Recensione: Ines dell'anima mia
Ines
dell'anima
mia
Struttura
del
romanzo
“Ines dell'anima mia” è un romanzo storico dell'autrice peruviana Isabel Allende ed è stato pubblicato nel 2006.
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Copertina del romanzo casa editrice Feltrinelli editore |
La vicenda è ambientata nell'America latina del 1500' e verte principalmente sulla conquista del Cile da parte dell'impero spagnolo di Carlo V.
Tale conquista avvenne per mezzo della personale iniziativa dell'hidalgo spagnolo Pedro de Valdivia.
Tuttavia nel libro il punto di vista narrativo di suddetta vicenda è quello di una figura veramente d'eccezione, oserei dire una donna davvero unica per il tempo in cui visse: la conquistadora Ines Suarez.
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Copertina del romanzo |
Ines Suarez è un personaggio storico realmente esistito e per 10 anni a partire dalla conquista del Cile, è stata l'amante di Pedro de Valdivia.
Questa donna contribuì da sola a dare un'impronta femminile (nonché fondamentale) alla fondazione della città di Santiago del Cile; e con essa allo sviluppo che ne conseguì grazie al suo ruolo di governatrice (titolo conferitole dallo stesso Valdivia).
Ad oggi Ines Suarez sia pur in maniera nettamente minore rispetto a Valdivia, è commemorata come un personaggio storico di tutto rispetto.
Il libro per essere un romanzo storico apparentemente è abbastanza breve (almeno fisicamente) ed è composto da sei capitoli che di fatto sono lunghi come intere parti.
Questa struttura sinceramente non mi ha fatto impazzire.
Trovo appesantisca troppo la narrazione, specie se il lettore non ha la possibilità di leggere l'intero capitolo (che ripeto è lunghissimo) ed è costretto per vari motivi ad interrompere la lettura.
Oltre alla conquista del Cile che come già detto è il perno principale della vicenda, la storia racconta la biografia della stessa Ines.
Infatti l'intera opera non è che un gigantesco flash-back dove abbiamo una Ines ormai 70enne che sta cercando con molta fatica di mettere insieme i suoi ricordi.
Ormai sente di essere giunta alla fine e ha deciso di lasciare per iscritto (aiutata dalla figlia Isabel de Quiroga) la storia di tutta quanta la sua vita.
A causa della veneranda età spesso la memoria le gioca brutti scherzi; per questo il romanzo è costellato di ripetizioni concettuali come ad esempio il descrivere ripetutamente le violenze fisiche e sessuali perpetuate dagli spagnoli nei confronti degli indios. Senza contare la presenza di continue ma brevi anticipazioni su ciò che accadrà in seguito.
Tutto questo effettivamente ben si sposa con una mente anziana che ormai collega i propri ricordi a seconda di come questi vengono sul momento.
Idea molto carina devo dire.
Ad ogni modo oltre alla conquista del Cile viene approfondito quello che di fatto è stato l'incontro più importante della vita della nostra conquistadora: quello con Pedro de Valdivia.
Non a caso, il secondo capitolo (lunghissimo) del romanzo è praticamente tutto incentrato sulle vicende passate dell'hidalgo prima del loro fatale incontro.
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Copertina del romanzo |
Qui Ines racconta la vita dell'uomo che ha segnato profondamente il suo futuro e quindi il suo destino, consegnandola così dall'anonimato più assoluto, alle pagine immortali dei libri di storia.
Ines
Suarez,
la
conquistadora
La conquista del Cile fu una totale piega inaspettata presa del destino di questa donna. La prova lampante di come spesso la gloria non si cerchi, ma ad essa si venga semplicemente chiamati.
Ines Suarez nasce a Placentia (Spagna) all'incirca nel 1507. Vive l'infanzia ed la giovinezza in una famiglia abbastanza modesta che apparentemente la condanna ad un'esistenza di totale anonimato.
Vive con la madre, il nonno e la sorella minore. Ines ha un carattere forte, indomito, ribelle e focoso; decisamente poco in sintonia con quella che dovrebbe essere l'indole di una donna dell'epoca cinquecentesca.
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Possibile ritratto di Ines Suarez |
A causa della sua minore avvenenza rispetto a quella della sorella e per risparmiare i soldi della dote, Ines viene destinata a rimanere zitella e quindi a soggiornare per sempre nella casa materna nel ruolo di ‘badante' del nonno.
Ines ovviamente non accetta il destino scelto per lei e nel giro di poco tempo sposa per conto proprio Juan di Malaga, il suo primo marito.
Nel romanzo il loro rapporto è di natura prettamente adolescenziale: in pratica sono attratti solo fisicamente l'uno dall'altra. Entrambi sono sensuali, passionali ed affascinanti ma è l'unica cosa che effettivamente li unisce.
Juan è un beone, dissipatore di denaro, giocatore d'azzardo e non ha nessuna voglia di lavorare. Ines però è talmente soggiogata da questa relazione fisica che accetta di lavorare come sarta e cuoca di empanadas (fagottini di pasta ripieni di carne e verdure) per pagargli i debiti. Oltre a pagare per tutti i danni che provoca in giro.
Ines non prova alcuna stima per il marito, ma è una situazione che sa di non poter cambiare. È consapevole dell'errore del suo matrimonio, ma le basta avere dei figli di cui occuparsi per accettare il tutto. Figli che però non arriveranno.
Intanto suo marito preso dalla fregola dell'avventura nonché consapevole che il loro matrimonio ormai è una pura questione di forma, decide di partire alla volta delle Americhe in cerca di fortuna. Esattamente come quasi tutti gli spagnoli dell'epoca.
Ines lo lascia andare senza remore. Non le interessa che fine potrebbe fare. Nel libro infatti lei lo chiama sempre Juan di Malaga, quasi a voler ribadire continuamente la profonda distanza emotiva che la separa da quell'uomo.
Il problema è che poco tempo dopo la sua partenza, Ines finisce per rendersi conto di come la vita in Spagna le stia sempre più stretta.
La Spagna del 1500' (siamo durante l'impero di Carlo V) è una società bigotta, completamente chiusa, dove una donna con un temperamento come il suo rischia seriamente di finire nell'oscura rete dell'Inquisizione spagnola di cui giustamente, ha il sano terrore.
Prima che possa effettivamente fare dei danni a se stessa, decide di approfittare del fatto che il marito si trovi nel Nuovo Mondo per poterlo raggiungere e scappare così da quella società divenuta fin troppo pericolosa.
L'unico modo per una donna di arrivare nelle Americhe era infatti ‘il ricongiungimento familiare' ossia raggiungere il proprio consorte già sul posto.
Ines ha dei seri dubbi sul fatto che Juan sia ancora vivo dato che non ha più sue notizie da molto tempo, ma decide ugualmente di usarlo come scusante per fuggire.
Il viaggio per nave sarà di una pesantezza devastante per tanti motivi: l'assenza di cibo, la sporcizia, il mal di mare, la carenza di acqua e le molestie dei marinai a cui solo grazie alla sua forza e determinazione riesce a sottrarsi.
Infatti una volta giunta nel Perù di Francisco Pizarro, la donna scopre che suo marito è effettivamente morto. Ma decide comunque di restare.
Da questo punto in poi, il romanzo entra veramente nel vivo.
Come abbiamo già detto, abbiamo un secondo capitolo che introduce al lettore la figura di Pedro de Valdivia e tutto il suo vissuto personale. Fino ad arrivare all'incontro con la nostra protagonista.
La loro storia d'amore durata 10 anni sarà la molla principale che farà scattare la conquista del Cile e tutto ciò che conseguentemente comporterà.
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Ritratto di Pedro de Valdivia |
Ines si rivela una donna decisamente straordinaria a modo suo, forse anche troppo per una lettrice profana come me. Donna focosa, diretta, sensuale ed indomita, sa cucinare, cauterizzare ferite e cucire. Sa persino trovare l'acqua grazie a un bastone di legno.
È leale a Valdivia e al loro amore come neanche il più fedele dei suoi commilitoni.
Per questo e non solo, non c'è uomo che non la desideri e non c'è persona che non finisca per stimarla.
Ines ha un coraggio da leoni e non si tira indietro davanti a nulla, nemmeno al combattimento diretto con tanto di armatura; anche se come tutte le persone dell'epoca, ha sicuramente una moralità tutta sua.
Ad esempio, commette un omicidio per legittima difesa e prova un gran senso di colpa; ma non si fa problemi in guerra a decapitare sette indios loro prigionieri e a lanciare le loro teste contro i compatrioti manco fossero palle da bowling.
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Interpretazione pittorica di Ines e il lancio delle teste |
Non manca però di essere una donna molto riflessiva quando il caso lo richiede, e spesso per amore di Valdivia accetta di mettere a tacere il proprio pensiero al fine di non discutere con il compagno, la cui natura e' molto autoritaria.
Tanto per far capire la profonda devozione che lega la donna al suo mentore, amante, protettore e migliore amico.
Durante i lunghi e sofferti anni della conquista, ne succederanno davvero di tutti i colori: complotti, guerre, gelosie, tradimenti. Mi ha molto colpito come pur essendo un romanzo storico, questa vicenda sia davvero ricolma di colpi di scena che assolutamente non mi aspettavo.
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Interpretazione pittorica di una Ines combattente |
Riesco a spiegarmelo solo pensando al fatto che obiettivamente la storia del Cile non è famosa presso noi contemporanei europei e che quindi il nostro essere obiettivamente poco informati, ci predisponga maggiormente al fattore sorpresa che esso suscita.
L'autrice ha chiarito nell'epilogo del libro come abbia fatto delle ricerche accurate sul personaggio di Ines Suarez.
Invece per quelle che sono state le mie di ricerche, devo dire che il libro è molto fedele alla storia vera e che l'autrice a livello narrativo non si è inventata quasi nulla.
Tuttavia se la struttura romanzesca dal punto di vista narrativo è perfetta, dall'altra parte ci presenta uno scarsissimo approfondimento psicologico dei personaggi, portando a concentrare il tutto solamente sulla protagonista e su Pedro de Valdivia.
La relazione con l'hidalgo mi ha fortemente impressionato dato il forte retrogusto d'immortalità che lascia nel lettore.
Un qualcosa che giudico pari solo alla relazione tra Paolo e Francesca vista nell'Inferno dantesco. Tuttavia questa relazione termina dopo 10 anni. I motivi li scoprirete leggendo.
Ines finisce così per legarsi al secondo uomo che stima di più al mondo, finendo addirittura per adottarne la figlia come propria: Rodrigo de Quiroga.
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Ritratto di Rodrigo de Quiroga |
Accanto a lui Ines troverà quella pace interiore che non ha mai posseduto e che non avrebbe mai potuto avere accanto ad un uomo come Valdivia, in cui ardeva la stessa fiamma inestinguibile di una passione pari soltanto alla sua.
Il secondo matrimonio salva sicuramente la vita ad Ines, che ricambierà il suo nuovo marito con un amore ed una devozione forse pari a quella che aveva per il suo ex amante.
(Infatti Ines e Valdivia non poterono mai convolare a nozze in quanto lui era già sposato con Marina Ortiz de Gaeta che in tutto il libro sarà in Spagna e non avrà nessuna rilevanza nelle vicende narrate).
Lascio comunque ai lettori di questo romanzo il giudizio se questo matrimonio sia stato effettivamente una panacea anche per la sua anima, specie considerando che questa storia a detta della stessa Ines alla figlia, parla di lei.
Di lei e Pedro de Valdivia.
Considerazioni
finali
È davvero un bellissimo romanzo storico. Più ci si avvicina al finale, più il dolore da catarsi cresce rapido e silente come malerba.
Mi ha colpito molto il voltafaccia improvviso di Valdivia, la scoperta della vera identità dell'indios Felipe ma soprattutto il finale: tremendo, terribile, inaspettato.
In una parola: memorabile.
A questo romanzo rimprovero soltanto la pesante struttura narrativa che rende il tutto non agevole da leggere se si ha poco tempo a disposizione e lo scarso approfondimento psicologico dei personaggi che francamente avrei davvero gradito.
Ad essere veramente ben caratterizzati sono soltanto Ines e Valdivia. La prima ai miei occhi forse pecca di un'esagerata costruzione alla Wonder Woman (non c'è una cosa che questa donna non sappia fare) che la rende qualcosa di più simile ad un personaggio televisivo che ad una donna in carne ed ossa.
Per il resto la struttura a flash-back e la risoluzione finale della vicenda, lasciano ben poco spazio alle critiche.
“Ines dell'anima mia” è davvero un romanzo che innesca delle emozioni tali da far male al cuore.
Pardon, all'anima.
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