intera esistenza. Un personaggio che non ha nemmeno potuto neppure godere di una riabilitazione post mortem.
Il trionfo della sorellastra Elisabetta e della religione protestante, l'ha condannata ad una damnatio memoriae senza alcuna possibilità di ritorno.
Per chi non lo sapesse, la “damnatio memoriae” era una pratica inventata dagli antichi romani volta a distruggere definitivamente un personaggio/avversario particolarmente odiato, come accadde nel caso dei cartaginesi o punici.
I romani quando volevano davvero annientare qualcuno, ne distruggevano qualunque cosa potesse ricordare al mondo la sua stessa esistenza.
Persino il nome veniva messo al bando e non veniva mai più pronunciato. In nessun caso e a nessun costo. Nel caso della città di Cartagine, vi si buttò addirittura del sale sopra al fine di non far più ricrescere neanche l'erba.
In questo libro i sentimenti di Maria sono espressi nel modo più nudo e crudo possibile in quanto finalmente è libera dai numerosi bavagli che l'hanno frenata in passato. Ne emerge la figura di una donna costantemente tormentata dai demoni del proprio passato e che sebbene si sforzi di combatterli, fa completamente fatica a liberarsene.
La Gregory la chiama sempre “la figlia di Spagna” proprio per sottolineare quel legame materno precocemente spezzato e che non riesce a dimenticare.
Esattamente come sua madre prima di lei, Maria ha atteso a lungo prima che la vita le restituisse il suo posto nella storia.
Ha atteso la morte del padre, poi quella (non desiderata) del fratellastro Edoardo.
Specie perché la morte di Enrico non le aveva dato il matrimonio da lei tanto desiderato. Prigioniera in una corte protestante, il suo fratellastro ed i suoi guardiani non avevano mai avuto alcun interesse a permetterle di maritarsi ad un'età in cui avrebbe potuto avere dei figli. Eredi cattolici.
Suo padre da bravo narcisista non si era mai preoccupato della sua felicità e dopo un mare di promesse matrimoniali mai mantenute, Maria è diventata la zitella involontaria della corte.
Ovviamente viene trattata da tutti come se la responsabilità di tale zitellaggio fosse sua.
Ha imparato ad amare Elisabetta più come una figlia acquisita che come una sorella; lo stesso ha fatto con Edoardo, il figlio che non ha mai potuto avere.
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Disegno ritraente Maria I d'Inghilterra |
Tuttavia nonostante il fratellastro la amasse molto prima di divenire re, a causa delle rispettive convinzioni religiose si erano subitamente divisi dopo la sua ascesa al trono.
Entrambi molto simili e profondamente arroccati sulle reciproche convinzioni, non avevano mai più avuto modo di riavvicinarsi, di scendere a compromessi. Neanche per amore. Complici furono i consiglieri di Edoardo che avevano tutto l'interesse ad isolarlo dalla sorellastra cattolica.
Maria finisce quindi per legarsi maggiormente ad Elisabetta la quale però non ricambia tale affetto. Dopo la morte del padre la ragazzina preferisce andare a vivere con Caterina Parr e suo marito. Quando iniziano a circolare voci sulle presunte molestie sessuali di Thomas Seymour nei confronti della principessa, Maria si offre immediatamente di dare una casa alla sorellastra.
Elisabetta ovviamente rifiuta fino a quando non viene scacciata dalla stessa Parr ma in ogni caso sceglierà di non andare a vivere con la sorellastra.
Maria alla morte di Edoardo ha circa 36 anni ed ha atteso il suo posto per tutta la vita. Dopo aver sopportato le bizze di suo padre, le infinite matrigne ed i comportamenti poco delicati del fratellastro, finalmente ha la possibilità di riavere quel trono che ai suoi occhi è sempre stato il suo.
Suo padre aveva sovvertito l'ordine naturale delle cose e la legge di Dio quando del tutto arbitrariamente aveva voluto lasciare sua madre e fondare una Chiesa basata sulla propria lussuria e avidità.
Ma il duca del Northumberland è determinato a mettere Jane Grey al suo posto. Maria a dimostrazione di quanto fosse sempre stata amata dal suo popolo, non fa grande fatica a trovare sostenitori e riottenere il trono tanto agognato. Ma la situazione è critica. Ha 36 anni, non ha eredi a parte Elisabetta.
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Maria I d'Inghilterra |
Nel romanzo quando Maria viene a sapere che il trono le è stato sottratto da Jane Grey e che anche Elisabetta è stata esclusa dalla successione, la convoca al fine di lottare assieme per la loro eredità.
Elisabetta come da solito copione, si finge malata per non far associare la sua persona a quella di Maria (nel caso di una sua eventuale sconfitta).
La figlia di Spagna la ritroverà a Londra solo una volta che la città le verrà consegnata; una giovane in salute e sorridente.
Il rapporto tra le due è sicuramente il cardine principale che costituisce la colonna portante di tutto il romanzo. Ed è stato costruito in modo superbo nella sua disarmante umanità.
Quello tra Maria ed Elisabetta è un rapporto tossico, nocivo, malato, nato sotto la peggiore stella possibile che non poteva che concludersi in un modo altrettanto palese.
Una sorellina che semplicemente nascendo toglie il titolo di principessa alla maggiore, riducendola a farle da baby-sitter.
Fino alla caduta di Anna Bolena, quando il re comincia a chiamare figlia e principessa la figlia maggiore ormai riabilitata, mentre bastarda illegittima la minore.
Sebbene avessero 17 anni di differenza, Maria ed Elisabetta non erano nate per essere sorelle. Erano nate per portare avanti l'odio atavico che un tempo portò Caterina d'Aragona allo scontro con Anna Bolena.
Maria tra le due è quella che fa sicuramente più pena. Vuole credere che Elisabetta sia sincera. La giustifica. Crede alle sue palesi fandonie. Anzi in realtà vuole crederle che è un filino diverso. Vuole rivedere in lei la stessa bimba che ha amato e cresciuto. Quando Elisabetta cospira contro di lei, avrebbe l'occasione e la scusa per ucciderla, ma non lo fa. Cerca di tenerla sotto sorveglianza ma viva.
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La regina Maria I d'Inghilterra |
Elisabetta da parte sua non si rende minimamente conto che la sua salvezza non dipende tanto dalla sua famigerata astuzia di cui tanto si vanta, quanto dalla bontà e dalla tolleranza della sorellastra.
Sospetto che Maria non abbia voluto uccidere Elisabetta primo per non mettersi allo stesso livello del padre e di altri; secondo, perché in quanto sua sorella anche lei aveva gli stessi suoi diritti. Forse non voleva distruggere l'eredità di suo padre consegnandola agli eredi di sua zia Margherita.
Maria in questo sa essere maledettamente onesta con se stessa, specialmente quando non le fa comodo. Una dote che in questi libri non ho visto praticamente in nessuno.
La prima volta che lessi questo libro, (ed ora come allora) vedo in Maria l'eroina di una tragedia di Sofocle, il mio drammaturgo preferito.
L'eroe Sofocleo è quasi sempre caratterizzato da qualità uniche nel suo genere che lo rendono un personaggio straordinario. Il problema però, sta nel fatto che l'eroe sofocleo o è troppo in anticipo con i tempi, o decisamente in ritardo.
Questo lo porta a non venire minimamente riconosciuto dalla società in cui si trova ad interagire, che finisce per vederlo solo come una minaccia, un qualcosa di strano e compromettente da cui liberarsi. E Maria non fa eccezione.
L'eroe sofocleo viene messo in condizione di non nuocere: o viene distrutto da quella società che lo ha sempre rifiutato non riconoscendone il valore, oppure lo spinge al suicidio. Nessuna via di scampo.
Se ricordate la mia recensione “La regina della rosa rossa” definii Margaret Beaufort, la bisnonna di Maria, un'eroina sofoclea che ce l'ha fatta. Margaret era troppo in anticipo con i tempi che visse, ma stranamente a 40 anni riesce a riprendere in mano le redini della situazione e a inserirsi in una traiettoria che la rese la donna giusta al momento giusto.
Non è il caso di Maria. Maria a differenza della Beaufort, arrivò troppo in ritardo.
Se fosse diventata regina a 28 anni ossia alla morte del padre, forse la riforma protestante si sarebbe ancora potuta bloccare. Enrico non aveva mai avviato un programma chiaro e concreto, ma aveva mantenuto una situazione di perfetto stallo.
Furono i 7 anni di regno del fratellastro ad aver generato una situazione di fatto incontrovertibile.
Si dice che chi vince nella vita non sia la specie più forte, ma quella che si adatta meglio ai cambiamenti. Purtroppo Maria si dimostra totalmente inadatta a comprendere cosa sia effettivamente diventato il suo Paese. Il problema è che neanche lo vuole sapere.
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Maria I d'Inghilterra |
Rimpiange un passato che non tornerà più. Una vita che le è sfuggita di mano a 16 anni e che ha preso un treno che a 36 anni non può più riportare indietro.
Volge il suo impegno e la sua attenzione nel riportare la fede cattolica in Inghilterra, facendosi aiutare proprio dal cardinale Reginald Pole (se ben ricordate Maria aveva una cotta per lui) il figlio della sua madrina Margaret Pole, finalmente potuto rientrare dall'esilio.
Una fede che non è più la stessa rispetto a quando regnava sua madre. Se Maria fosse ascesa al trono al tempo dei primi Tudor, o addirittura ai tempi dei suoi nonni Ferdinando ed Isabella, oggi la ricorderemmo come una regina vincente, che ha riportato la sua terra alla vera fede. Una regina guerriera e determinata. Sarebbe stata lei ad avere dal Papa il titolo di “Defensor fidei” e non certo suo padre.
Questa è la vera differenza fra il vincitore ed lo sconfitto nella storia. L'essere sul pezzo al momento giusto.
L'effetto padre narcisista ha fatto il suo dovere: Maria non ha stima né fiducia in se stessa. Si vede una donna ormai vecchia e brutta, incapace di gestire un Paese senza un uomo accanto.
Vorrebbe diventare una regina vergine (nel romanzo) ma il desiderio di avere una famiglia ed un erede è troppo forte in lei. Da qui il matrimonio con Filippo II di Spagna.
Dal primo momento il matrimonio spagnolo aveva subito preannunciato di essere una pessima idea. Gli inglesi non vogliono un re straniero, nonostante Filippo si sia impegnato solennemente a non intromettersi nelle faccende inglesi.
Maria che in un primo momento stava pensando di desistere, nel romanzo (ma anche nella realtà) vede un ritratto del giovane fidanzato (circa 10 anni meno di lei) fatto dal pittore Tiziano e disgraziatamente se ne innamora.
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Il ritratto di Filippo II di Spagna |
Nel libro Hannah proprio nel momento in cui la regina scopre per la prima volta il ritratto in questione, ha subito una visione fin troppo lapalissiana: “Mia signora non fatelo! Vi si spezzerà il cuore!”.
Ma non c'è peggior cieco di cui non vuol vedere.
Maria manda avanti le nozze.
Con il matrimonio tocchiamo la punta più bassa mai raggiunta nella storia di questa donna. Esaltata dal matrimonio e dall'avere finalmente uno sposo, Maria da sempre triste e sola, perde il lume della ragione.
Accelera il processo di “conversione” della popolazione fortificando il meccanismo dell'Inquisizione e portando a morte tantissimi eretici.
Nel libro è lei stessa a ritenere che per fare in modo che gli inglesi lo accettino, si debba agire nel modo più rapido e forte possibile. In questo ad aiutarla, c'è Reginald Pole.
Non sappiamo se effettivamente Maria passò da una politica di tolleranza (Maria aveva dichiarato all'inizio del suo regno di essere per la libertà religiosa ed effettivamente era stato così) a totale intransigenza in quanto influenzata dal suo stesso marito.
Nel libro Filippo preferirebbe andare per gradi, al fine di non inimicarsi troppo la popolazione. Sono Maria e Reginald che fanno di testa loro.
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Maria I d'Inghilterra |
La regina è convinta nel suo cuore che tutto sia iniziato ad andare storto il giorno in cui suo padre ha abbandonato la vera fede assieme a sua madre. Per riflesso ora vuole mettere indietro l'orologio di quasi 20 anni. Pensa seriamente che riportando le cose a come stavano prima, l'Inghilterra verrà finalmente benedetta.
Maria sposa Filippo il 25 Luglio 1554 due giorni dopo il loro primo incontro. Vi risparmio la realistica pietà con cui nel romanzo Maria viene insultata dal seguito spagnolo di Filippo. Una donna colpevole di non essere bella, di essere vecchia e vergine. Una donna indesiderabile che Filippo ha sposato solo in quanto obbligato dal padre, l'imperatore Carlo V (cugino di Maria).
Nel Settembre del 1554 Maria smette di avere un ciclo da sempre irregolare già dal tempo della separazione dei genitori ed ha sintomi inequivocabili: crede di essere incinta. Maria si convince che sta veramente facendo la cosa giusta per il suo Paese.
Ha un marito ed avrà un erede. Elisabetta finalmente tornerà nello stesso nulla da cui un tempo era venuta sua madre.
Filippo nel romanzo si fa affettuoso e sollecito, infatti questi saranno forse gli unici mesi felici vissuti da questa donna. Poi dopo ben 10 mesi di gravidanza, il ventre di Maria si riduce e progressivamente scompare. Non c'è nessun erede. È stata una gravidanza isterica.
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Ritratto di Filippo e Maria |
Le umiliazioni e le offese verso di lei non si contano. Maria rafforza sempre di più la sua convinzione che questa sia stata una punizione di Dio per la sua eccessiva tolleranza verso gli eretici. Filippo da parte sua, non ritiene più necessario sforzarsi di essere benevolo nei confronti di una donna di cui di fatto non gli importa un bel niente.
L'assenza di un figlio riporta alla ribalta Elisabetta. In quanto ancora l'erede al trono, viene richiamata a corte dal suo stato di semiprigionia in campagna (doveva assistere alla nascita del “nipote”) e si sistema a palazzo.
Qui scopriamo quanto il karma sappia essere maledettamente crudele e bastardo. Assistiamo ad una scena che purtroppo il romanzo “L'altra donna del re” ci ha lasciato ben impressa nella mente.
Filippo si ritrova una vivace e giovane 20enne in giro per la corte, una futura erede al trono. Il confronto con la vecchia e sterile moglie è più che mai evidente. Elisabetta che sa molto bene come in un matrimonio sia il marito a dettare legge, impiega davvero poco a sedurlo ed entrare nelle sue grazie.
Riesce a stordirlo e ad imbambolarlo al punto tale che lui non la vuole più prigioniera. Infatti segretamente si propone come marito appena Maria morirà.
È convinto che non avrà figli dalla vecchia, brutta e sterile moglie. Vi ricorda qualcosa tutto questo?
Il guaio è che accadde davvero.
Filippo ad un certo punto rientra in patria, convinto che sia solo questione di tempo prima che possa sposare Elisabetta, la quale da parte sua si crogiola nell'orgoglio di aver distrutto la già scarsa felicità della sorellastra.
Successivamente il re spagnolo entra in guerra contro la Francia e vuole convincere la moglie ad assecondarlo. Maria è favorevole (ovviamente) ma le scarsissime finanze inglesi non glie lo consentono.
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Particolare di un ritratto sui Tudor, ritraente Filippo e Maria |
La guerra fu dichiarata solo nel Giugno del 1557 quando un nipote di Reginald Pole, Thomas Stafford, invase e conquistò il castello di Scarborough con l'aiuto francese, allo scopo di deporre Maria. A quel punto gli inglesi dovettero armarsi e partire.
Persino Robert Dudley fu liberato dalla sua ormai secolare prigionia nella Torre e mandato in Francia. Fino al Gennaio del 1558 quando l'ultimo avamposto inglese in terra franca, ossia Calais, viene assediata e conquistata dai francesi.
Il mantenimento di quel territorio era sempre stato un onere economico assurdo per le casse statali inglesi, ma la perdita fu un vero e proprio attentato all'onore inglese ed al prestigio della regina.
La reputazione di Maria ne uscì ancora più compromessa.
Quasi a voler aggiungere lo scherno al sopruso, sembra che pure il cielo si fosse messo contro di lei.
Gli anni di regno di Maria furono caratterizzati da un'umidità tremenda che portò la carestia. Nonostante il matrimonio spagnolo, gli inglesi non beneficiarono mai delle rotte del Nuovo Mondo visto che i mercanti ispanici erano ben determinati a non condividerle con nessuno. Infine Maria non accettava la pirateria nei confronti di suo marito.
La regina in fin dei conti era stata allevata all'obbedienza nei confronti degli uomini e questi furono i risultati.
Filippo torna in Inghilterra nel 1557 e nel romanzo è molto più preoccupato di mantenere i rapporti con Elisabetta che non quelli con la moglie. Riparte subito, lasciando Maria in uno stato di sofferenza e solitudine preoccupante.
Maria crede di essere incinta ma stavolta Filippo non sarà lì a tenerle la mano. Nel romanzo fa una pena infinita vederla sempre al buio, dolorante, sofferente che scrive continue lettere al marito nella speranza di ricevere una parola di conforto che non arriverà mai.
Filippo è un uomo di una freddezza mostruosa che aveva già abbondantemente dimostrato nei confronti della sua prima moglie, l'infanta del Portogallo Maria Emanuela d'Aviz (sua doppia cugina tra le altre cose).
Una donna per cui non aveva versato mezza lacrima nonostante fosse morta nel partorire il suo erede (Don Carlos). Ecco chi è l'uomo a cui Maria si è legata. Un'orrenda versione di suo padre.
Anche stavolta dopo 10 mesi di gravidanza, non arriva nessun bambino.
Tuttavia il ventre ingrossato di Maria non sparisce e i dolori che la angustiano si fanno sempre più dolorosi ed insopportabili: è il cancro uterino che la sta uccidendo.
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Maria I d'Inghilterra |
Maria ha 42 anni e nel romanzo tramite Hannah scopre di aver lottato una vita intera per poi fare la stessa fine di sua madre. Si realizza l'incubo della adolescenza: morire in totale solitudine (anche Caterina morì per un cancro al cuore) abbandonata da un marito più giovane di lei che invece vuole sposare la figlia della stessa donna che anni prima aveva portato via suo padre da sua madre.
Tra Maria ed Elisabetta c'era persino la stessa differenza d'età che divideva Caterina ed Anna. Un confronto totalmente impari.
La sovrana ormai non ha più nemmeno la sua corte che si sta riversando nel palazzo della sorellastra e a nessuno interessa cosa ne sarà di lei. Il suo unico conforto è sapere che Elisabetta si sforzerà quantomeno di mantenere il Paese nella vera fede.
Quando questa giurò che l'avrebbe fatto, non sappiamo se Maria effettivamente le credette davvero.
Sapeva soltanto di aver fatto il suo dovere agli occhi del suo Dio fino in fondo.
Quel Dio che manda indicibili sofferenze solo a coloro che ama di più; l'ultima ed unica consolazione per questa regina che per me non sarà mai ‘Maria la sanguinaria' ma soltanto ‘Maria l'infelice'.
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Statua di cera di Maria I d'Inghilterra |
Elisabetta
Tudor,
la
prescelta
dal
fato
“Ti posso giurare che diventerà una regina migliore della donna che è”
È così che Hannah consola Maria in punto di morte, circa il destino dell'Inghilterra, il Paese che la moribonda sta effettivamente consegnando alla sorellastra.
Elisabetta Tudor in questi romanzi non è esattamente quello che si definisce un modello di straordinaria umanità.
Come spiegato nella recensione “La sesta moglie” il narcisismo patologico è spesso una condizione che si eredita in casa, da genitore a figlio. Essendo cresciuta senza la madre, Elisabetta appare come quella che ha ereditato maggiormente le caratteristiche psicologiche dei Tudor.
Un modello di straordinaria anaffettività. Una ragazza senza una vera morale, senza sentimenti, senza compassione. Nel romanzo il suo unico obiettivo sembra essere la sopravvivenza e l'attaccamento alla vita. Nulla al di fuori di se stessa.
Costei è la prova lampante di come certe persone siano guidate da un destino più grande di loro. Nasce da una coppia reale improbabile e dal futuro abbastanza prevedibile. Non è una principessa, ma non è illegittima. Eppure la storia la rende l'unica regina Tudor di cui tutti sanno e si ricordano.
Il personaggio viene sapientemente costruito in un'ottica che rappresenta un mix di fascino, astuzia e potente autostima. Lo stesso che caratterizzava la madre. Non a caso la Gregory la definisce spesso “la principessa Bolena”.
Quasi per una sorta di psicologica autodifesa, nella sua mente la ragazza ha un'ideale quasi assurdo dei suoi genitori: vede sua madre come una donna straordinaria che per lei aveva grandi progetti e si vede come figlia la prediletta di suo padre. Quasi avesse bisogno di auto convincersi di essere speciale.
Non parla e non pensa mai al fatto che suo padre abbia ucciso sua madre. Non pensa mai al fatto che Enrico definisse principessa la sua sorellastra e non lei. Come non può certo sapere che sua madre (almeno nel romanzo) avesse solo a cuore il fatto di avere un figlio maschio. Lei è sempre stata una delusione per entrambi i genitori e mai una priorità per nessuno dei due.
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Elisabetta I d'Inghilterra |
Ma ognuno s'illude come crede. Elisabetta in breve sembra soffrire della sindrome “della figlia di mezzo” oltre che del narcisismo familiare.
Maria è la sorella maggiore, quella amata e voluta, con il sangue reale spagnolo, l'unica che il padre tutto sommato riconosce come una principessa Tudor. Edoardo è il figlio maschio, l'impossibile erede concepito per il casato. La speranza del futuro della dinastia.
Nonostante Elisabetta in tutti i libri sia apparsa come abbastanza legata ai fratelli e relativamente tranquilla, qui invece scopriamo la sua finta in Settembre. Non ama né l'una né l'altro.
Si compiace semplicemente dell'essere diventata la sorella preferita di Edoardo (in virtù della fede protestante) solo perché questo le garantisce che non lascerà mai l'Inghilterra, dove potrà lottare per il trono.
Non ha mai considerato Maria sua sorella e non ha mai provato del vero affetto per lei. Sa che sua madre era sempre stata nemica sia di Maria che di Caterina d'Aragona. E non lo dimentica mai.
Nel romanzo giustifica il suo odio sostenendo di aver sempre percepito un finto affetto da parte della sorellastra, quasi come un dovere imposto. Peccato che le azioni di Maria la smentiscano su tutta la linea. Al contrario delle sue.
È cattiva, acida, falsa, manipolatrice ed ambiziosa in modo esasperato. Non attende il suo turno per l'eredità paterna, preferisce complottare senza esporsi.
Quando Maria la obbliga a partecipare alla messa cattolica invece di dire le cose come stanno fa sempre finta di stare male (ha la capacità di ammalarsi di idropisia quando le è più opportuno).
Umilia volontariamente Maria ostentando la sua giovinezza, l'abbigliamento castigato, il suo protestantesimo e non si premura minimamente di mostrarle una briciola di affetto. Nemmeno quando questa perde i presunti figli, senza neanche la buona grazia di fingersi dispiaciuta.
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Elisabetta I d'Inghilterra |
Le cattiverie dette contro Maria non si contano. E per eleganza neanche le ripeto, perché da lettrice ti viene veramente voglia di prenderla badilate nei denti. Letteralmente un bue che dà del cornuto all'asino.
È seriamente convinta di essere più bella e migliore di Maria in ogni senso. La definisce disgustosa e ridicola per essersi invaghita di un uomo più giovane, che ovviamente invece desidera lei. Un confronto abbastanza ridicolo se si pensa che Elisabetta ha 17 anni meno di Maria.
Trova pure molto fastidioso che Hannah prediliga Maria a lei. Come se fosse inconcepibile che possa esistere al mondo qualcuno che le preferisca la sorellastra.
Prova un gusto quasi sadico nel portare via Filippo a Maria ben consapevole che questo la distruggerà. Esattamente come aveva fatto andando a letto con Thomas Seymour il marito dell'unica donna che l'aveva sempre amata come una figlia, Caterina Parr. La donna a cui doveva il suo ritrovato status di principessa.
Elisabetta mostra sempre una certa predilezione per gli uomini sposati. Ciò le consente di manipolarli e divertirsi senza effettivamente impegnarsi.
In questo le riconosco la lucidità mentale di aver fatto tesoro delle tragiche esperienze vissute dalle donne della sua famiglia.
Sa quanto sia pericoloso per una donna che ha ambizioni proprie mettersi nelle mani di un uomo. Pertanto non rischia mai. Vuole rendersi sempre desiderabile, ma mai raggiungibile. Esattamente com'era potente sua madre prima di sposare suo padre.
Questo la porta ad aver paura dell'amore. La stessa Hannah nel libro si rende conto di quanto queste due sorelle abbiano fatto scelte opposte ma dallo stesso identico risultato: una solitudine perenne in cui lei non vuole ritrovarsi.
Non vuole essere come Maria che ha permesso all'amore di distruggerla, lasciandola in solitudine.
Non vuole essere come Elisabetta la cui paura dell'amore la porta ad essere una manipolatrice seriale e quindi, una donna completamente sola.
Elisabetta infatti brama solo il trono ed è determinata nel suo intimo a scalzare i fratelli.
Sente dentro di sé il bisogno di emergere, forse determinato dal fatto di essere sempre stata considerata da meno rispetto a loro.
Ovviamente non si espone mai. Riesce sempre a mantenersi in perfetta ambiguità prendendo addirittura in giro Maria fingendo di volersi convertire ma di non possedere l'istruzione per farlo. Lei, che era capace di leggere, scrivere e parlare in otto lingue.
Lo zenit viene raggiunto quando ha persino il barbaro coraggio di giurare sulla Bibbia che riporterà il cattolicesimo in Inghilterra secondo il volere della morente Maria, prendendola in giro per l'ennesima volta. In realtà è convinta che la sua missione divina sia esattamente l'opposto. Sradicare il fanatismo religioso dalla terra inglese; il motivo per cui Dio l'ha fatta arrivare sul trono.
Personalmente Elisabetta non mi è mai apparsa come una donna veramente devota alla religione. Credo anzi che avesse un'idea di Dio completamente personale. Lo dimostra il suo scarso attaccamento alla spiritualità e la sua grande tolleranza sia verso i cattolici che verso i protestanti. Neanche in politica favorì mai troppo l'una o l'altra fazione.
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Elisabetta I d'Inghilterra |
Penso che la fede riformata fosse quella obiettivamente più comoda per lei nonché quella più attinente alle sue convinzioni personali.
Voi seguireste una fede che relega le donne a subordinate del marito, che vi obbliga a versare continuamente denaro ad uno sconosciuto che vive a Roma e che nemmeno riconosce il vostro diritto di nascita? Io non credo.
Questa è la forza di Elisabetta. La forza di una giovane donna che ha capito il mondo come funziona.
Per questo ha trionfato sulla sorellastra. Non perché fosse una donna o una persona migliore di lei, tutt'altro. Ha solo saputo adattarsi, ha saputo capire e stare al passo con i tempi che visse.
Ha compreso le nuove esigenze di un mondo che stava cambiando e soprattutto ha avuto la maestria di comprendere ed imparare dagli errori altrui. Compresi i genitori. Ha osservato tutto e tutti, facendo le sue dovute considerazioni. La sua astuzia, il fascino ed anche una certa mancanza di scrupoli hanno fatto il resto.
Questo ha fatto di lei una grande regina.
Anche se dentro di lei non vi era né una grande donna né una grande persona.
Considerazioni
finali
Non mi stancherò mai di ripeterlo: considero questo libro tra i meglio riusciti di Philippa Gregory.
La tecnica con cui è stato costruito è meravigliosa come solo un autore degli inizi sa essere, quando ad animarlo è solo il sacro fuoco dell'amore e della passione per ciò che fa.
Lo studio per la costruzione del personaggio fittizio di Hannah Green, l'analisi per le figure di John Dee e di tutti gli altri personaggi, lo rendono talmente aderente alla storia vera da far quasi credere di essere davvero all'interno delle vicende stesse.
Riesci a vedere Maria dolorante ed inginocchiata mentre prega, Elisabetta mentre civetta e complotta, Edoardo pallido ed emaciato mentre sceglie Hannah come buffone. Robert Dudley mentre scrive memorie nella Torre e John Green mentre studia i pianeti.
Ti sembra davvero di essere in quel mondo.
Senza contare il fatto che in un unico manoscritto la Gregory oltre a raccontarci la storia delle sorellastre Maria ed Elisabetta Tudor, è riuscita anche a portare il lettore al centro di quel gigantesco dramma umano che fu la santa Inquisizione cattolica, servendosi proprio degli occhi di una giovane marrana come Hannah Green.
Il tutto condito con i classici elementi romanzeschi quali amore, odio e nascita.
Fondamentale è la riabilitazione del personaggio della regina Maria I d'Inghilterra la cui storia non è stata capace di perdonarla come invece seppe fare spesso lei quando fu in vita.
Ad ennesima dimostrazione di come la storia sappia spesso essere maggiormente crudele proprio verso coloro che sono animati dalle migliori intenzioni.
Autore MLG
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