Racconti storici: L'ultima alba inglese
L’ultima
alba
inglese
Il potente
rintocco delle campane nell’abbazia di Westminster, fa echeggiare prepotentemente
in tutto il suo circondario, una melodia lenta ma allo stesso tempo opprimente;
un suono lugubre, a tratti profondamente angoscioso.
È notte
fonda nella magnifica residenza londinese di sua maestà il re d’Inghilterra ed
è appena scoccata la mezzanotte. All’esterno dell’edificio, la neve caduta nei
giorni antecedenti si è ormai completamente congelata, finendo col creare praticamente
in ogni angolo della città, un profondo strato di ghiaccio duro e spesso.
Lungo le strade non c’è nessuno, a parte il lento girovagare delle guardie
reali attorno al palazzo e con loro un mesto andirivieni di servitori e
messaggeri, quest’ultimi silenziosi e rigidi quasi fossero degli attori in un
masque di statue viventi.
Fa
talmente freddo che non si sente neppure il lontano abbaiare dei cani o il
rumoreggiare degli ubriaconi appena usciti dalle osterie. Non si sente neppure
il leggero sibilare del glaciale vento di tramontana ed il fiume Tamigi è
completamente ghiacciato. Ovunque v’è silenzio, ed ogni cosa appare come immota
per l’eternità.
Anche
all’interno di Whitehall, l’atmosfera è parimenti silente. Solo nella camera da
letto reale un uomo gigantesco, obeso e dal volto completamente deformato dal
proprio grasso, si agita come un naufrago che sta per affogare. Questi ha
letteralmente fatto cadere in terra tutte le coperte ed i numerosi cuscini
ricamati che ricoprivano il suo enorme letto a baldacchino, poiché un improvviso
mancamento di fiato lo ha di colpo destato dal suo già leggerissimo sonno.
Agitandosi
come un neonato in fasce e con il volto completamente congestionato, l’uomo ha immediatamente
chiamato attorno a sé tutti i propri medici, i quali però non sanno più che
rimedio dargli. A parte suppurare la cronica ferita sulla sua gamba come sempre
strabordante di pus, non c’è molto altro che riescono a fare per lui. Pertanto
questi continuano a gesticolare nervosamente correndo da una parte all’altra,
per poi infine guardarsi fra loro con espressione completamente smarrita.
Enrico
VIII d’Inghilterra dopo aver emesso un altro rantolo ed aver chiesto ulteriori
cuscini per sollevarsi e respirare meglio, osserva poi con espressione sdegnosa
i volti dei suoi dottori.
Non
hanno idee, non sanno cosa potergli somministrare; tuttavia dalla loro
espressione tirata e chiaramente rivolta verso il basso, il sovrano inglese
intuisce qualcosa di più della loro semplice incapacità di curarlo. Legge nei
loro occhi una verità da cui è rifuggito per tutta la vita, ma che ora si sta
palesando dinanzi a lui, potente come solo un’ineffabile certezza sa essere:
sta morendo. Ad un certo punto, il monarca osserva in lontananza proprio sulla
soglia della porta, uno dei suoi medici parlare concitatamente con lord Edward
Seymour, lo zio di suo figlio. Se dovesse morire, questi diverrà Lord Protettore
fino alla maggiore età di Edoardo, ora un bambino di soli nove anni. Seymour
avrebbe governato per conto del piccolo re con l’ausilio di un consiglio regale
istituito appositamente per lo scopo. Re Enrico l’aveva ideato basandosi
sull’idea avuta da suo padre il giorno in cui l’aveva lasciato orfano e re a
soli diciotto anni, nel lontano 1509. Infatti il vecchio re aveva lasciato
pochi e fidatissimi consiglieri a governare, nascosti dietro la facciata regale
del figlio. Lui invece, non potendo fidarsi praticamente di nessuno, aveva
scelto consiglieri sicuramente fidati, ma anche abbastanza numerosi da non poter
in alcun modo prevaricare il figlio fino alla sua maggiore età. Inoltre, designando
il suo zio più amato e preparato per poterlo guidare, ne avrebbe protetto anche
l’incolumità personale. Pertanto il monarca vedendo ora i suoi dottori parlare privatamente
con il futuro Lord Protettore d’Inghilterra, capisce come la situazione sia
esattamente come intuita. È finita. Tutti si stanno preparando a seppellire la
sua carcassa e ad ogni secondo che trascorre, il fiato gli viene ancora meno
come per dargliene un’ulteriore conferma. Del resto mancano cinque mesi al suo cinquantacinquesimo
compleanno; ha raggiunto un’età straordinaria, superando anche il suo stesso padre.
Perciò
il re a questo punto con un appena accennato gesto del braccio, congeda
stancamente i suoi valletti da camera e tutti gli altri medici ancora lì presenti.
Se non servono a niente, tanto vale che se ne vadano. Tuttavia come ultimo
ordine, chiede con un fil di voce di mandare a chiamare il suo buffone Will
Somers e di farlo venire immediatamente da lui. Con tale ordine, il sovrano
lascia completamente costernati tutti i suoi interlocutori. Una volta più del
solito.
“Sì- rantolando- Chiudi
la porta, lascia che quel branco di ruffiani si torca le budella fino
all’ultimo. Vieni, siediti qui, al mio fianco, affinché possa vederti bene in
volto. Sei arrivato subito.”
“Difficile impiegare più tempo, visto che
ero proprio dietro la porta.”
“Eri a vegliare su di me?”
“Non faccio praticamente altro da quando vi
conosco; e comunque sapevo che mi sareste venuto a chiamare.”
“E come lo sapevi?”
“Quando un uomo sta per morire solitamente
desidera avere attorno a sé solo le persone che gli vogliono bene. Ed io so,
come lo sapete anche voi, che qui dentro di persona che vi vuole veramente bene
ci sono solo e soltanto io.”
“Pensi che morirò Will?”
“Perché perdere tempo a parlare con un
buffone sennò?”
Enrico
ridendo: “Hai perfettamente ragione.”
“Di che cosa volete parlare?”
“In realtà non lo so. Di cosa parla un
uomo quando sta per morire?”
“Ho sentito dire che di solito questi rivede
tutta la propria vita come in un lampo ed in base a come si sente mentre lo fa,
si può fare un’idea del destino che l’aspetta nell’aldilà.”
“A me non è successo.”
“Forse avete bisogno di una spinta. Forse
per questo mi avete chiamato. Quelli che avete congedato poco fa erano i medici
del vostro corpo; ora che loro non possono fare più nulla per voi, avete bisogno
di un dottore che curi le ferite della vostra mente. Una volta curate quelle,
sarete pronto e potrete andar via più sereno.”
“E tu saresti un medico della mente?
Credevo lo fossero i preti.”
“I preti e neanche tutti, curano solo l’anima.
E a costoro vi rivolgerete solo quando sarete davvero pronto, perché se la
mente non fa ammenda di ogni sua ferita, difficilmente riuscirà a capire in
quale modo poter far redimere l’anima. Per quanto riguarda me, sono un uomo
d’infinita modestia, ma sta di fatto ho vissuto abbastanza da capire molte cose.
Nella vostra corte ho potuto vedere e sentire praticamente di tutto. E quando
mi annoiavo, leggevo i libri della vostra biblioteca, dove ho imparato tante
cose sulla mente umana e sul suo funzionamento. Ecco, adesso posso anche
dirvelo.”
“Leggevi i miei libri Will?!”
“Quando ero bambino, per una pura
casualità, ho salvato la vita ad un monaco italiano che stava per finire
calpestato da un cavallo imbizzarrito. Lui per gratitudine mi ha insegnato
tutte le cose che sapeva. Fra queste, anche il latino. Del resto mica potevo stare
sempre a camminare a gattoni, a lanciare frutta, a fare scherzi idioti ai
vostri cortigiani oppure battute sconce sulle ultime mode delle signore.
Anch’io ho bisogno di elevarmi ogni tanto. Sono un uomo prima ancora che un
buffone. E come mi diceva sempre quel monaco parlando del poeta italiano Dante
Alighieri: ‘Fatti non foste ...’”
“Risparmiami, per favore.”
“Perché? Era così a tema ed ero pure
ispirato.”
“Sto morendo e tu pensi alla poesia?”
“Allora ditemi voi a cosa devo pensare. Io
so solo che là fuori c’è una marea di gente sulle spine e voi avete mandato a
chiamare il vostro stupido buffone. Dovreste vederli Enrico! Sono così rigidi
che sembrano loro quelli che stanno per andarsene.”
“Assurdo. Sto morendo e tu mi parli come
se non ci stessimo congedando per sempre.”
“Lo faccio perché non ci sono rimpianti
fra noi. Dal giorno in cui il mio amico mercante Richard Fermor è rimasto
colpito dal mio brillante acume e poi mi ha presentato a voi, non ci siamo mai
più separati. E cosa ancora più importante, ci siamo sempre detti la verità.”
“Era il 1525, me lo ricordo. Avevi un
umorismo salace, ironico e spesso dissacrante. Mai nella mia vita avevo
interagito con una persona così. Mi hai colpito subito e mi sei piaciuto come
per istinto. Sei sempre stato l’unica persona di cui davvero mi sia potuto
fidare.”
“E gli altri?”
“Gli altri chi?”
“Le altre persone che avete incontrato.
Siete il re d’Inghilterra, avete conosciuto tanta di quella gente da bastarvi
per tre vite. Penso sia alquanto paradossale che io sia l’unico che vi abbia
davvero ispirato fiducia.”
“Non saprei dire in effetti.”
“Volete parlarne?”
“Di cosa?”
“Di quelle persone. Quelle che sono
entrate nella vostra vita, che hanno lasciato un segno, per quanto doloroso a
volte. E se ora ad un passo dalla fine riuscirete a rimembrarle, vuol dire che
avete un conto in sospeso con loro ma soprattutto con voi stesso. Ma tuttavia
devo avvertirvi: non sarà un’esperienza né bella, né tantomeno piacevole. Il
ricordo potrebbe farvi stare molto male ma siccome io sono qui per guarire la
vostra mente, non avrò nessuna pietà nel farvi riaffrontare il passato. Questo
voglio che lo sappiate sin d’ora. Allora siete pronto?”
“Ammetto che da quando sei entrato e mi
hai fatto il discorso sulle persone che ho amato, d’istinto ho pensato ai miei
genitori.”
“Re Enrico VII Tudor e la regina
Elisabetta di York, certo. Vi amavano?”
“No, per niente. Ecco perché ora li penso.
Forse.”
“Interessante. Parlatemi di loro. Io non
li ho mai visti né conosciuti. All’epoca ero a Calais come sapete, ma nel mio
bivaccare nei corridoi dei vostri palazzi, ho osservato tutti i ritratti dei
vostri antenati, imparando facilmente a riconoscerli. E a volte, anche a farmi
un’idea su di loro. Si possono capire tante cose dal modo in cui qualcuno
sceglie di essere immortalato.”
“Credo che i miei genitori siano le due
persone che mi siano mancate di più in tutta quanta la mia vita. Specialmente
mia madre. Se ne è andata quando avevo undici anni e solo il cielo sa quanto
abbia sofferto la sua mancanza. Mi è mancata ogni santissimo giorno della mia
vita e mi manca ancora di più adesso, perché so che saremo nuovamente divisi in
morte come lo siamo stati in vita. Non la rivedrò mai più ancora una volta.”
“Che persona era?”
“Non ho mai avuto molte occasioni per
stare con lei. Era la regina ed ovviamente doveva stare con mio padre. Io per
tutta l’infanzia sono cresciuto nel palazzo di Eltham assieme ai miei fratelli Arturo,
Margherita e Maria. La incontravamo durante le feste e le occasioni ufficiali.
Ed ovviamente, molto di rado potevamo parlare da soli. Era la donna più bella
del mondo Will.”
“Sì lo era, ho visto anche il suo ritratto.”
“Era sempre dolce ed affettuosa con noi
bambini. Ma con mio fratello Arturo lo era molto di più. Non so come spiegarti
… ci guardava in modo diverso. Quando guardava Arturo vedevo un misto di amore,
adorazione ed orgoglio, mentre quando guardava me, vedevo affetto e basta. Le
nostre governanti nella nursery mi avevano raccontato di come io assomigliassi
tanto a suo padre, mio nonno re Edoardo IV. Mi ero anche fatto raccontare ogni
cosa su come mio nonno avesse detronizzato il vecchio re Enrico VI Lancaster,
sai, il fratellastro dell’altro mio nonno, Edmund Tudor. Non solo; ma anche di
come mia madre fosse nata da un matrimonio di pura passione tra mio nonno ed una
sua suddita, mia nonna lady Elizabeth Woodville.”
“Ah praticamente come avete sempre fatto
voi con le vostre unioni.”
“Da bambino mi sono sempre identificato
con mio nonno: un uomo alto, eroico, bello e
fascinoso. Spesso cercavo anche d’imitarne gli atteggiamenti in modo che
mia madre mi vedesse uno York, proprio come lei. Ma non penso abbia mai
veramente apprezzato.”
“Forse non amava suo padre. Ci avete mai
pensato?”
“Da adulto ho scoperto altre cose su di
lui. Me le sono fatte raccontare dalla sorella di mia madre, mia zia Caterina
di York; tu l’hai conosciuta come contessa del Devon. Mi ha detto che mia madre
non aveva mai perdonato i loro genitori per quelle famigerate scelte che poi le
hanno messe in pericolo per tutta la vita. Mio nonno pare fosse terribilmente
incline sia al peccato di gola che alla lussuria. Comunque di fatto né lui né
la moglie sono stati in grado di proteggere i loro figli. Se mio nonno avesse
avuto maggiore cura di sé stesso ma soprattutto della sua pericolosissima
famiglia, non sarebbe morto lasciando come erede un ragazzino di neanche
tredici anni in balìa di un destino avverso da lui stesso creato.”
“Parlate
dei vostri zii re Edoardo V e Riccardo il duca di York, immagino. Sono
conosciuti come ‘I principi della Torre’ se non erro.”
“Mio zio Edoardo V fu re per modo di dire.
Mio nonno sul letto di morte aveva nominato Lord Protettore d’Inghilterra il
fratello minore: Riccardo Plantageneto, il duca di Gloucester. E lui ha impiegato
pochissimo tempo a rinchiudere nella Torre entrambi i miei zii, i suoi nipoti,
due bambini di neanche tredici e dieci anni. Questo nell’attesa di
un’incoronazione che di fatto non ci fu mai. Il tutto mentre Gloucester con l’appoggio
dei nobili faceva approvare il ‘Titulus Regius’, una legge che invalidava il
matrimonio dei miei nonni. In questo modo aveva reso illegittima tutta la loro
prole, ivi compresa mia madre. Poi Gloucester ha fatto semplicemente sparire i
miei zii. Mia madre nel mentre si era rinchiusa nella cripta dell’abbazia di
Westminster, assieme alla madre e alle sorelle. L’avevano fatto per salvarsi da
Gloucester, nel frattempo divenuto re Riccardo III al posto del mio
giovanissimo zio. Ovviamente aveva fatto tutto questo con il beneplacito degli
altri nobili, traditori fin nel midollo delle ossa tanto quanto lui. Chissà che
fine avrebbe fatto mia madre, se mio padre non avesse conquistato il trono e
non l’avesse salvata sposandola. Pensa che prima del loro matrimonio, mio padre
aveva fatto annullare il ‘Titulus Regius’ rendendola nuovamente una principessa
di diritto.”
“Immagino che grazie a questo lei lo abbia
amato davvero molto.”
“Sì … purtroppo sì.”
“Perché ‘Purtroppo’? A me sembra una cosa
bella.”
“Era un matrimonio combinato ma
effettivamente è stato un successo. Ma del resto non riesco ad immaginare
diversamente; mia madre era letteralmente un angelo disceso dal cielo, tanto
nell’aspetto quanto nel carattere. Abbastanza ironico che sia nata da due individui
lussuriosi come i miei nonni. Comunque era una donna eccezionale, nessuno al
mondo sarebbe mai stato capace di non amarla.”
“Continuo a non capire il perché di quel ‘Purtroppo’.”
“Mia madre è morta il giorno del suo
trentasettesimo compleanno, a causa della febbre puerperale. È morta dopo aver
partorito una mia sorella che non è vissuta nemmeno una settimana.”
“E allora?”
“Mio fratello Arturo è morto quando avevo
dieci anni e la sua dipartita mi aveva reso l’erede al trono. La sua morte li
aveva distrutti Will. Quel giorno me lo ricordo ancora come se fosse ieri: con
mio padre furioso e disperato per il dolore e mia madre che si era accasciata a
terra urlando istericamente fino a strapparsi tutti i capelli. Mio padre non mi
accettava come erede come non mi aveva mai accettato come figlio. E lei per
amore, pur di compiacerlo, a trentasei anni dopo già sei gravidanze, gli aveva
proposto di avere un altro bambino, ben sapendo quanto fosse pericoloso alla
sua età. Tutto questo perché a mio padre io non bastavo come erede o
semplicemente non ero abbastanza per lui.”
“Credo che lui si sia sentito molto in
colpa per questo.”
“Ha passato il resto della sua vita rinchiuso
in una stanza. I primi tempi aveva tentato di convolare a nozze con altre donne,
ad esempio Giovanna di Castiglia o Margherita d’Austria. Poi quando ha
realizzato che nessuna donna al mondo sarebbe mai potuta essere come mia madre,
si è semplicemente arreso. Lui aveva perso una moglie Will, ma io avevo perso
mia madre. Era mio padre ma giuro che questo non glie l’ho mai perdonato.”
“Non vi ho mai sentito parlare male di
vostro padre.”
“Lui è sempre stato e sarà sempre il mio
re. Ha fatto di me il principe ed il sovrano che sono diventato. Tutta la sua
vita per me è stata un esempio. Anche se mi detestava, anche se per lui non
valevo la metà di Arturo e non mi ha mai permesso di dimostrargli il contrario.”
“Ma perché vostro fratello era così tanto
amato?”
“Non l’ho mai effettivamente capito. Forse
perché era il primogenito. So solo che erano orgogliosi di lui, che lo vedevano
come un re fatto e finito, come colui che avrebbe portato una nuova Camelot in
Inghilterra. Io invece ero il figlio che doveva diventare chierico ed infatti per
buona parte della mia vita ho studiato per questo. Mio padre immagino
detestasse la mia somiglianza con mio nonno. Ha passato quattordici anni in
esilio per colpa sua. Quando mio nonno ha vinto definitivamente contro i
lancastriani di re Enrico VI, lui essendo il nipote del re sconfitto, è dovuto
fuggire in Bretagna per il resto della vita. Mio nonno spesso l’aveva cercato
per ucciderlo, in quanto era l’ultimo erede del casato di Lancaster. Ma non ci
è riuscito ovviamente.”
“Dite che rivedeva in voi il suocero?”
“Tu come ti comporteresti se tuo figlio
assomigliasse all’uomo che odi di più al mondo?”
“Voglio credere che vostro padre andasse
ben oltre queste cose e che la vostra sia solo un’impressione. Forse i vostri
genitori erano semplicemente delle persone fredde e di fatto incapaci di farsi
comprendere da dei bambini. O forse ancora più probabilmente, loro stessi erano
stati allevati in questo modo.”
“Mio padre forse. Mia madre non credo. In
ogni caso con Arturo ci riuscivano benissimo.”
“Ci riuscivano con il figlio Arturo o con
il loro erede, il principe di Galles?”
“Sarebbe la stessa cosa.”
“No, per niente. Vostro padre interagiva
con Arturo come faceva un re con il suo successore e vostra madre, nata
principessa di sangue reale, faceva altrettanto. Erano più affettuosi con lui?
Lo coccolavano? Lo riempivano di regali o di complimenti davanti a tutti? Lo
viziavano?”
“No ... quello lo facevano di più con me.
Lui era l’erede al trono quindi doveva comportarsi con la responsabilità che il
suo rango imponeva.”
“Vi siete appena risposto da solo. Immagino
che anche Arturo si sentisse poco amato rispetto a voi, solo che lui non poteva
certo lamentarsi.”
“Stai dicendo che Arturo era migliore di
me?”
“Sto dicendo che sia pur in modo diverso,
siete stati amati entrambi ed il fatto che vi siano sembrati più legati a
vostro fratello sta solo e soltanto in una cosa: lui è morto a quindici anni. Voi
no, grazie a Dio.”
“Mi mancano Will.”
“Io penso che siano sempre stati con voi,
anche se non li potevate vedere.”
“Mio padre lo rivedrò di sicuro. Ed anche
mia nonna. Spero solo che il mio operato come re l’abbia convinto più di quanto
non l’abbia fatto il mio essere figlio suo. Mia madre invece … lei è troppo
vicina a Dio perché possa sperare di raggiungerla.”
“Pensate che rivedrete vostro padre e chi
altri? Vostra nonna?”
“Sì mia nonna, la contessa di Richmond.
Lady Margaret Beaufort.”
“Non l’ho mai conosciuta.”
“Ovvio, è morta due mesi dopo che sono
diventato re. Ma non penso ti sarebbe piaciuta. Anzi, penso ti avrebbe dato un
sacco di materiale per le tue barzellette. Era una donna formidabile e
terribile nello stesso tempo. Colta, brillante ma anche inquietante, invidiosa
ed astiosa.”
“In realtà pensando ai quadri che ho visto
su di lei e a ciò che mi state dicendo voi ora, si sta formando nella mia mente
un’immagine ben precisa.”
“Io l’ho scoperto solo da adulto e sempre
grazie a mia zia Caterina di York. Pensavo che nella sua scalata al trono mio
padre avesse fatto tutto da solo; invece ad aiutarlo e a cospirare contro i
miei nonni materni all’epoca sul trono, c’era sempre stata lei. Era una donna
del casato di Lancaster, cresciuta a pane e odio verso gli York. Detestava mia
madre e l’aveva accettata come nuora solo per convenienza politica. Infatti non
le aveva mai permesso d’influire nelle faccende di governo. Lei voleva essere
la sola consigliera di mio padre, il quale ovviamente, la stimava moltissimo.”
“E con voi com’era?”
“Paradossalmente era l’unica che mi
trattava con vera ammirazione. Anche troppo. Ma era una donna acida e biliosa,
specialmente con mia madre e la mia povera sorellina Maria, colpevole soltanto
di essere bella come mia nonna Elizabeth Woodville che per inciso, lei aveva
sempre invidiato con tutta sé stessa. Era pesante, ossessiva e soffocante. Io ero il
suo nipote preferito, anche più di Arturo, nonostante la rassomiglianza con mio
nonno Edoardo. Infatti anche lei l’aveva notata, e questo mi fa capire come di
fatto non disprezzasse gli York tanto quanto lasciasse sempre intendere.”
“A volte si disprezza solo ciò che non si
può avere.”
“Infatti. Ma i Lancaster ci hanno
guadagnato parecchio ad avere la mia terribile nonna dalla loro parte.”
“Più i Tudor credo. Da plebei a nobili
grazie all’ex regina Caterina di Valois, che dopo la vedovanza da re Enrico V ha
sposato il vostro bisnonno guardarobiere Owen Tudor; poi da nobili a reali
d’Inghilterra grazie ai complotti di vostra nonna contro gli York. I Tudor
devono davvero tanto alle donne.”
“Io non penso di dovere loro qualcosa.”
“No, voi avete solo contribuito ad
allargare la voragine. Grazie a voi ben sei donne sono passate alla storia ed
il merito è solo vostro. L’unico re che è riuscito a rendere sei regine
consorti più importanti, amate e popolari di lui.”
“Non fa ridere Will.”
“Non intendevo far ridere. È la verità.
Pensateci: avete trasformato la pulciosa e tarlata corte di vostro padre in un
centro rinascimentale pari solo a quelli italiani; siete stato un grandioso
mecenate per poeti, musicisti, artisti, filosofi e uomini nuovi della politica
come Wolsey o Cromwell. Avete liberato l’Inghilterra dal giogo papale senza
distaccarvi dalla vera fede, una cosa che è stata fatta solo in Francia ai tempi
di re Filippo IV. Avete trasformato l’Inghilterra in una vera potenza e
consolidato completamente l’autorità della corona; ma tutto ciò per cui verrete
per sempre ricordato è che avete sposato sei donne e ne avete fatte decapitare
due.”
“Sai benissimo perché l’ho fatto Will.”
“Io lo so anche se non l’ho mai veramente
compreso. E dubito che i posteri riusciranno a comprendere più di me, visto che
di voi conosceranno ancora meno.”
“Non sarebbe mai accaduto niente se
Caterina d’Aragona mi avesse dato l’erede di cui avevo bisogno; ci sarebbe
stata una sola regina, ossia lei. E forse un’altra dopo la sua eventuale
dipartita ma non di più.”
“‘Caterina d’Aragona’ addirittura? Siete
stati sposati quasi vent’anni e negli gli otto anni antecedenti è stata pure
vostra cognata. Adesso che fate prendete le distanze? Dalla madre di vostra
figlia maggiore per giunta?”
“Ho preso le distanze il giorno in cui ho
compreso su come mi avesse mentito. E tu Will lo sai benissimo.”
“Ah già la storia del matrimonio
consumato. Ma che differenza faceva se Caterina d’Aragona avesse consumato o
meno il matrimonio con vostro fratello Arturo? Che differenza ci sarebbe stata
con una qualunque altra vedova? Non siete forse ora sposato con una donna che
di mariti ne ha avuti ben due?!”
“Non è la stessa cosa.”
“Perché?”
“Perché Caterina mi aveva giurato prima di
sposarci, che non c’era mai stato un vero rapporto fisico fra loro. Diceva che
mio fratello era troppo timido e comunque neanche particolarmente attratto da
lei.”
“Sono stati sposati cinque mesi, tre dei
quali trascorsi da soli al castello di Ludlow. Soli soletti nello sperduto
Galles. I vostri genitori ce li hanno mandati apposta. Credevate davvero che
avessero passato tre mesi a guardarsi negli occhi e a parlare del tempo? A
sedici e quindici anni?”
“Doveva dirmelo.”
“L’avreste amata nello stesso modo se
l’avesse fatto? Perché lei vi amava Enrico. Vi amava più di quanto abbia mai
amato vostro fratello, poco ma sicuro.”
“Dici che mi amava?”
“Quando sono diventato vostro giullare,
stentavo veramente a credere che lei fosse vostra moglie. La vedevo come una
donna vecchia, noiosa, tristemente cupa sempre infagottata com’era nei suoi rigidi
abiti spagnoli. Ma quando vi guardava, vedevo una ragazzina. Aveva una luce
particolare nel suo sguardo azzurro e vi sorrideva sempre come non l’ho mai
vista fare a nessun’altro. E prima che me lo chiediate, sì, vi sorrideva anche
quando correvate dietro a Bessie Blount o ad entrambe le sorelle Bolena.”
“Quando ho conosciuto Caterina avevo dieci
anni. Ricordo che dopo essere sbarcata in Inghilterra nel Novembre del 1501 a
seguito di una terribile tempesta, il suo seguito aveva allestito un piccolo
accampamento nel villaggio di Dogmersfield. Mio padre e mio fratello erano
andati a trovarla una sera per dirle che il matrimonio sarebbe avvenuto il 14
di quel mese e che io l’avrei scortata alla cattedrale di Saint Paul per le
nozze. Poi l’avevano lasciata sola senza darle alcuna notizia, senza nemmeno
chiederle se avesse avuto bisogno di qualcosa.”
“Non molto regale in effetti.”
“Mio padre non voleva assolutamente che la
raggiungessi nonostante glie l’avessi anche chiesto. Del resto lei doveva
fraternizzare con Arturo non con me. Ma io ero troppo curioso. Non avevo mai visto
una principessa straniera; le uniche donne di sangue reale che conoscevo erano
mia madre, le mie zie York e le mie sorelle. Inoltre avevo sentito Arturo dire
prima a mia madre e poi a Margherita, che Caterina era davvero bellissima.”
“E che avete fatto?”
“Ho radunato un piccolo seguito con la
scusa di una caccia al falcone. Cavalcando apparentemente senza meta, alla fine
l’ho raggiunta e devo dire che era stata felicissima della mia visita. Abbiamo
trascorso insieme tutta la giornata dacché avrei dovuto fermarmi solo poche
ore. Abbiamo conversato, ballato e fatto pure una partita a scacchi. Per tutta
la giornata lei non ha mai menzionato né mio padre né Arturo. Ed era rimasta
visibilmente dispiaciuta quando sono andato via. Ma del resto, lo ero anch’io.”
“Come mai?”
“Mio padre e mia nonna non mi avevano mai
permesso di avere dei veri compagni della mia età a parte le mie sorelle. Mio
fratello ad un certo punto aveva lasciato Eltham ed era andato a vivere nel
Galles dove aveva un seguito di giovani scelto appositamente per stare con lui
quale futuro re. Caterina poi era davvero di una bellezza disarmante: aveva dei
capelli che sembravano fatti di fuoco, ti giuro Will emanavano una luce
interna. Aveva degli occhi azzurri che sembravano due lembi di cielo sottratti
agli angeli. Poi aveva un viso chiaro, rotondo ed arrossiva molto facilmente
quando le parlavo. Poi sorrideva sempre. Mai avevo incontrato una ragazza così
somigliante a mia madre e per giunta principessa come lo era lei. Infatti si
erano immediatamente piaciute.”
“Mai avrei immaginato che Caterina
d’Aragona fosse capace di ridere di vero cuore.”
“Quando sei venuto a corte ormai eravamo
sposati da sedici anni. Aveva perso tutti i nostri figli a parte Maria, ed era
invecchiata di conseguenza. Oltre al fatto che già dopo la morte di nostro
figlio Enrico si era chiusa in mondo tutto suo. Non aveva più interesse per nulla
che non fosse il pregare convulsivamente ed ossessivamente. Portava sempre un cilicio sotto le vesti che le scorticava la pelle. Pensavo che Caterina fosse
una ragazza allegra e brillante, invece era solo la brutta copia di quella
pazza fanatica di sua madre.”
“Quante volte ha provato ad avere figli?”
“Credo non abbia mai smesso fino al giorno
in cui la natura le ha dato la conferma definitiva che era inutile provarci.
Comunque ha perso la nostra prima figlia, poi è nato nostro figlio Enrico che è
morto appena due mesi dopo la nascita. Mentre ero in guerra contro la Francia ha
avuto un aborto, poi ha avuto un maschio prematuro deceduto qualche ora dopo,
poi Maria ed infine un’altra bambina morta.”
“Non si può certo dire che non ci abbia
provato a darvi un erede.”
“Non ho mai sostenuto questo. Se mi avesse
detto da subito che il nostro matrimonio era maledetto perché aveva consumato
le sue nozze con Arturo, entrambi ci saremmo risparmiati un sacco di sofferenze
ed io non avrei dovuto ripudiarla.”
“Però il Deuteronomio dice chiaramente che
se una donna rimane vedova, il fratello minore di suo marito deve sposarla per
garantire una discendenza al defunto congiunto.”
“Così pensavo anch’io. Ma evidentemente ci
sono casi e casi come espresso chiaramente nel Levitico. Capirlo veramente fa
parte dei misteri della fede, altrimenti non si capisce perché non sia riuscita
a darmi un maschio mentre invece altre donne ci sono riuscite.”
“Jane Seymour e … ah già, la cameriera
Blount.”
“Bessie era la domestica personale di
Caterina. Siamo stati amanti per tanto tempo e mi ha dato un figlio
meraviglioso. Quando è nato non volevo riconoscerlo all’inizio. Non volevo assolutamente
mortificare mia moglie, devi credermi. Ma lei aveva appena perso la nostra
ultima figlia e tutta l’Inghilterra ci guardava con sospetto o con derisione;
dovevo dimostrare loro che il problema non ero assolutamente io.”
“Perché?”
“Perché cosa?”
“Perché era così importante che la colpa
non fosse vostra? Perché era necessario fosse solo della principessa vedova?”
“Non volevo che la gente mi vedesse debole
o incapace di compiere il mio dovere.”
“L’avete messa incinta sei volte. Mi pare
che abbiate perfettamente dimostrato di saper compiere il vostro dovere.”
“Intendo dare un erede al Paese. E sai
benissimo che Maria non era adatta al trono come non lo è nemmeno ora se è per
questo, anche se l’ho inserita nella successione subito dopo Edoardo. L’ho fatto
per dimostrarle che la considero mia figlia nonostante tutto, ma resto comunque
dell’idea che ho sempre avuto.”
“Sapete cosa penso io invece?”
“Cosa.”
“Che vi siete intestardito con questa
storia perché temevate che il mondo facesse un confronto fra voi e vostro
padre. E poi fra voi ed Arturo. Lo stesso motivo per cui vi siete sempre dato
esageratamente da fare per eccellere in tutto. Vostro padre era avaro e
sospettoso? Voi avete eccelso in prodigalità e fiducia nel prossimo, almeno
all’inizio. Arturo era un intellettuale ma era negato negli sport? Voi avete
studiato il doppio di lui e vi siete circondato di gente di cultura; poi vi
siete dedicato a primeggiare anche in ogni attività agonistica. Vostro fratello
non è riuscito ad ingravidare la sua sposa in tre mesi? La prendete voi e ci
riuscite in un mese. Vostro padre vi teneva lontano da vostra madre e vostro
fratello era il suo prediletto? Allora voi vi prendete una giovane copia dall’accento
spagnolo, rubandola proprio a quel vostro fratello così simile a vostro padre.”
“Stai dicendo che ho sposato Caterina solo
per non sentirmi inferiore a mio padre e a mio fratello?”
“Penso di sì. Ogni volta che vi guardavo,
voi e la principessa vedova mi sembravate sempre più madre e figlio piuttosto
che marito e moglie. Inoltre avete perso ogni adorazione per lei nel momento in
cui avete realizzato come lei non fosse vostra madre. Vostra madre ha dato due
maschi al Paese ed è morta giovane compiendo il suo dovere di regina. Caterina
invece aveva fallito ed era ancora viva a portarvi solo imbarazzo. Al contrario
della vostra tanto adorata Jane Seymour che vi piace ricordare sempre nelle
vostre preghiere.”
“Hai delle teorie veramente assurde Will.”
“Penso che avreste sposato Caterina
d’Aragona indipendentemente dalla consumazione del matrimonio con vostro
fratello. E vi siete dovuto arrendere solo quando la natura delle donne ha
detto basta lasciandovi senz’altra scelta.”
“Io non l’ho uccisa Will. Perché so che lo
pensi, proprio come lo pensano tutti.”
“Non l’ho mai pensato neanche per tre
secondi. Nessun uomo che ha intenzione di uccidere la moglie perde quasi sette
anni del proprio prezioso tempo a cercare di ottenere un annullamento; e quando
non ci riesce, addirittura si proclama capo di una chiesa indipendente per
farlo. E non aspetta tre anni dalla nascita della figlia avuta con la nuova
moglie. Caterina d’Aragona è morta di vecchiaia al castello di Kimbolton,
esattamente dove l’avevate alloggiata dopo il ripudio. Aveva appena compiuto
cinquant’anni e non era mai stata una donna sana. Tutto sommato ha vissuto
anche parecchio.”
“Maria pensa che l’abbia uccisa. Non lo
dice, ma so che è così.”
“Ricordo, per la storia del cuore nero che
le hanno trovato dopo l’autopsia.”
“Non so perché avesse il cuore ridotto in
quel modo, ma se è stata avvelenata, quella è stata opera di Anna e della sua
famiglia, non certo mia.”
“Forse anche la principessa Maria pensa
che sia stata opera di Anna Bolena.”
“No perché anche ora che Anna è morta da tanto
tempo, so che dà un po' della sua colazione alla sua cagnetta prima di
mangiarla. Me l’ha riferito una dama del suo personale domestico.”
“Enrico, buon cielo e potete biasimarla?
Le avete tolto il titolo di principessa delegittimandola, l’avete separata
dalla madre, le avete tenute entrambe isolate e poi non avete nemmeno permesso
a vostra figlia di partecipare ai funerali quando la principessa vedova è
deceduta. Avete anche fatto decapitare la sua madrina, lady Margaret Pole. Che
cosa diamine vi aspettavate?”
“La colpa è stata solo e soltanto di
Caterina! Per l’annullamento le avevo proposto un accordo onorevole, sarebbe
andata a vivere in un convento servita e riverita come principessa vedova del
Galles, come mia amata cognata, il tutto a mie spese. Maria sarebbe potuta
andare a trovarla quando voleva ed avrebbe vissuto negli agi quale mia figlia!
Invece hanno preferito la loro ambizione, anzi Caterina da arrogante figlia di
Spagna qual è sempre stata, ha seguito la sua di ambizione, perché Maria si è
semplicemente lasciata convincere dalle isterie della madre.”
“Più che ambizione, credo lo vedesse come
un diritto suo e di sua figlia.”
“La corona non è un diritto. La corona è
un qualcosa che devi avere la capacità di preservare o di saperti conquistare.
Noi Tudor lo sappiamo molto bene. Mio nonno Edoardo era un Plantageneto ma ha
conquistato il suo trono. Mio padre ha fatto altrettanto solo che a differenza
sua è stato capace anche di conservarlo. Io ho fatto la stessa cosa e persino
la cara Caterina, tanto paladina dei diritti reali, è figlia di una donna che
ha sottratto il trono alla nipote, la figlia di suo fratello: ‘Juana la
Beltraneja’ la chiamavano, vera erede al trono di Castiglia. Molti l’hanno
dimenticato ma io no di certo. Anche se quando mi sono deciso per
l’annullamento, tutti si sono atteggiati a suoi paladini e salvatori a
cominciare dal nipote, l’imperatore Carlo, e poi la stessa Margaret Pole.”
“Lady Pole era cugina di vostra madre. Una
York come lei. Migliore amica della principessa vedova e madrina di vostra
figlia. L’avete scelta voi.”
“Ed infatti l’ho amata quasi come per
riflesso, solo in suo ricordo. Ma era una York, l’hai detto tu stesso. E loro
non si accontentano mai, ci provano sempre ad avvicinarsi al trono.”
“Enrico, era una vecchia con più di
sessant’anni. Ha servito vostro padre …”
“Era una York, una donna sconfitta da mio
padre. Che altro avrebbe potuto fare?”
“L’avete fatta decapitare senza che avesse
fatto nulla. E con lei anche il figlio, Henry Pole.”
“Will non dire che era innocente perché
non lo era! L’ho amata in ricordo di mia madre, ma era pur sempre la figlia di
Giorgio di Clarence, il fratello minore di mio nonno Edoardo. Questi ha tentato
di detronizzarlo non so quante volte, vendendosi sempre al primo capitato, fino
a quando mio nonno ha potuto farlo smettere soltanto uccidendolo. Lady Pole era
uguale a lui, ma solo più subdola. Ha firmato l’atto di successione, ha fatto
finta di accettare la mia riforma ma è rimasta fedele al Papa. Non ho mai
trovato le prove, ma sicuramente deve aver supportato anche il Pellegrinaggio
di Grazia. Dopo la nascita di Edoardo, stava cospirando con gli altri nobili
papisti per far sposare Maria con suo figlio Reginald, in modo da riportare
così la vecchia fede e detronizzarmi. E ci sarebbe tranquillamente riuscita
Will! Bastava semplicemente ‘riesumare’ il ‘Titulus Regius’ di suo zio Riccardo
III e noi Tudor, gli eredi di mia madre, come anche i Courtenay gli eredi di mia zia, saremmo diventati tutti dei bastardi.
Ho avuto paura per Edoardo. Poi avrebbero fatto come mio padre: una volta morti
io e mio figlio, l’avrebbero nuovamente abrogato in modo che Reginald Pole
l’erede di Riccardo III e della rosa bianca, potesse sposare l’erede dei Tudor,
ossia mia figlia Maria.”
“Voi Tudor in questo avete insegnato
molto.”
“Anche troppo. Quando poi ho saputo che
dalla loro parte avevano anche il Papa e l’imperatore Carlo, che è nipote di
Caterina e cugino di Maria, ho dovuto agire di conseguenza. Ho estirpato la
pianta Plantageneta per sempre. Ho finito ciò che aveva iniziato mio padre
quando aveva ucciso sia i pretendenti York che lo stesso Edward di Warwick, il
fratello di lady Pole. Avrei già dovuto capirlo quando ho visto che Reginald
Pole non mi stava minimamente aiutando ad ottenere l’annullamento da Caterina.
Dopo che gli ho pagato gli studi per tutta la vita! Si vedeva già re con Maria
al suo fianco. Ma io li ho distrutti. È rimasto solo il figlio più giovane,
Geoffrey Pole, che ha tranquillamente venduto madre e fratelli per un piatto di
minestra. Si vede proprio che è il nipote di Giorgio di Clarence.”
“Reginald Pole ha studiato dai monaci
certosini ed ora è cardinale. Insomma la sua posizione era comunque già chiara,
indipendentemente da vostra figlia e le pretese Plantagenete.”
“Io ho pagato i suoi studi, non il Papa.
Io sono il suo re ed era me che doveva servire. Adesso che grazie al suo
splendido lavoro ha una madre ed un fratello sottoterra, capirà definitivamente
a chi avrebbe dovuto dare la sua lealtà. E comunque Margaret Pole era molto più
leale a Caterina che a me. Altro che cugina di mia madre ed affetto parentale!
Preferiva mia moglie, una spagnola che nulla aveva a che fare con lei. Doveva
pagare, mio padre non me l’avrebbe mai perdonato se non l’avessi fatto. Invece mia
madre ha perso tanti di quei congiunti, spesso annientati fra di loro, che sono
certo non li avrebbe mai preferiti ai suoi veri eredi.”
“La principessa Maria però non aveva alcuna
colpa di tutto questo.”
“Infatti non volevo coinvolgerla. Maria è
mia figlia. Anche se lei ora mi vede come un tiranno, io la conosco fin troppo
bene. È stata la mia unica figlia legittima per tanti anni. Will non è adatta a
regnare. Sono suo padre, queste cose le so. Maria sa qual è il suo dovere ed in
assenza di scelta sarebbe diventata regina senza alcun dubbio. Mia figlia è
regale e coraggiosa come una vera York ma non è affatto adatta al comando,
proprio come non lo erano loro. Maria è una ragazza emotiva, tende a lasciarsi
trascinare dai sentimenti e dalle persone che ama. È andata dietro al fanatismo
di sua madre e se non l’avesse fatto, Caterina alla lunga, avrebbe ceduto.
Maria tutto quello che voleva e che vuole tutt’ora, è solo un marito e dei
figli.”
“E perché non l’avete fatta sposare ed
avete permesso che arrivasse a trentun anni ancora zitella?”
“L’ho fidanzata decine di volte quando era
bambina, tu lo sai: con mio nipote Giacomo di Scozia il figlio di mia sorella
Margherita, con l’imperatore Carlo, il nipote di Caterina che poi l’ha pure
rifiutata, con Francesco di Francia o con suo figlio minore, all’occorrenza. Ma
il problema restava sempre lo stesso: Maria era la mia unica erede e questo
avrebbe causato una fusione fra la corona inglese ed un’altra, cosa che nessun
mio suddito avrebbe mai tollerato. Un principe straniero ma di rango inferiore
non sarebbe mai stato accettato. Invece maritarla ad un nobile inglese sarebbe
stata una vera follia perché così la famiglia di lui si sarebbe impadronita del
potere ed avrebbe scatenato una guerra contro tutte le altre famiglie inglesi;
in poche parole sarebbe nata una nuova guerra dei cugini. Per questo ho cercato
di avere un figlio da Anna, anche per liberarla da questo peso. E quando pure
Anna ha fallito, ho tentato di rendere erede mio figlio Henry Fitzroy ma purtroppo
se ne è andato anche lui. Poi per fortuna ho sposato Jane. Tuttavia anche dopo
la nascita di Edoardo il problema è rimasto.”
“La spaccatura fra papisti e riformisti?”
“Sì. Finché Edoardo non sarà uomo ed avrà
una discendenza tutta sua, qualunque papista sposando Maria, cercherà
d’impadronirsi della corona e riportare le cose a come stavano prima, quando
eravamo ancora tutti sotto il giogo di Roma. Ecco perché non ho potuto
maritarla a nessuno; e spero di cuore che anche se non è più giovanissima, si
sposi con un uomo a cui interessi lei e non ciò che potrebbe ottenere da lei.”
“Ciò non toglie che l’abbiate fatta
minacciare dal duca di Norfolk quando lei si è rifiutata di firmare il
giuramento e l’atto di successione: era a favore di Elisabetta e a discapito
suo.”
“Sapevo che avrebbe ceduto. Senza sua
madre si sarebbe convinta. Avevo fatto delle leggi che mandavano a morte
chiunque non le avessero firmate e non avrei certo potuto smentirmi con mia
figlia. Doveva imparare a rispettarmi, anche con la forza se necessario. Sapevo
che col tempo prima o poi avrebbe compreso come l’abbia fatto anche per lei. E
comunque l’atto non era per privilegiare Elisabetta, ma era stato concepito solo
nella speranza che Anna mi desse un figlio maschio in tempi brevi e
consolidarne quindi i diritti.”
“Non penso l’abbia capito. Forse dovevate
dirglielo direttamente.”
“Non mi avrebbe creduto. Dovrà arrivarci
da sola quando sarà il momento.”
“Lo spero. Perché non l’ho più vista
sorridere dall’ultima volta che ha abbracciato sua madre, anche se modestia a
parte, quando m’impegnavo ero l’unico a riuscirci.”
“Ripeto: è colpa di Caterina. Potevamo
uscirne tutti benissimo e lei come sempre ha scelto la via più triste, proprio
come la sua persona. Mi spiace solo che abbia reso così anche mia figlia.”
“Potevate evitare d’isolare la principessa
vedova a Kimbolton con poche dame. L’avete lasciata sola come un cane. E
potevate almeno leggere una delle tante missive che vi ha inviato.”
“No, perché se avessi usato la mano
morbida avrebbe continuato a credere di potermi far cambiare idea. E delle sue
lettere ne ho letta una, la prima, tanto sarebbero state tutte uguali. Dei veri
e propri predicozzi, sempre con quel suo fare arrogante tipico degli spagnoli.
Si è sempre sentita superiore perché figlia di reali di diritto e zia dell’uomo
più potente d’Europa. Pensava di spaventarmi. Pensava di minacciarmi. Non la
sopportavo più Will. Non ho letto nessuna delle lettere successive solo per non
infuriarmi ancora di più, perché avrei davvero potuto perdere il controllo
delle mie azioni.”
“In questo avete realizzato come la
principessa vedova non fosse affatto simile a vostra madre.”
“Ancora con mia madre? La vuoi lasciare in
pace?”
“Comunque dubito che Caterina d’Aragona vi
abbia fatto arrabbiare quanto un’altra donna che ben conosciamo.”
“Anna … lei non mi ha fatto arrabbiare
Will. Lei è stata il più grande errore della mia vita. Una faccenda ben diversa.”
“Pensavo fosse stata Katherine Howard, la
piccola Kitty, ad essere stata il più grande errore della vostra vita.”
“No, la puttanella Howard è stata
sicuramente un errore ma non paragonabile ad Anna Bolena. Con Anna ho avuto una
figlia, e quindi la cosa ha riportato strascichi decisamente peggiori.”
“Allora finalmente ammettete che la
principessa Elisabetta è davvero vostra figlia?”
“Così dicono tutti.”
“A me non interessa ‘cosa dicono tutti’
voglio sapere cosa credete voi! Quando guardate Elisabetta, in lei cosa
vedete?”
“Vedo Anna. Nient’altro.”
“Questo devo essermelo perso. Non sapevo
che Anna Bolena avesse i capelli rossi come i Tudor, che avesse l’incarnato
pallido come il vostro, non sapevo avesse lo stesso volto aguzzo e le stesse labbra
di vostra nonna lady Beaufort. Una volta per prenderla in giro, le ho detto che
aveva la stessa faccia oblunga della nonna di suo padre e che crescendo sarebbe
diventata una specie di uccello, non una ragazza. Non si è assolutamente
offesa, anzi si è messa a ridere dicendo che gli uccelli sono tutti liberi e
bellissimi. Come se essere paragonata alla nonna brutta del proprio padre fosse
il più bel complimento del mondo. Ha un sacco di senso dell’umorismo al
contrario di Maria.”
“Come Anna.”
“Adesso ne parlate come di una scomunica;
ma avete ribaltato l’ordine naturale del mondo per averla. Questo non potete
negarlo.”
“Non lo nego infatti.”
“Cosa ci vedevate di tanto eccezionale in
lei? Non piaceva a nessuno. A dirla tutta, non piaceva nemmeno alla sua
famiglia, gli Howard come gli stessi Bolena.”
“All’inizio ammetto di essere stato
attratto solo da sua sorella. Siamo stati amanti per qualche anno.”
“Maria Bolena, me la ricordo. Ha lasciato
la corte poco dopo la nascita della principessa Elisabetta. È stata scacciata perché dopo la
morte del primo marito si era risposata senza permesso con un soldato, Stafford
mi pare si chiamasse. Era una donna bellissima ma soprattutto sensualissima,
qualunque cosa facesse o dicesse. In Francia era stata l’amante di re
Francesco.”
“Si lo so. Dopo la nascita di mio figlio
Henry Fitzroy avevo deciso di non avere più delle amanti nubili. Da una parte era
comodo perché così avevo la certezza che un eventuale bambino sarebbe stato veramente figlio
mio, ma dall’altra però era stato troppo imbarazzante. In seguito era stato
maledettamente complicato trovare un marito per Bessie. Ho cercato di tenere
Fitzroy lontano dalla corte, non tanto per Caterina quanto per Maria.
All’inizio ho provato a farli stare insieme affinché crescessero come fratello
e sorella ma non c’è stato niente da fare. Maria lo rifiutava a priori,
sicuramente istigata da Caterina. Comunque quando l’ho conosciuta Maria Bolena
si era appena sposata ed era un’esperta cortigiana; faceva proprio al caso mio.”
“Durante la vostra relazione ha avuto due
figli.”
“Mi pare si chiamino Catherine ed Henry
Carey. In ogni caso non posso esser certo che siano figli miei. Maria era una
donna sposata e sicuramente non trascurava suo marito. Qualunque donna avrebbe
cercato di far passare come mio il proprio figlio. Ad ogni modo per avere la
coscienza a posto, ho donato a William Carey diverse proprietà alla nascita di
entrambi i bambini. In modo che si sentisse comunque ricompensato.”
“Dite la verità. Tra le due sorelle chi
era meglio a letto?”
“Maria ovviamente! Ma si sa … con la
moglie certe cose non si possono fare anche se Anna nel periodo in cui la
corteggiavo non lesinava nell’usare i trucchi francesi. Diceva che lo faceva
solo perché non potevamo consumare la nostra unione. Infatti dopo il nostro
matrimonio aveva smesso. Avrei tanto voluto che oltre a quello avesse dismesso anche il suo orrendo carattere.”
“Ossia?”
“Gelosa, sospettosa, irosa, aggressiva e
non sapeva mai tacere al momento opportuno.”
“Strano, queste sue caratteristiche le
amavate un tempo.”
“Come dicevo, all’inizio non l’avevo
notata; anche se in teoria, l’avevo vista per la prima volta proprio qui ad una
festa, quando questo palazzo si chiamava York Place ed apparteneva ancora al
cardinale Wolsey. Ero troppo preso dalla prorompente sensualità della sorella.
Poi però col tempo anche Maria a modo suo è diventata noiosa. Poi quando ho
iniziato a sospettare che frequentasse sia me che suo marito, la faccenda aveva
iniziato a crearmi un certo disgusto. Poi durante una partita a bocce, ho
finito per notare Anna. Non l’avessi mai fatto.”
“Cosa avete notato esattamente?”
“Le dame di corte erano praticamente tutte
uguali: sia nel vestire che nel portamento. Lei invece indossava abiti scuri
alla moda francese ed aveva un accento marcato dovuto all’assidua
frequentazione infantile con le corti di Margherita d’Asburgo e re Francesco.
Indossava sempre pochi gioielli, ma con gusto. Era capace di conversare
praticamente di tutto. Leggeva più libri di quanto non avessi mai visto fare ad
una donna, a parte Caterina. Anche se spesso la mia prima moglie mi dava
l’impressione che non leggesse per passione, ma solo per dovere. Anna invece
leggeva qualunque cosa e parlava fluentemente latino, francese ed inglese
ovviamente. Era molto elegante e raffinata. Mi ricordo che quando si guardava
attorno sembrava sempre una donna che non sapesse il motivo per cui si trovasse
dov’era.”
“Cioè?”
“Che non fosse quello il suo posto.
Immaginava altri Paesi, altre realtà e non faceva mistero di annoiarsi al
servizio di Caterina.”
“Che l’Inghilterra non fosse il suo posto,
aveva certamente ragione.”
“Ad oggi non so dirti se mentisse oppure
no. La vedevo rifiutare la compagnia degli altri cortigiani, rideva solo alle
mie battute e mi portava sempre i suoi libri, alcuni anche eretici, perché
diceva che un re deve sapere tutto e non può permettersi di conoscere il mondo
a metà.”
“Tanto torto non ne aveva.”
“So solo che mi ha spinto a fare cose che
non mi sarei mai sognato neanche nelle mie fantasie più sfrenate.”
“Peccato che la maggior parte di queste
comprendesse eliminare molte persone dalla vostra vita.”
“Più la conoscevo, più ne rimanevo affascinato.
Non avevo mai visto una donna come lei, tanto che persino Caterina ad un certo
punto mi appariva sempre più scialba e noiosa. Anna m’incoraggiava a seguire le
mie intuizioni perché secondo lei era il modo in cui Dio stava cercando
d’illuminarmi.”
“Strano come Dio v’illuminasse sempre a
fare solo cose a suo favore.”
“Non me ne rendevo conto. La vedevo come
una sicurezza, un baluardo in un momento della mia vita in cui ero in crisi
profonda. Sposato da tanti anni con una donna sterile, un figlio illegittimo ed
un’erede femmina neanche in buona salute. I nobili in virtù di questo stavano
diventando sempre più ribelli e lo spettro di un’altra guerra per il trono si
stava materializzando davanti a me senza che potessi farci nulla.”
“Intendete il duca di Buckingham?”
“La guerra dei cugini sai come scoppiò
vero? I discendenti di re Edoardo III erano troppo numerosi e al tempo c’era un
re debole sul trono, Enrico VI. Plantageneti dei rami di Lancaster e York si
sono letteralmente annientati a vicenda e mio padre alla fine ne è uscito
vincitore. Il duca Edward Stafford era un discendente diretto di re Edoardo III
e come tutti gli Stafford aveva sempre puntato al trono. Ci avevano già provato
durante il regno di Riccardo III e ci avrebbero riprovato anche con me sul
trono. Andavano distrutti. E senza un erede maschio la situazione poteva solo
peggiorare.”
“Molti nobili tra cui Buckingham,
lamentavano che avevate dato troppo spazio al cardinale Wolsey escludendo loro
dal governo del Paese.”
“Wolsey era il figlio di un macellaio di
Ipswich. Era nato poverissimo e faceva da elemosiniere a mio padre per poi
passare a me appena incoronato. Lavorava di continuo, era infaticabile. Nessuno
di tutti loro avrebbe potuto servirmi anche solo la metà di ha fatto lui. Era
un fantastico diplomatico, magnifico organizzatore, stratega, perfetto gestore
delle finanze. Altro che loro, invidiosi e basta. Avevano un mare d’interessi
personali e mai mi avrebbero servito allo stesso modo. Semplicemente non sopportavano
di vedersi rimpiazzati da un parvenu.”
“Per questo avete fatto condannare a morte
Wolsey?”
“È morto per un malore improvviso.”
“Durante il viaggio che lo stava portando
al suo processo per alto tradimento, dove sarebbe stato condannato a morte. Da
voi.”
“Io non volevo Will, ma Anna continuava a
dire che Wolsey fosse solo un traditore. Era riuscito a farmi avere sempre
qualunque cosa chiedessi ma in quattro anni non mi aveva fatto avere l’unica
cosa a cui tenevo veramente, l’annullamento da Caterina. Mi aveva promesso che
l’inchiesta voluta dal Papa sul mio matrimonio sarebbe stata la soluzione
definitiva. Un maledetto processo durato praticamente un’eternità dove Caterina
mi aveva fatto fare la figura dello sporco bugiardo adultero e che alla fine si
era pure concluso con il nulla più assoluto. Il cardinale italiano Lorenzo
Campeggi se ne era andato e aveva rimesso ogni decisione nelle mani del Santo Padre,
il quale da parte sua, continuava a nicchiare per via di Carlo, il nipote di
Caterina, che intanto lo teneva letteralmente sotto scacco. Ho dovuto punirlo;
gli avevo tolto la carica di Lord Cancelliere e poi l’avevo rimandato nel suo
arcivescovado a York.”
“E vi siete preso questo suo palazzo, che
avete ribattezzato Whitehall.”
“Lo sai benissimo che dopo l’incendio nel
palazzo di Westminster ero rimasto senza un’adeguata residenza londinese.”
“Eh sì di palazzi ne avete sempre avuti così
pochi.”
“Non colgo l’ironia. Comunque volevo spingerlo
a darsi immediatamente da fare per tornare nelle mie grazie. Avrebbe pressato
il Papa pur di tornare ad avere ciò che gli avevo tolto, e quantomeno per
sfinimento, questi avrebbe ceduto. Wolsey era fatto così. Invece quando Anna è
venuta a riferirmi che lui dal suo arcivescovado stava vendendo a Carlo di
Spagna informazioni sul mio conto per poter avere delle cariche di prestigio a
Roma, non ci ho visto più. Ho pensato che alla fine fosse come tutti gli altri;
che una volta terminata la convenienza, non gl’importasse più nulla del suo re.
Ho ascoltato Anna e l’ho fatto arrestare.”
“Siete pentito di averlo fatto?”
“A volte sì a volte no. La verità è che mi
ha guidato e protetto per anni, specie quando ero giovanissimo e poco incline a
governare, lo ammetto. Ma Anna è stata molto più convincente di lui.”
“Strano come una donna quindici anni più
giovane di voi e figlia di un semplice amministratore sia riuscita a farvi fare
così tante cose.”
“Te l’ho detto era un periodo terribile;
mi sentivo confuso ed avevo la certezza che ci fosse qualcosa di profondamente
sbagliato nella mia vita. Anna mi era sembrata veramente la soluzione a tutti i
miei problemi.”
“Alcuni problemi li avete sicuramente
risolti, ma se ne sono creati molti altri.”
“Non sono pentito di aver rotto con Roma
se è questo che intendi. L’Inghilterra dev’essere libera, solo i dogmi e la
fede devono essere preservati …”
“Mentre il denaro e le rendite dei
monasteri possono tranquillamente restare qui a vostra disposizione.”
“Non vedo perché un perfetto sconosciuto
scelto a Roma da altri sconosciuti debba prendersi le rendite dei luoghi di
culto del mio Paese. Paese che io amministro e dove io faccio le leggi. Qui ci
può essere un solo re, e quello sono io. Il Papa ha lo stato pontificio
appunto, ed è lì che deve riscuotere. L’hanno capito tempo addietro i francesi,
l’hanno capito anche i tedeschi non vedo perché non debbano capirlo pure gli
inglesi.”
“Quindi è solo una questione economica.”
“La fede è una cosa e quella non cambia;
le decisioni di natura terrena son tutt’altra faccenda. Il Papa non può venirmi
a dire che il mio matrimonio è benedetto da Dio quando sono l’unico monarca del
mondo cristiano a non avere un erede maschio. Non può dire che la volontà di
Dio sia che io subisca i ricatti di mia moglie e dell’imperatore spagnolo che
per inciso, in quanto cugino di mia figlia, ha tutto l’interesse che lei sola erediti.
Io prendo ordini da Dio. Lui mi parla ed io ascolto. Oltre a lui, nessun’altro.”
“Sicuro che sia la voce di Dio e non
semplicemente quella di persone faziose?”
“A volte Dio ci mette davanti certe persone
affinché ci diano il coraggio di compiere determinate scelte. Scelte che da
soli né faremmo né penseremmo di fare. Forse era questo lo scopo del mio
incontro con Anna; certo non quello di darmi un erede, cosa che effettivamente
non è stata in grado di fare perché era una peccatrice ben peggiore di Caterina.
Dio non voleva che mi compromettessi sposandola, ma voleva che attraverso di lei
io arrivassi a comprendere la vera strada da seguire.”
“Indubbiamente vi ha spinto molto bene; mi
ricorda una donna della vostra famiglia che ha saputo fare altrettanto.”
“Chi?”
“Vostra nonna.”
“Mia nonna?”
“Vostro padre non avrebbe mai pensato al
trono d’Inghilterra se non fosse stata lei a spingerlo, a sostenerlo e a
complottare per lui. Poi lo ha consigliato dopo che è diventato re, dal primo fino
all’ultimo giorno. E non aveva un carattere di miele a quanto mi risulta. Una
donna bruna, dallo sguardo nero e sempre vestita nel medesimo modo. Vi ricorda
qualcuno?”
“Prima dici che ho sposato Caterina
pensando a mia madre ed ora dici che ho amato Anna pensando a mia nonna?!”
“Penso che nella vita certi schemi tendano
a riproporsi. L’ho visto anche in famiglie dove certi legami affettivi sono venuti
meno come nel vostro caso. Eravate in un momento di crisi nera ed avete trovato
una donna che ha saputo risvegliare in voi una parte di voi stesso che non
conoscevate, una consigliera che Wolsey non poteva essere. Lui era troppo
ancorato al sistema e la vostra prima moglie ancor peggio.”
“Anna era un’adultera, una strega,
un’incestuosa ed una traditrice. Mia nonna era la donna più pia e devota mai
vista.”
“Sapete cosa diceva il duca di Buckingham?
Che vostra nonna era una pazza esaltata ed era considerata solo una lancastriana
folle e maniaca di protagonismo durante il regno di vostro nonno Edoardo. Non
solo; pare sia stata lei e non re Riccardo III a far uccidere i vostri zii York,
i giovani principi della Torre. Questo farebbe della vostra santa nonna pure
un’infanticida. Poi però ha fatto ottenere il trono al figlio, e come per
magia, si è trasformata in una santa. Sotto gli York una fanatica sovversiva,
sotto i Tudor la salvatrice del Paese. Chissà che un giorno anche la vostra
peccaminosa seconda moglie non diventi un’eroina sotto il regno di qualcun
altro.”
“Stai farneticando Will.”
“Mica tanto. Il marito di vostra nonna, lord
Thomas Stanley assieme al nonno del duca di Buckingham all’epoca avevano
accesso alla Torre dove erano tenuti prigionieri i vostri zii, i principi.
Farli sparire e far passare Riccardo per un assassino sarebbe stato
semplicissimo. In questo modo vostra nonna avrebbe tolto di mezzo due
scomodissimi rivali che tutti avrebbero comunque preferito a vostro padre,
anche se dichiarati bastardi.”
“Se sai tutte queste cose perché le hai
fatte dire a me?”
“Perché questa è la vostra storia, non la
mia. Io sono qui solo per aiutarvi a comprendere meglio.”
“Non credo ad una sola parola delle
insinuazioni di quel traditore. Ed Anna non sarà mai ricordata per niente e per
nessuno.”
“Chissà. Ad ogni modo potete denigrarla
quanto volete; ma se avesse avuto un maschio, forse oggi la pensereste
diversamente.”
“Certo che la penserei diversamente! Anna
mi ha dato una figlia e poi ha avuto due aborti. Nel secondo aspettava un
maschietto, me l’hanno detto tutte le levatrici. Molti dicevano che avesse
avuto un altro aborto prima dell’ultimo e che l’avesse tenuto segreto. Una
donna così può avere solo un’anima nera ed un peccato grande come l’Inferno.”
“Anche la principessa vedova vi ha dato
solo una figlia viva ma non le avete dato della strega adultera e tutto il
resto.”
“Non è la stessa cosa.”
“E che differenza ci sarebbe?”
“Anna la odiavano tutti, compresa la sua
famiglia come mi hai detto anche tu poco fa. Non ha mai avuto amiche, era
sempre circondata da uomini. La cosa all’inizio non mi creava problemi, anzi ero
orgoglioso che mia moglie fosse sinceramente desiderata da tutti,
contrariamente a Caterina. Ma lei … non li allontanava, non disdegnava le loro
attenzioni e suo fratello… era sempre con lei. Ovunque. So che George Bolena trascurava
pesantemente la moglie ma in compenso era sempre con Anna. Una volta l’ho visto
congedarsi da lei abbracciandola stretta e dandole un bacio a fior di labbra.
Io di sorelle ne ho avute due e nessuna di loro l’ho mai salutata così. Poi
durante il nostro matrimonio ho iniziato ad avere problemi d’impotenza, lo
sanno tutti. Tutto questo non aveva niente di normale. Una moglie circondata da
uomini, compreso quel maledetto flautista Smeaton che si portava sempre
d’appresso; una donna che non riesce ad avere un figlio e io che
contemporaneamente divento impotente. Dio mi stava mandando un avvertimento:
Anna dopo aver ottenuto la corona era scivolata nel peccato ed io dovevo
allontanarmi da lei al più presto.”
“Questo è successo dopo il vostro
incidente.”
“Sì quando Anna era rimasta incinta del
maschietto che ha perso. Era la prima volta dopo la nascita di Elisabetta che
veniva a comunicarmi chiaramente una gravidanza. Perciò vedendola così
tranquilla ho indetto un torneo e vi ho partecipato. È stato l’inizio della
fine. Da allora la mia salute non è mai più tornata quella di prima. Una
vecchia ferita riportata da giovane sempre ad un torneo, si è riaperta e non
c’è stato più verso di farla riassorbire. Ho perso per sempre la piena mobilità
della gamba. Di colpo mi sono ritrovato dall’essere un uomo giovane ad un
vecchio schifoso lurido malato bastardo.”
“Non esageriamo adesso.”
“Anna invece di supportarmi e di
comprendermi, continuava a fare le stesse cose di prima. Non le importava nulla
che non potessi camminare, né giostrare, che stessi male da morire. Lei
continuava a civettare con i suoi giovani adoranti cortigiani, a ballare, a
spendere denaro in vestiti e gioielli costosissimi ed a pavoneggiarsi, il tutto
rigorosamente a mie spese. Non la sopportavo più ed in verità le cose erano
cominciate ad andare male già dopo la nascita di Elisabetta.”
“Cioè?”
“Non faceva che rimproverarmi per le mie
amanti. Certo, come se avessi potuto stare più di tre mesi senza una compagna
di letto! Urlava, strepitava davanti a tutti. Un imbarazzo assurdo. Una plebea
fatta e finita. Però ormai l’avevo sposata e dovevo sopportarla. Poi quando Dio
mi ha fatto capire che da lei non avrei avuto alcun principe ho dovuto avviare
un’inchiesta. Troppe cose non tornavano, la mia coscienza me lo imponeva.”
“La vostra coscienza o Jane Seymour?”
“Jane l’ho corteggiata poco prima che Anna
perdesse il nostro ultimo figlio. E di sicuro non ha mai avuto nulla a che fare
con la fine del nostro matrimonio.”
“Beh potevate far annullare le nozze come
avete fatto con la principessa vedova. Non era necessario mandarla alla spada
dicendo a mezzo mondo che Elisabetta era la figlia di Mark Smeaton, il suonatore
di flauto.”
“Will tu non puoi capire.”
“Aiutatemi a comprendere allora.”
“Will io a quella donna ho dato tutto me
stesso. Neanche a Caterina avevo mai dato tanto. Per nessuno ho immolato tutta
quanta la mia vita come ho fatto con lei. Ho perso per sempre l’affetto della
mia povera sorella Maria, ho perso l’amore di mia figlia, ho perso credibilità
all’estero, il mio migliore collaboratore, ho perso la mia salute e la mia
virilità per lei. Le ho dato tutto e lei ci ha sputato sopra come se il mio
amore non avesse mai contato nulla. Quando ho visto come mi ha trattato durante
la mia infermità ho avuto la prova di che donna fosse davvero: una strega che
non amava me, ma solo ciò che il re aveva da offrirle.”
“E delegittimare Elisabetta in tutto
questo a che serviva?”
“L’idea che Elisabetta non fosse mia
figlia non mi aveva mai neppure sfiorato. Poi una sera ricordo distintamente di
aver sentito il fratello di Anna ridere con Francis Weston. Erano ubriachi persi
ed erano appena tornati dal loro giro per i bordelli di Londra. Bolena si era
messo a ridere sguaiatamente dicendo che soffrivo d’impotenza e che non ero mai
stato in grado di montare una donna come sua sorella. Da lì ho capito che mezzo
mondo pensava che Elisabetta non fosse mia figlia. Perciò ho fatto quello che
ho fatto. Will non mi sono mai vergognato tanto in vita mia. Avevo troppa
rabbia. E vergogna. Non avrei sopportato oltre né lei né la sua famiglia, a
cominciare da suo fratello. Non volevo rivederli mai più.”
“Avete iniziato a soffrire d’impotenza
molto tempo dopo la nascita della principessa Elisabetta, me l’avete detto voi
stesso. George Bolena sicuramente si riferiva a quello.”
“Quando osservavo la gente avevo
costantemente la sensazione che stessero ridendo di me. Che mi vedessero come
un re bamboccio manovrato da una donnaccia. Da quando l’avevo conosciuta non
c’era stata una sola persona ad apprezzarla. Mai con Caterina mi ero sentito
così.”
“Ma vi siete ben guardato dal tornare da
lei.”
“L’ho lasciata perché avevo bisogno di un
erede e la situazione non era cambiata di molto. Infatti avevo chiesto a
Cromwell di trovare una scappatoia legale per far annullare le mie nozze con
Anna ma senza tornare da Caterina anche se era una cosa molto difficile.”
“Poco dopo la principessa vedova del
Galles è morta.”
“Come ti ho già detto, non l’ho uccisa io.
Ed Anna col suo solito pessimo modo di fare, il giorno della morte di Caterina
ha organizzato il ballo in giallo dove tutti dovevano essere vestiti color oro,
e lei straripante di gioielli più di tutti. All’epoca era incinta del nostro
ultimo figlio e solo per questo l’ho lasciata fare. In Spagna il giallo è il
colore del lutto reale, e l’ambasciatore Eustace Chapuys era rimasto talmente
disgustato dal velato insulto, da essere andato subito via.”
“Per forza avrebbe dovuto riferire al
nipote di Caterina d’Aragona che la corte stava ballando vestita nel lutto
spagnolo.”
“L’avrà detto anche a Maria. E lei mi avrà
odiato ancora di più.”
“Molto probabile.”
“Invece nemmeno io sono rimasto a lungo.
Mi sono allontanato dopo pochi brindisi ed Anna presa com’era dai suoi amanti, neanche
aveva notato la mia assenza. È stato lì che ho rivisto Jane.”
“In che senso rivisto?”
“In realtà l’avevo già incontrata prima che
si svolgesse l’udienza pontificia presieduta da Wolsey e Campeggi. Era venuta a
corte assieme alla sorella Elizabeth, anche lei come dama di Caterina. Solo che
io all’epoca ero troppo preso da Anna e di certo non andavo a trovare la donna
che stava per diventare la mia ex moglie. Anna era gelosissima.”
“Più che gelosa, non amava la concorrenza.”
“Comunque Jane stava sempre con Caterina.
La seguiva ovunque e lei non andava mai da nessuna parte escludendo la cappella
ed i suoi appartamenti privati. Un giorno per caso, si è persa mentre cercava
il breviario di Caterina mi pare. Era appena arrivata a corte e non aveva mai
vissuto in un palazzo reale. Si perdeva spesso. Comunque ha visto me ed Anna
litigare furiosamente per la storia dell’annullamento fino a quando Anna
sdegnosa ed inaffidabile come al solito, mi aveva accusato di voler far arenare
la causa per tenermi mia moglie e ridurla a farmi da amante. Proprio come avevo
fatto con sua sorella. Non perdeva mai occasione per rinfacciarmi la mia
relazione con Maria e di come all’inizio l’avessi preferita a lei.”
“Le donne sono notoriamente creature
invidiose. E fra sorelle lo sono ancora di più.”
“Io dopo che Anna mi aveva lasciato solo,
ero andato a guardare un ritratto di mio padre, appeso lì vicino. Ammetto che
in quel momento avrei dato tutto l’oro del mondo per potergli parlare, per
avere un consiglio, perché mi dicesse cosa fare. Ero distrutto perché a volte
non sapevo nemmeno io se stessi facendo la cosa giusta. Tutto quello che sapevo
era che non potevo tornare alla vecchia strada. Mentre ero assorto a fissare il
volto severo di mio padre, ho sentito il tocco leggero di una mano sulla mia spalla.
Era lei. Mi aveva visto solo e sconfortato ed era venuta di sua iniziativa a
tirarmi su di morale. Ma io in quel momento riuscivo solo a pensare ad Anna che
aveva minacciato di lasciarmi ed andarsene per sempre. Perciò l’avevo velocemente
ringraziata per poi correre a cercare quella malefica strega.”
“E a distanza di tanti anni l’avete
riconosciuta?”
“Sì. Mi ero affacciato alla finestra e lei
mi aveva messo una mano sulla spalla. Poi una volta girato, mi sono accorto che
era vestita di nero e mi voleva fare le condoglianze per la morte di mia
“cognata” chiedendo di portarle anche a mia figlia. L’unica dama a non aver
voluto partecipare allo squallido ballo di Anna e che si preoccupava
sinceramente per Maria.”
“La regina Jane non era bella, arguta,
elegante, di sangue reale e nemmeno tanto coraggiosa. Ma era tanto buona.
Talmente buona da pensare che potevate diventare un uomo migliore.”
“Che vuoi dire?”
“Vi ha visto ripudiare una moglie di cui
aveva tanta stima e poi decapitarne un’altra. Vi ha visto disconoscere le
vostre figlie. Eppure non ha mai perso la gentilezza nei vostri riguardi;
pensava seriamente di potervi rendere migliore, anche quando vi ha supplicato
di risparmiare la vita ai poveretti del Pellegrinaggio di Grazia. Caterina era semplicemente
rassegnata al vostro modo di fare, mentre Anna riusciva solo a tirare fuori il
peggio di voi. Lei invece era determinata a trovare anche qualcosa di buono e a
farlo venire alla luce.”
“Mi manca Will.”
“Qual era la cosa che la regina Jane amava
fare di più?”
“Che vuoi dire?”
“Quali erano le sue attività preferite? Il
suo cibo preferito? Il luogo che amava di più in assoluto?”
“Non saprei…siamo stati sposati solo un
anno e mezzo.”
“Enrico…lei adorava cucire. Era
golosissima di quaglie infatti per tutta la gravidanza del principe Edoardo non
ha praticamente mangiato altro. Voi stesso le avete mandate a prendere dalle
Fiandre per soddisfarla. E amava Wulfhall, la campagna in cui è nata, cresciuta
ed in cui grazie a voi, non è più potuta ritornare.”
“Will ora ricordo la vicenda delle
quaglie. Ma tutto il resto come fai a saperlo?”
“Enrico le sue giornate le trascorreva
sempre così e per quanto fosse una donna schiva, parlava sempre di Wulfhall,
del suo cane, della campagna e delle fragole. Sperava di tornarci e lo ribadiva
spesso.”
“Ci siamo ritornati. Quando mi sono
presentato ufficialmente a suo padre per chiederla in moglie.”
“Credo che la regina Jane intendesse
qualcosa di più di una breve visita di cortesia al padre ormai completamente
rimbambito.”
“Non mi ha mai detto nulla.”
“Glie lo avete mai chiesto o vi siete solo
interessato che avesse la nausea al mattino?”
“Che vuoi dire Will? Che sono stato un
pessimo marito perché non mi ricordo come amasse ricamare?”
“Dite che la regina Jane vi manca, ma non
sapete dire cosa vi manchi effettivamente di lei.”
“Mi manca la sua gentilezza, il suo
carattere affettuoso, era la cosa più bella che aveva.”
“Talmente bella che quando avete saputo
che non riusciva a partorire da sola, invece di decidere se salvare lei o il
vostro bambino, siete fuggito lasciando la responsabilità a coloro che erano
con lei.”
“Will non potevo proprio decidere tra la
sua vita e quella di nostro figlio.”
“Ci ha messo tre giorni a partorire il
principe Edoardo. Se non altro ha potuto almeno vedere suo figlio, prima di
morire.”
“Hai un tono accusatorio; come se fosse stata
colpa mia.”
“Non è colpa vostra la febbre puerperale che
l’ha uccisa dieci giorni dopo, ma è colpa vostra l’averla lasciata di nuovo da
sola senza neppure dirle addio. Credo che proprio nell’istante in cui moriva si
sia resa conto che non potevate assolutamente cambiare, né tantomeno
migliorare.”
“Smettila Will, non riesco a sopportarlo!”
“Che cosa non sopportate? Il ricordo di
voi stesso?”
“Will non ce la facevo! Perché non riesci
a capirlo?! Tu più di tutti quanti! Ho perso mia madre nello stesso modo, mi ha
lasciato esattamente così e senza neanche una parola, neanche un addio. Poteva
mandarci a chiamare, mandarmi due righe e non lo ha mai fatto!”
“Ed avete costretto vostra moglie a
riproporre lo stesso schema, anche se non voleva.”
“Eh?”
“Una giovane donna dal temperamento dolce e
docile con il suo consorte; una regina d’Inghilterra che muore di setticemia
tentando di dare un erede al Paese. Una donna che è morta pensando che l’uomo
per cui stava facendo un tale sacrificio valesse tutto lo sforzo possibile.”
“Di chi parli? Di mia madre o di Jane?”
“Perché c’è differenza? C’è mai stata una
vera differenza per voi?”
“Che vorresti dire?”
“Avete assurto Jane Seymour a ruolo di perfezione assoluta il giorno in cui vi ha dato il figlio tanto desiderato e nel farlo ha fatto la stessa identica fine della vostra impareggiabile madre. Quando vi ha supplicato di salvare i pellegrini papisti l’avete scacciata in modo orribile. Inoltre di lei non sapete nulla e non avete mai saputo nulla. Quando è morta non sembravate un vedovo che piange la moglie, ma un devoto che piange la morte della sua santa protettrice. Voi non amavate Jane Seymour ma soltanto l’idea che avevate di lei. Ovviamente un’idea pressoché identica a quella che avete sempre avuto di vostra madre la regina Elisabetta.”
“Dicevi che era Caterina quella che
somigliava a mia madre.”
“La regina Jane è morta prima di potervi dimostrare
quanto fosse diversa; la sua morte ha congelato per sempre l’idea mitica che vi
eravate costruito nella vostra mente. Caterina invece, alla lunga ha avuto
tutto il tempo per farvi capire il contrario. Ed infatti vi ha deluso ed è
finita come è finita.”
“Io… non è vero ciò che dici.”
“Per amore della regina Jane potevate anche
risparmiare i ribelli del Pellegrinaggio di Grazia, come potevate risparmiarvi
tante altre cose che avete fatto. Invece avete ordito un vero e proprio
massacro. Li avete perdonati e poi ucciso i loro capi a tradimento per poi
appenderli lungo tutti i crocicchi del nord. Avete punito le loro mogli che li
hanno seppelliti e non pago di questo, li avete fatti disseppellire per
appenderli di nuovo. Il tutto ignorando le lacrime della vostra adoratissima
moglie che ora dite vi manchi tanto.”
“Will, tu non sei re, certe cose non le
puoi capire e non le capirai mai.”
“Che cosa non posso capire esattamente?”
“Come essere re significhi proteggere
l’istituzione monarchica ad ogni costo ed a qualunque prezzo; ogni re deve
comportarsi in questo modo quali che siano le conseguenze ed il biasimo in cui
può incorrere. Un re nella scala voluta dall’ordine divino, è inferiore solo a
Dio. Là dove un contadino vede solo il proprio pezzetto di terra, là dove un
mendicante vede solo la ciotola con il proprio pasto, là dove un monaco vede
solo la propria prioria ed un nobile vede solo la propria contea, un re vede un
intero Paese. Solo Dio vede più di lui, ossia tutto. Quando mi sono separato da
Caterina e cercavo di sposare Anna, mi hanno aggredito in tutti i modi
possibili: mi hanno dato del satiro, mi hanno paragonato ad uno scià islamico
anche se di fatto non andavo a letto con nessuna delle due donne. Solo io
vedevo il disastro di una dinastia ed il ritorno di anni e anni di guerre. La
pace dei Tudor finita per sempre, la pace che mio padre aveva lottato una vita
intera per costruire. Tutto questo sarebbe accaduto se non avessi avuto un
erede maschio al più presto. Sarebbe scoppiata un’altra guerra per il trono e
sarebbe stata la fine di tantissime persone; solo nella battaglia di Towton,
quella dove mio nonno trionfò era stata falcidiata mezza Inghilterra! Io non
potevo permetterlo, io non potevo essere il figlio debole che avrebbe causato
tutto questo. Non sarei stato il figlio degenere privilegiato non da Dio come
avevo sempre creduto, ma dalla sfortuna. Perciò ti dico che quando Jane è
venuta da me a supplicarmi di salvare quei pellegrini, lei da donna sensibile
qual era, vedeva solo dei monaci scalzi, cenciosi e sofferenti; io invece vedevo
il principio di una gravissima insubordinazione che poteva portare alla fine
del mio regno.”
“I pellegrini chiedevano solo di poter
riavere i loro monasteri e le loro icone sacre. Quando avete deciso di seguire
la scia della riforma protestate tedesca, avete portato degli sconvolgimenti pressoché
totali, estranei a secoli di tradizioni. Avete spogliato e depredato i monasteri
di ogni loro tesoro, altri li avete fatti chiudere e poi avete imposto tasse
sull’uso dei terreni di proprietà della corona.”
“La questione fu un po' più complessa di
così. Il nord è sempre stato terra di nessuno, già dai tempi dei Plantageneti.
Ti dico soltanto che dopo la morte di mio nonno Edoardo, il nord aveva subito
giurato fedeltà a Riccardo III, totalmente a discapito del mio giovane zio
Edoardo V. Questo perché lui aveva sposato la figlia del conte di Warwick, il
quale aveva governato il territorio sin dai tempi di Enrico VI per poi passare
direttamente a lui durante tutto il regno di mio nonno. Quando mio padre era
sul trono, partivano sempre da lì le invasioni dei ‘pretendenti’ ossia di
coloro che si spacciavano per mio zio Riccardo di York, miracolosamente
resuscitato dalla Torre. Una vera e propria spina nel fianco. Un fastidio più
cronico di una malattia.”
“I pellegrini non contestavano né voi, né
il governo Tudor, né la tantomeno la monarchia. E voi lo sapete.”
“Will te l’ho detto fa tutto parte della
stessa cosa. In realtà fu una rivolta dove popolo e nobili si erano
letteralmente coperti le spalle a vicenda pur di salvaguardare i loro reciproci
interessi. Da una parte, gli aristocratici che non volevano pagare le tasse
sulle terre amministrate per conto della corona, cioè io, mentre dall’altra, il
popolo che continuava a pretendere la riapertura dei monasteri solo perché in molti
di loro venivano curati e rifocillati. La questione della mancanza delle icone
sacre poi, era di un’assurdità incredibile, frutto solo dell’ignoranza.”
“Assurda dite?”
“Tutti gli oggetti d’oro e le preziose
suppellettili presenti nei luoghi sacri nel tempo erano stati donati alle
chiese da diversi nobili inglesi come ringraziamento per una grazia ricevuta.
Ora capisco che agli aristocratici ciò possa aver dato fastidio, ma per un povero
fedele che differenza può fare venerare una Madonna ricoperta d’oro o un santo
pieno di rubini? Cosa cambia per lui? Una persona che ha davvero fede l’ultima
cosa di cui si preoccupa è di quale materiale sia fatto il calice dove si trova
il vino della Messa.”
“E nemmeno di chi sia il loro capo
spirituale giusto?”
“Il Papa di Roma incassava le rendite di
tutti i possedimenti ecclesiastici in Inghilterra. Un uomo sempre diverso,
scelto da altri, che nulla ha mai avuto a che fare con noi. Se avessi detto ai
nobili del nord che potevano smettere di pagare le tasse al Papa e tenersele nella
tasca mi avrebbero seguito nella riforma senza neppure emettere un sibilo; ma
siccome dovevano pagarle al loro re invece che a lui, allora sorgeva il
‘Problema spirituale’. Comunque la maggior parte dei monasteri purtroppo erano
centri d’infinita corruzione; tanto che prima di sottrarre importanti luoghi di
ricovero per mendicanti e viandanti, li avevo prima fatti ispezionare da
Cromwell, uno per uno. In nessuna abbazia i monaci vivevano seguendo l’esempio
di Cristo, ma erano completamente immersi nel denaro e nella lussuria. Non
aveva alcun senso tenerle aperte, era solo un insulto alla vera fede.”
“E questo l’aveva stabilito lord Cromwell.
Parliamo dello stesso Cromwell che avete fatto decapitare qualche tempo dopo?”
“Mi sono pentito di averlo fatto. È stato
il miglior servo che abbia mai avuto. Ma sei costantemente circondato da lingue
velenose quando sei re. È dura riuscire a vedere la verità quando sei solo in
mezzo a gente bugiarda. Solo dopo mi sono reso conto che Cromwell era come
Wolsey; d’altronde aveva lavorato per lui prima del suo arresto ed anche dopo
l’aveva sempre difeso e sostenuto. Per questo l’avevo scelto per occuparsi degli
affari di stato; mi aveva colpito il suo zelo e la sua grande fedeltà.”
“Si ma era anche un profondo simpatizzante
della fede riformata, anzi decisamente un estremista sotto diversi aspetti
anche se cercava sempre di nasconderlo. Non vi sfiora l’idea che nelle sue
indagini potrebbe essere stato un filino fazioso?”
“All’inizio su consiglio di Anna, la mia
intenzione era effettivamente quella di portare l’Inghilterra a seguire la
riforma come in Germania, dove i principi tedeschi erano riusciti a liberarsi
definitivamente del giogo papale grazie a Martin Lutero. Poi però dopo la morte
di Jane, nei miei due anni di lutto, ho avuto modo di riavvicinarmi alla Bibbia
e comprendere tante cose. Ti ricordi quel periodo Will?”
“Eccome, vi siete chiuso nei vostri appartamenti
e non ne siete più uscito per diversi mesi; solo io ero autorizzato ad entrare.
È stato da quel periodo che avete iniziato ad ingozzarvi ed ingrassare senza
ritegno. E non avete mai più messo, purtroppo.”
“Durante tutto quel tempo ho letto e riletto
la Bibbia da cima a fondo perché avevo un disperato bisogno di conforto; avevo bisogno
di capire perché Dio avesse voluto barattare il mio principe con la mia regina.
Come se non potessi godere della felicità, come se per averla avessi dovuto
necessariamente privarmi di qualcosa. Ero diventato re grazie alla morte prima
di mio fratello, poi di mia madre e della sua bambina ed infine di mio padre.
Il mio primogenito Enrico era deceduto a due mesi di vita come pure il mio
povero figlio Henry Fitzroy. Dove avevo sbagliato?”
“Erano anni che non vi sentivo più parlare
di vostro figlio, il duca di Richmond e di Somerset. Dopo la sua dipartita
avete fatto distruggere ogni suo ritratto e vi siete sempre comportato come se
non fosse mai esistito.”
“Quando pensi ad una cosa tanto dolorosa
quanto insopportabile che cosa fai? Permetti a te stesso e agli altri di
ricordartela o cerchi di farla sparire?! Ho amato quel figlio più della mia
stessa vita Will, tu lo sai. Nato dalla donna sbagliata ma è sempre stato il figlio
che ho amato di più. Quanto soffrivo per il fatto di non poterlo rendere mio
erede, di non poter obbligare tutti a chiamarlo principe, perché questo era;
l’unico mio figlio che mi assomigliava veramente, in tutto e per tutto.”
“Non esagerate.”
“Non esagero affatto. Maria è come
Caterina: musona, pesante, noiosa. Elisabetta è come Anna: civetta, simulatrice
e a tratti bugiarda. Edoardo … è un ragazzo dolce, affettuoso e delicato come
Jane. Nessuno di loro mi assomiglia quanto mi rassomigliava Henry.”
“Devo ammettere che è vero.”
“Quando ho saputo che Bessie aveva avuto
un maschio non ho saputo resistere. Mi sono precipitato cavalcando a rotta di
collo fino a Blackmore, alla prioria di San Lorenzo solo per poterlo vedere; e
quando l’ho osservato e preso in braccio per la prima volta, è stato un intenso
mescolarsi di dolore e di gioia.”
“In che senso?”
“Era identico al mio povero piccolino, mio
figlio Enrico, quello che avevo avuto da Caterina. Vederlo mi ha dato la
conferma che avevo perso un principe simile a me e la sua nascita da un’altra
donna mi aveva dato l’ulteriore conferma di come non fosse colpa mia.”
“Ammesso che la principessa vedova del
Galles avesse taciuto sul suo primo matrimonio consumato, continuo a non capire
perché Dio punirebbe una donna moralmente irreprensibile inviandole tanti
patimenti per poi premiare un’amante.”
“Bessie era venuta da me nubile, giovane
ed innocente! Ecco perché ha avuto il mio maschietto.”
“E poi cosa è andato tanto storto al punto
da farlo morire a diciassette anni? Bessie ha sposato l’uomo che le avete
imposto voi incaricando Wolsey.”
“Non lo so Will. Non lo so in che cosa ho
sbagliato. So solo che ho fatto di tutto per renderlo il mio erede: gli ho dato
un doppio ducato in modo da renderlo pari a Maria, gli ho dato l’istruzione di
un principe e per quanto possibile l’ho sempre tenuto accanto a me. L’avevo
affidato alla tutela di Wolsey e lui una volta mi aveva addirittura proposto di
maritarlo con Maria per fare in modo di renderlo re senza diseredare mia figlia.
In questo modo avrei potuto tenere contenta Caterina. Il Papa avrebbe persino
concesso una dispensa.”
“Sempre bello constatare come gli
ecclesiastici abbiano una morale estremamente elastica a seconda
dell’occorrenza. Ma seriamente avete pensato di far sposare i vostri figli fra
loro come Giove e Giunone? Enrico ma a cosa accidenti stavate pensando?
“Ero disperato Will, ma l’idea era
talmente disgustosa che ho subito desistito. Poi ho conosciuto Anna ed ho
sperato in un erede da lei, tanto da spingermi a fare ciò che ho fatto. Invece
quella maledetta strega ha avvelenato anche il mio povero Henry.”
“E come ha fatto ad avvelenarlo se è morta
due mesi prima di lui?”
“Ci sono veleni che impiegano più tempo ad
agire e a minare la salute del corpo umano. Il suo doveva essere di quel tipo.
Tu non la conoscevi bene come me Will, lei odiava tutto ciò che avevo vissuto
prima d’incontrarla. Oltre alle mie amanti occasionali, odiava profondamente Caterina
anche se l’avevo lasciata per lei. La invidiava perché era una donna di sangue
reale e odiava ancora di più Maria perché non sopportava che potessi amare
un’altra donna a parte lei! Mia figlia, una ragazza infinitamente superiore che
si è abbassata a fare da serva ad Elisabetta e che dopo l’ha anche amata come
una sorella benché non fosse tenuta a farlo! Anna inoltre odiava Henry! Lo
chiamava sempre “il vostro bastardo” con un tale disprezzo che spesso avrei
voluto schiaffeggiarla per tanta cattiveria. Nelle sue parole c’era pure un
malcelato insulto nei confronti di Bessie, ai suoi occhi colpevole di avermi
dato un figlio prima di lei.”
“Ho vissuto nella vostra corte per tanti
anni ed ho avuto modo sia pur in maniera indiretta, di conoscere tutti coloro
che hanno avuto a che fare con voi. Non penso che madama Pembroke abbia
avvelenato Fitzroy, sinceramente. Penso che avrebbe anche potuto pensare di
ucciderlo, ma solo dopo aver generato un figlio suo. Sarebbe stata la cosa più
logica da fare e lei era una donna di logica come sapete molto bene. Era anche una
donna profondamente insicura nonostante cercasse sempre di ostentare l’opposto.
Era parecchio denigrata dai suoi congiunti e questo la portava a sentirsi
minacciata da tutto e da tutti; anche da un ragazzino, il figlio di una
cameriera.”
“L’ho persino ammogliato con sua cugina
Mary Howard solo per tenerla contenta. Volevo che la smettesse d’insultarlo e
di vederlo come un pericolo. Una volta entrato nella sua famiglia, forse
sarebbe stata più clemente e più materna con lui.”
“Non ha ucciso Fitzroy, Enrico. Anche se
voi avete disperatamente bisogno di credere il contrario.”
“Per diamine Will, perché mai avrei
bisogno di credere ad una cosa del genere!?”
“Perché vostro nonno Edmund Tudor è morto
di peste a soli venticinque anni. Vostro fratello Arturo è morto per il sudor
anglicus a quindici anni. Vostro padre è morto per una malattia ai polmoni
esattamente come il vostro diciassettenne figlio Fitzroy ed il vostro
primogenito il principe Enrico, è morto ad appena due mesi. Se non mi sbaglio,
anche il vostro fratellino il principe Edmondo, è morto prima di poter essere
svezzato. Ora voi state morendo perché letteralmente senza fiato. Non potevate
accettare l’idea di provenire da una stirpe di uomini deboli e non riuscite ad accettarlo
nemmeno ora che siete alla fine. Non sopportate l’idea che forse siete voi la
causa dei vostri figli tanto fragili. Enrico, avete avuto sei mogli e quattro
figli da quattro donne diverse, una cosa mai accaduta a nessun monarca inglese.
E tutto questo non riguarda il peccato; Dio sa che c’è stata gente infinitamente
peggiore di voi seduta su di un trono. Eppure voi siete stato unico in questa gigantesca
sfortuna.”
“Non è vero Will! Noi Tudor non siamo
deboli! Edoardo quando sarà uomo te lo dimostrerà! Lo dimostrerà a tutti!”
“Vostro figlio qualcosa la dimostrerà
senz’ombra di dubbio. Spero solo che non sia ciò che ora vi ostinate tanto a
negare. Comunque non dovete temere; ci sono le vostre figlie e grazie a Dio, anche
i figli delle vostre sorelle, che erano delle Tudor tanto quanto lo siete voi.”
“Mio padre voleva la sua stirpe sul trono
d’Inghilterra ed io ho fatto di tutto per adempiere al mio dovere verso di lui
e la nostra dinastia.”
“Nessuno lo nega; ma ogni re vorrebbe
vedere ‘la propria stirpe’ sul trono, questo è ovvio. Ma i reali normanni si
sono estinti e sono sopravvissuti solo grazie a Matilde d’Inghilterra la quale
ha portato il loro sangue nella stirpe Plantageneta. I Plantageneti sembravano
eterni ed invece alla fine si sono annientati tra loro ed è solo grazie a
vostra madre che ora rivivono in voi Tudor. Io non ve lo auguro, ma penso che
l’idea che i Tudor potranno rivivere grazie alle vostre sorelle, sia
decisamente più confortante.”
“Ho scritto nel testamento che se dovesse
estinguersi la mia linea di sangue, gli eredi di mia sorella Maria dovranno
passare davanti a quelli di Margherita. Anche se so che mio padre non sarebbe
per niente d’accordo.”
“Maria è sempre stata la vostra sorella prediletta.
Avete chiamato vostra figlia come lei, facendola passare addirittura davanti a
vostra madre. Nessuno se ne sorprenderà quando lo saprà.”
“Non è vero. L’ho fatto perché i
discendenti di Margherita sono scozzesi e papisti; le figlie di Maria invece
sono cresciute qui con me e comprendono la mia visione delle cose.”
“Finché sarete vivo non ho alcun dubbio
che lo faranno; ma non penso che questo abbia molto a che fare con la vostra
decisione. Ho perso il conto delle discussioni infinite che avete sempre avuto
con vostra sorella maggiore.”
“Margherita ha sempre avuto un carattere
tremendo; già nella nursery eravamo sempre intenti a giocare o a lottare. Ci
confrontavamo spesso tra noi e mi rendo conto solo ora che siamo sempre stati
molto simili di carattere. Ha sempre preferito Arturo a me, tanto da aver dato
il suo nome ad uno dei suoi figli. Maria invece ...”
“Maria era identica a vostra madre. E ho
detto tutto.”
“Per una volta non posso darti torto Will.
Maria è sempre stata identica a mia madre. Era bella come lo era lei, la mia
adorata sorellina. Non esistono parole per dirti quanto mi manchi e quanto
vorrei rivederla. Ma anche lei ora sarà con mia madre accanto agli angeli del
Paradiso, lontano da noi poveri diavoli. È morta per un malore a trentasette
anni, la stessa età di mia madre quando è deceduta.”
“All’epoca eravate in cattivi rapporti
ricordo.”
“Pessimi. È cresciuta con me e Caterina
tanto che l’amava come una sorella maggiore, come una madre. Perciò quando ho deciso
di ripudiarla, lei non l’ha mai accettato, fino al suo ultimo giorno. Mi hanno
detto che se ne è andata lentamente a causa di una malattia, proprio come
Caterina dopo di lei. Spero solo che Anna non l’abbia avvelenata. Inutile che
ti dica come Anna non sopportasse nemmeno l’affetto per mia sorella.”
“Penso non sopportasse il fatto che
parteggiava per Caterina, ma l’avrebbe parecchio gradita come sua alleata.”
“No, Anna non andava d’accordo con nessuna
donna. Mia sorella era una donna regale, una principessa fatta e finita.
L’avrebbe sempre fatta sfigurare; Anna sarebbe stata una regina d’Inghilterra
completamente sbiadita accanto a lei, la semplice duchessa del Suffolk. E
questo lo sapeva perfettamente.”
“Non avete mai definito vostra sorella con
quel titolo. L’hanno sempre chiamata tutti la regina vedova di Francia e così
anche voi.”
“Il suo matrimonio con Brandon non mi è
mai andato giù.”
“Era il vostro migliore amico e cortigiano
più fedele. Senza contare che il titolo di duca del Suffolk glie lo avete dato
voi, e non certo per meriti particolari.”
“Ciò non significa che lo volessi come
cognato.”
“Perché mai? È stata una bellissima storia
d’amore fra lui e vostra sorella. Fu proprio lei a raccontarmela: voi l’avevate
maritata per ragioni politiche ma soprattutto economiche, al re di Francia,
Luigi XII. Lei dopo neanche tre mesi è rimasta vedova del marito
cinquantaduenne e voi avete mandato Charles Brandon in Francia per riportarla a
casa. E loro ritornano, ma come marito e moglie. Che c’è di più romantico?”
“Il fatto che Brandon abbia avuto più
donne dell’eroe Ercole. Gli avevo annullato il primo matrimonio solo per
toglierlo dai guai. Inoltre era anche vedovo con due figlie nonché già
impegnato con un’altra quando ha sposato mia sorella.”
“Una bambina. Ed era una promessa
matrimoniale ‘de futuro’.”
“Aggiungo che Brandon nella sua vita aveva
visto più bordelli che campi di battaglia. Come anche il fatto che dopo la
morte di mia sorella e del mio povero nipote Enrico di Lincoln, ha sposato la
promessa sposa del figlio. Tutto questo non ha contribuito a fargli guadagnare
la mia approvazione.”
“Era pieno di debiti fino alle punte dei
peli della barba e lo sapete. Perdendo il figlio se non avesse fatto così
avrebbe perso anche l’eredità della nuora. E lui contava molto su quel denaro.
È stata una scelta obbligata.”
“Da quando sei diventato il baldo paladino
di Charles Brandon?”
“Da quando so cosa è stato per voi. Enrico
ci siamo promessi di dirci la verità e voi non siete obiettivo ora che mi parlate
di lui. Dite ciò che pensate davvero. Non siamo a corte in mezzo ai vostri
ruffiani e Brandon è morto quindi non potrà deridervi per la vostra scarsa
virilità se ora lo ricorderete con affetto.”
“Che cosa devo dirti Will? Che mi manca
anche lui??!! Che mi mancano i miei genitori, le mie sorelle, Brandon, Wolsey,
mio figlio Henry e a volte persino Caterina??!! Vuoi che ti dica che quando è
morto mio fratello, un Tudor come me, figlio dei miei genitori tanto quanto lo
sono io, non ho versato mezza lacrima e tutt’ora non mi viene di farlo, mentre quando
è morto Brandon mi sono sentito come se avessi perso una parte di me stesso?!
Cosa devo dirti, che Brandon faceva parte della cerchia di amici scelti da mio
padre per Arturo e che dopo la sua morte è diventato, non mio cortigiano, non
mio amico, ma mio fratello!? Il fratello con cui ho finalmente potuto
condividere ogni cosa senza essere giudicato? Il fratello che era sempre lì ad
aiutarmi quando avevo bisogno di lui? Il fratello maggiore che si è preso cura
della mia sorellina dal primo all’ultimo giorno? Io so quanto gli sia pesato
abbandonare la sua vita da seduttore e quando gli sia pesata ancora di più la
multa che gli ho inflitto per aver sposato Maria senza il mio permesso. Devo
dirti che non so cosa dire quando guardo le mie nipoti Frances ed Eleanor ed ogni
volta mi viene da piangere pensando ai loro genitori? Devo dirti che le adoro
perché sono tutto ciò che mi resta di loro? Devo dirti che quando un anno dopo
la morte di mia sorella ho saputo che se ne era andato anche mio nipote Enrico
mi sono sentito come se mi fosse stato portato via un altro figlio? Devo dirti
che li amo perché assieme a loro se ne è andato un passato di cui ad un certo punto,
senza una ragione, senza un vero perché, ne ho perso completamente il
controllo? Da allora ad oggi mi sono alzato ogni mattina ed ogni qualvolta mi
affacciavo alla finestra, non riuscivo a rendermi conto del mondo che avevo
creato senza volerlo: il Paese diviso fra papisti e riformisti, il Papa che un
tempo mi chiamava “Defensor fidei” che mi ha scomunicato, la mia adorata figlia
Maria che mi odia, Caterina che non è più nella sua cappella a snocciolare
rosari, Fitzroy che è morto. Ed in compenso mi ritrovavo un’altra figlia mai
voluta, generata con una donna che ancora non mi capacito di aver scelto ed infine
un erede bambino che a volte mi sembra fatto di nuvole, come se non esistesse
veramente. Non so quando tutto questo sia cominciato, non so nemmeno io come ci
sono finito. So solo che a volte vorrei svegliarmi e riavere di nuovo ventiquattro
anni solo per poter rivedere Caterina incinta di Maria assieme a Brandon e mia
sorella che si sono appena sposati con lei a sua volta incinta di mio nipote. Quando
ero un re ancora giovane con tante aspettative e speranze. Quando semplicemente
ero un uomo felice ed avevo ancora fiducia nelle persone.”
“Sì dovreste dirmi esattamente questo: che
siete pentito.”
“Quando ho perso mia madre mi sono sentito
malissimo perché non avevo potuto dirle addio. Quando ho perso Maria invece, mi
sono sentito come se avessi perso di nuovo mia madre con l’unica differenza che
mia sorella l’avevo allontanata di mia spontanea volontà. Non me lo perdonerò
mai Will. È l’unica cosa di cui mai mi perdonerò.”
“Ed infatti da qui è nata la vostra
generosità con la principessa di Clèves.”
“Anne? Che centra ora la mia quarta
moglie?”
“È stato in assoluto il vostro primo ed
unico matrimonio combinato. Quando è arrivata qui dalla Germania siete rimasto
sconvolto. L’avete incontrata nell’ex abbazia di Rochester nel capodanno del
1540, me lo ricordo ancora. Avrebbe dovuto alloggiare nell’ex monastero prima
del vostro incontro ufficiale, previsto per l’Epifania. Ma voi avete voluto
farle una sorpresa …”
“Sì mi sono presentato da lei vestito da
Robin Hood. Mi sono sempre presentato alle mie donne per la prima volta vestito
come un cavaliere, un viandante, un eroe o che so io. Alle donne piaceva sempre.
Ed io potevo verificare se fossero attratte dall’Enrico uomo o dall’Enrico re.”
“Avete sempre avuto quest’insicurezza
cronica. Siete consapevole di essere uscito dall’ombra il giorno della morte di
vostro fratello e vivete nel terrore che l’affetto di cui avete sempre goduto
sia sempre stato solo un regalo ottenuto grazie alla sua tomba. Perciò avete
sempre cercato conferme che sareste diventato ‘grande’ anche se foste rimasto
il duca di York, il figlio secondogenito. Ad ogni modo, la sorpresa alla
principessa di Clèves non è piaciuta.”
“A lei non sarà piaciuta la sorpresa ma di
sicuro lei non è piaciuta a me.”
“Non credo che in Germania i principi vadano
in giro travestiti da avventurieri o da mitici Thor.”
“Non so in che posto squallido quella
ragazza sia nata a cresciuta. Era vestita con un gigantesco sacco ed un
copricapo che la faceva sembrare un fungo. Una giovane nobildonna di
ventiquattro anni che non aveva mai visto un orso e dei cani lottare, che non
sapeva parlare nessuna lingua a parte la propria, incapace di danzare e conversare
e che non aveva mai letto nulla a parte la Bibbia. Dev’essere cresciuta nel
peggior luogo sulla terra. Già questo bastava a farmi arretrare sulla
possibilità di far procedere la riforma in Inghilterra.”
“Era veramente spaesata.”
“Quindi del tutto inadatta ad essere mia
moglie. Durante il nostro primo incontro lei mi ha bellamente ignorato per
guardare la lotta dei cani con l’orso e poi ha …”
“Rifiutato il vostro bacio, lo so.”
“Non l’ha rifiutato.”
“Enrico…lo hanno confermato tutti.
Sembrava stesse per vomitare.”
“Aveva ancora lo stomaco sottosopra per
via del viaggio in mare, me l’ha detto lei.”
“Certo dopo che ha scoperto che il beone
verde vestito che l’aveva baciata a tradimento era il suo futuro marito.”
“Comunque la cosa era reciproca. Nei sei
mesi in cui siamo stati sposati la trovavo orrenda ogni giorno di più. Aveva
sul volto delle cicatrici da vaiolo ...”
“In effetti è stato poco saggio da parte
di mastro Holbein ometterle dal suo ritratto.”
“Lui ha detto che è una convenzione tipica
dei pittori. Comunque la carnagione olivastra, i seni cadenti e comunque di
flaccido aveva pure il ventre. A ventiquattro anni! Secondo me i tedeschi mi
avevano imbrogliato rifilandomi una vedova o peggio, uno scarto. Quella è una
donna che ha già avuto dei figli, non può essere vergine te lo dico io.”
“Che importanza ha che fosse vedova o uno
scarto dato che l’avete scartata pure voi? L’avete ripudiata come avete fatto
con la principessa vedova per correre dietro ad una diciassettenne. Ma sono
comunque rimasto molto colpito dal fatto che le abbiate concesso ogni agio e
permesso di restare a vivere qui in Inghilterra.”
“Beh.... per tanti motivi. La trovavo
incommensurabilmente buffa e la trovo così ancora oggi. Poi la vedevo talmente
smarrita e stranita che mi faceva davvero tenerezza. Mi ricordava molto
Caterina quando l’ho incontrata per la prima volta da bambino. Poi l’ho vista
sinceramente innamorata dell’Inghilterra. Adorava tutto, ed ho molto apprezzato
i mille sforzi che ha fatto per imparare la nostra lingua. Inoltre Anne aveva
ed ha ancora, un’allegria davvero contagiosa. Quando cammina è talmente buffa
che mi ha sempre ricordato mia sorella Maria quando alla sua età cercava
d’imitare l’andatura di un elefante per far ridere i figli. Inoltre essendo
appena un anno più grande di mia figlia Maria, sono andate subito d’accordo
nonostante le differenze religiose. A parte il suo aspetto, ammetto che Anne
non abbia mai avuto nulla che non andasse.”
“Spesso ho pensato che se vi foste
sforzato un minimo di andare oltre l’apparenza, oggi forse ci sarebbe un duca
di York a far compagnia a vostro figlio Edoardo.”
“Credimi ci ho pensato spesso dopo aver
chiuso il mio matrimonio con la Howard. Ma se il corpo di una donna non ti
attira c’è ben poco da fare. Ed Anne purtroppo non è la Santa Vergine. Comunque
ha accettato l’annullamento senza fiatare e non mi ha mai dato alcun problema.
Le ho donato volentieri due palazzi ed una residenza e sono stato altrettanto
felice di darle il titolo di sorella, dato che lei non aveva nessuna intenzione
di tornare in Germania a fare da sorella al suo vero fratello, il duca di Clèves.”
“Penso anch’io che patisse un profondo
disagio a casa sua. Invece voi che avete perso la vostra amatissima e giovane sorella,
per placare i vostri sensi di colpa ne avete creata un’altra. Una giovane donna
dolce, sorridente e simpatica quanto lo era lei.”
“Si ma mia sorella era la donna più bella
del mondo cristiano. Anne può fregiarsi del titolo di più brutta semmai.”
“Bella o brutta che sia l’avete accolta
nella vostra famiglia e non ve ne siete mai pentito.”
“È un’ottima zia per i miei figli. L’unica
persona che va d’accordo con Maria e riesce a farla parlare di qualcosa che non
siano i rosari. Fa sempre ridere anche Elisabetta ed Edoardo. Sì, è stata
decisamente una delle migliori decisioni che ho preso nella mia vita.”
“E sarà l’unica vostra ex moglie ad essere
presente ai vostri funerali. Un vanto che lei sola potrà ostentare.”
“Percepisco il tuo sarcasmo Will. So che
stai parlando di Katherine Howard.”
“Beh far decapitare una moglie per
adulterio può sempre capitare; ma farne decapitare una seconda, tra l’altro pure
cugina della prima decapitata, ammetterete che dà materiale a sufficienza per
tonnellate di sarcasmo a vostro danno.”
“Avrei dovuto graziare quella puttana solo
perché aveva diciannove anni? Caterina ha sposato Arturo a sedici anni, Anna è
arrivata qui a corte a quindici e pure la mia attuale moglie si è sposata per
la prima volta a diciassette anni.”
“La principessa vedova era una donna di
sangue reale ed allevata come tale, madama Pembroke era una perfetta dama di
corte allevata personalmente dall’arciduchessa Margherita d’Asburgo, mentre
vostra moglie la regina Catherine viene da una delle più antiche e prestigiose
famiglie del nord. Ha un retaggio antico quanto i Plantageneti.”
“E gli Howard non hanno un retaggio antico
pure loro?”
“Credo che il nome e la famiglia vi
abbiano un po' ingannato. La piccola Howard era la figlia di uno spiantato
debosciato che viveva letteralmente dell’elemosina del fratello maggiore ed era
anche orfana di madre. Era cresciuta assieme ad altri giovinastri dimenticati
sotto l’egida di una matrigna a cui poco importava di lei come degli altri. A
Londra la sua casa era chiamata ‘lo zoo di Lambeth’ ed era cosa risaputa che la
giovane Howard sapesse solo spettegolare, danzare e suonare, oltre che spendere
denaro in vestiti e gioielli ed ammaliare bei giovanotti.”
“Io non lo sapevo.”
“Potevate fare delle ricerche o
semplicemente delle domande. Siete stato così bravo a scoprire del precontratto
matrimoniale della principessa di Clèves con Francesco di Lorena benché tale
accordo non sia mai stato stilato per iscritto. Ma comunque abbastanza per far
annullare il vostro matrimonio con la brutta cavallona delle Fiandre.”
“Sentiamo signor so tutto io. Perché non
le ho fatte queste ricerche? Perché la Howard mi ricordava mia madre? Mia
nonna? Le mie sorelle? O magari tutte loro insieme?!”
“Buon Dio Enrico certo che no! L’avete
scelta per pura e semplice lussuria. La stessa che prende tutti gli uomini rimbambiti
quando iniziano a rendersi conto di assomigliare sempre più ai loro padri e
sempre meno ai loro figli. L’avete desiderata più delle altre non perché fosse
particolarmente avvenente ma solo perché avete sempre avuto un debole per donne
molto giovani, disponibili e di piccola statura che vi fanno sentire grande e
potente. E lei era effettivamente la donna più piccola che avessi mai visto; si
faceva fatica a non scambiarla per una nana. Infine vi piaceva per la sua
superficialità, la sua allegria, la sua frivolezza, la sua gioia di vivere.
Tutte caratteristiche che le donne Tudor non possiedono, a cominciare dalle
vostre figlie. Forse in parte la Howard appagava anche il padre che era in voi.”
“Propendo per l’ipotesi della lussuria.
Specialmente quando l’ho vista per la prima volta a Rochester dopo l’orribile
incontro con Anne. Lei è venuta da me senza sapere chi fossi, per chiedermi di
non farle vedere il combattimento fra l’orso e i cani perché la impressionava.”
“Eh sì immagino come questa fantasia vi
appaghi decisamente di più. Ad ogni modo una frivola ragazzina di diciassette
anni difficilmente resiste alle lusinghe di altri giovani virgulti come Francis
Deheram o Thomas Culpeper. Quest’ultimo lo trovavate bellissimo anche voi, per
questo l’avete scelto come vostro valletto. Il fornicare fra giovani fa parte
dell’ordine naturale delle cose, Enrico.”
“Lei diceva di amarmi e non era vero. Lo
diceva sempre quella piccola stramaledettissima bugiarda. Diceva che nella sua
vita aveva amato solo me, mentre invece era già stata presa da Deheram e con Culpeper
mi rendeva il più gran cornuto d’Inghilterra.”
“Né più e né meno del bel lavoro che avete
fatto voi a William Carey quando vi siete preso Maria Bolena. O come Gilbert
Talboys quando si è dovuto prendere una donna già ‘usata’ qual era Bessie
Blount dopo che avevate finito con lei. Tutto torna indietro Enrico. Comunque nessuna
vostra moglie vi ha mai amato; l’unica è stata Caterina d’Aragona. Tutte le
altre forse vi hanno anche amato, ma non certo come intendete voi.”
“Lo so. Anna voleva il re non l’uomo.
Anche se è stata abile a farmi credere il contrario.”
“E più del suo re amava Henry Percy.”
“Cosa?! Henry Percy?! Henry Percy del Northumberland?!”
“Sì. Si erano sposati di nascosto esattamente
un anno dopo l’arrivo di madama Pembroke in Inghilterra. All’epoca voi eravate
amante della sorella e questa era incinta di sua figlia Catherine Carey, forse
figlia vostra.”
“E poi?”
“I Percy lo avevano già sistemato con Mary
Talbot. Il cardinale Wolsey ha annullato le loro brevissime nozze proprio su
pressione della famiglia di lui, per poi costringerlo a sposare subito la
Talbot. Ci avete mai fatto caso che Henry Percy non è mai più tornato a corte da
allora e che era assente il giorno in cui è stato deliberato il verdetto di
morte contro la vostra seconda moglie? Pensavate che Anna Bolena volesse vedere
Wolsey distrutto solo perché non era riuscito a farvi avere l’annullamento
dalla principessa vedova del Galles? Invece era semplicemente una vendetta. Una
vendetta del tutto personale.”
“Nessuno mi ha mai detto nulla!”
“Che motivo c’era per dirvelo? Non è stato
un vero matrimonio. Quando madama Pembroke è diventata la vostra favorita, Wolsey
non poteva denunciarla semplicemente perché non gli avreste mai creduto.”
“Mi ha manipolato dal primo all’ultimo
giorno. Mi dici come faccio a non odiarla?”
“E voi un uomo ben quindici anni più
anziano di lei, vi siete fatto manipolare. L’avete fatta decapitare a ventinove
anni con accuse di cui non siete convinto veramente nemmeno ora, altrimenti
avreste buttato fuori Elisabetta dalla vostra vita. Tuttavia all’epoca tali
dicerie vi han fatto molto comodo per liberarvi di lei e sposare un’altra
donna. Avete semplicemente delegittimato la figlia che avete avuto, disonorando
quindi anche voi stesso. Direi che siete esattamente alla pari. Spero che un
giorno anche Elisabetta potrà finalmente essere alla pari con i torti che le
avete fatto voi.”
“Ancora non ci credo. E tu non mi hai mai
detto nulla!”
“Non me lo avete chiesto; e poi io sono un
buffone, mica una spia. Di spie ne avete sempre avute a sufficienza, a cominciare
dal duca di Norfolk, il caro zietto di Anna Bolena. Potevate chiedere a lui di
vendervi la nipote per trenta denari. Ah dimenticavo, l’avete fatto visto che è
stato proprio lui a pronunciare la sua sentenza di condanna e poi lo ha fatto
anche con l’altra nipote, la piccola Howard. Infine per completare il quadro,
neanche la regina Jane vi amava. Penso che per la maggiore avesse una gran paura
di voi e che abbia vissuto nel terrore di finire come le donne che l’avevano
preceduta. Inutile dire che neanche la vostra attuale moglie, la regina
Catherine, vi ama. Appena morirete sposerà Thomas Seymour, il fratello della
compianta regina Jane, l’altro zio di vostro figlio.”
“COOOSA?!” (Enrico sobbalza
tossendo)
“Inutile chiamare le guardie Enrico. Avete
i minuti contati, non c’è tempo a sufficienza per farli morire prima di voi.
Anche se francamente non comprendo il vostro stupore. Le avete chiesto di
sposarvi quando il cadavere del suo secondo marito era ancora caldo e vi siete
visti appena un paio di volte prima della vostra frettolosa proposta
matrimoniale.”
“Pensavo di averla colpita. Era venuta da
me a supplicarmi di togliere ogni sospetto dal suo consorte morente perché Cromwell
ai tempi lo aveva ritenuto colpevole di aver sostenuto i ribelli del Pellegrinaggio
di Grazia.”
“Seymour l’ha sicuramente colpita prima di
voi.”
“Ho sempre preferito suo fratello Edward.
Per fortuna non sarà Thomas Seymour a diventare Lord Protettore, maledetto
infame lurido bastardo.”
“Non direi. Anzi, devo dire che sono stati
tutti e due molto corretti nei vostri confronti. Avete notato come Thomas
Seymour da quando avete sposato la regina Catherine non sia più venuto a corte?
Sì è sempre tenuto lontano per mare tranne poche sporadiche visite. E solo se
richiamato da voi. Penso avessero entrambi il sano terrore di finire come la
piccola Howard ed il suo giovane innamorato Thomas Culpeper.”
“Insomma Will! Ti comporti come se fosse
mia la colpa di tutto! Io non ho mai costretto nessuna donna a sposarmi o a
diventare la mia amante. La puttana Howard e la mia attuale moglie avrebbero
anche potuto dirmelo di essere già legate, non le avrei certo sposate!”
“Ne siete sicuro?”
“Di cosa?”
“Che avreste preso bene un loro eventuale rifiuto.”
“Certamente!”
“Io invece penso che quando avete sposato
la vedova di vostro fratello non vi siate reso del tutto conto di avere di
fronte la figlia di Isabella di Castiglia, la quale esattamente come le sorelle
era stata allevata ed educata per diventare regina, a qualunque costo. Penso
che non vi siate affatto premurato di chiedere a Wolsey come mai una giovane
donna brillante come Anna Bolena non fosse ancora maritata, contrariamente alla
sorella; né come mai la regina Jane fosse arrivata a ventotto anni ancora
nubile. Nel suo caso dubito seriamente che i Seymour le abbiano mai lasciato
possibilità di scelta. Grazie a lei ora loro sono gli zii del futuro re ed
Edward Seymour è diventato conte di Hertford; presto sarà addirittura Lord
Protettore. Per loro è stato decisamente un ottimo affare. La principessa di
Clèves era il risultato di un malriuscito accordo politico, mentre la piccola
Howard… pensate davvero che suo zio, il Giuda di Norfolk, le abbia lasciato
parvenza di scelta? E sulla scia di queste cinque donne pensate che la vostra
attuale moglie avrebbe rischiato il collo incorrendo nel vostro disappunto? Con
voi che fino al giorno prima d’incontrarla sospettavate che il marito avesse
appoggiato i ribelli del Pellegrinaggio di Grazia e pertanto deciso a
togliergli ogni avere? Pensavate seriamente che Catherine Parr avrebbe
rischiato di perdere l’onore di suo marito e l’eredità sua e dei figliastri
rifiutandosi a voi? Pensate che le vostre ex amanti siano mai state messe in
condizione di scegliere dalle loro rispettive famiglie? Enrico il potere fa
gola a tutti. Specialmente quando arrivarci richiede la fatica ed il sacrificio
di qualcun altro. Gli Howard ed i Seymour in questo hanno decisamente tanto da
insegnare. Come hanno tanto da insegnare anche personaggi come Cranmer che è
diventato il vostro arcivescovo di Canterbury. Il paladino della vostra riforma
religiosa divenuto tale solo grazie ad Anna Bolena, pronto poi disconoscerla
quando non gli è più convenuto, mentre ora è tutto miele con la regina
Catherine.”
“Non è colpa mia se sono sempre stato
circondato da bugiardi farabutti e donne che comunque sia, hanno tratto
vantaggio dalla situazione.”
“Sarà, ma ci sono state delle persone
sempre fedeli a loro stesse: il cardinale Fisher e Tommaso Moro, per esempio.
Solo loro hanno avuto il coraggio di sfidarvi in prima persona e morire per ciò
in cui credevano senza sfruttare la pelle di nessuno. Li avete decapitati poco
dopo la nascita di Elisabetta, quando madama Pembroke era la vostra regina. Questo
perché non volevano riconoscervi come capo della chiesa inglese al posto del
sacro pontefice e non volevano disconoscere Maria al posto di Elisabetta. Non
potete dire che avete conosciuto solo bugiardi, Enrico. Siete voi ad aver
lasciato in vita solo i bugiardi. Come sempre voi avete messo tutti quanti solo
nella condizione di mentirvi.”
“Will non puoi riversare tutta la colpa su
di me! Ti ho spiegato in quale stato terribile mi trovavo! Sono stati in tanti
ad approfittarsene ed io sono sempre stato solo, con donne che non sono mai
state veramente al mio fianco quali che fossero i loro veri motivi.”
“Forse non siete del tutto responsabile
della condotta delle vostre donne, ma di sicuro lo siete per quanto concerne le
vostre figlie. Avete dato alle principesse il peggior esempio possibile e Dio
non voglia mai che un giorno la vostra Maria non si ritrovi accanto un uomo che
l’allontani e la isoli solo perché colpevole di essere diventata vecchia o di
non poter generare un figlio. Così come spero che la vostra Elisabetta non
finisca con uomini già sposati disposti alle azioni più aberranti pur di averla
e sfruttare così il suo lignaggio reale. Spero seriamente che in questo voi non
farete mai loro da esempio.”
“Non accadrà perché Edoardo sarà il re.”
“Come doveva esserlo vostro fratello
Arturo, come doveva esserlo il figlio di Riccardo III o vostro zio re Edoardo V
senza contare Edward di Warwick o Perkin Warbeck il pretendente che sosteneva
di essere l’altro vostro zio Riccardo duca di York.”
“Stai per caso augurando il male a mio
figlio Will?!”
“Assolutamente no! Io adoro tutti i vostri
figli quantomeno per la terribile infanzia che hanno avuto. Auguro loro il
migliore destino possibile anche se non ho mai adorato le loro rispettive
madri, specialmente madama Pembroke.”
“È vero. Poco dopo la nascita di
Elisabetta minacciai di farti decapitare se anche solo per scherzo avessi accettato
la sfida di Nicholas Carew e chiamato Anna un’arrampicatrice ed Elisabetta una
bastarda. È stata l’unica volta che ti ho dovuto spaventare, perché sapevo che
l’avresti fatto.”
“Ed io per mera prudenza mi sono
trattenuto. All’epoca avevo una visione delle cose un po' ‘offuscata’ ma
ammetto ancora oggi di considerare Elisabetta meno ‘reale’ degli altri due
vostri figli. Ma in ogni caso la considero la mia principessa subito dopo Maria.”
“Certo. L’ho scritto anch’io nel
testamento: prima Edoardo, poi Maria ed infine Elisabetta. Poi gli eredi di mia
sorella Maria e a seguire, quelli di mia sorella Margherita.”
“La regina vedova di Scozia. La vostra
sorella ribelle. Ci siamo soffermati a parlare di Maria e non avete accennato
niente su di lei. Eppure è morta appena sei anni fa. Tra tutti i figli di
vostro padre, siete stati quelli che hanno resistito di più.”
“Anche se il mio rapporto con Margherita
non è mai stato idilliaco, sono sempre stato molto fiero di lei. Era la più
simile a me, con quella sua forza, quel suo vigore fisico, quella sua capacità
di sapersi adattare ad ogni avversità per trarre il meglio da ogni situazione.”
“Non mi siete mai sembrato così orgoglioso
di vostra sorella maggiore. È la prima volta che vi sento parlarne bene.”
“Per volere di mio padre è andata a vivere
in Scozia a quattordici anni per sposare re Giacomo IV. Io ho trascorso quasi tutta
la mia vita con mia sorella Maria. Questo, oltre al carattere troppo simile, ci
ha sempre divisi. L’ultima volta che l’ho vista di persona, aveva ventisei anni
ed era appena fuggita dalla Scozia con il suo secondo marito, il conte di Angus.
Gli scozzesi l’avevano scacciata perché si era sposata con Archibold Douglas
senza ottenere il permesso del consiglio dei nobili. E loro lo odiavano. Quando
è arrivata era anche incinta di mia nipote Margaret che infatti è nata qui ed è
sempre vissuta qui sotto la mia protezione.”
“Neppure con questa nipote avete mai avuto
un rapporto felice.”
“Ho cresciuto io Margaret. Quando
Margherita è tornata in Scozia, lei ed il marito hanno subito smesso di andare
d’accordo. Alla fine lei l’ha cacciato dalla Scozia nonostante io abbia cercato
in ogni modo di farli riappacificare. Erano marito e moglie Will! Lei non
poteva buttarlo fuori da casa sua e dal suo regno. Ma lei grazie all’alleanza
francese fornitale dal duca d’Albany, ha fatto annullare il suo matrimonio e si
è presa un nuovo marito. A quel punto Douglas è venuto qui con la figlia. Ed io
in quanto suo zio me ne sono sempre occupato. Ma purtroppo è figlia di uno
scozzese e di Margherita. Che potevo aspettarmi? Prima ha cercato di sposare di
nascosto Thomas Howard, il fratellastro del duca di Norfolk. All’epoca io ero
legato ad Anna e mia nipote si era approfittata della situazione per sposare
chi voleva lei. Non conosceva gli Howard, non sapeva che famiglia ambiziosa ed
intrigante fossero. Io stesso ne ho pagato le conseguenze. Poi ci ha riprovato:
quando ero maritato con la Howard, lei si è sposata di nascosto con il fratello,
Edmund Howard. Sono dovuto intervenire per far annullare anche queste nozze.
Lei mi ha odiato per tutta la vita, almeno fino a quando non l’ho sistemata con
Matthew Stuart, il conte di Lennox. La sua famiglia è sempre stata un’alleata
del clan dei Douglas. Sono una bella coppia e Margaret dovrebbe solo
ringraziarmi per averla sottratta agli Howard. Ad ogni modo ho potuto salvare
mia nipote. Ma non certo mia sorella che ha sempre preso decisioni ancora più
azzardate.”
“Anche lei come voi ha cercato di far
annullare il suo matrimonio.”
“La differenza tra me e lei stava nel
fatto che il suo secondo marito non era parente dell’uomo più potente d’Europa.
Per questo il Papa le ha concesso la dispensa per sposare quella piaga del suo
terzo marito, mentre invece io ho dovuto lottare per far invalidare il mio
matrimonio.”
“In comune avete anche le unioni parecchio
sfortunate.”
“Già dal suo arrivo in Scozia aveva
cominciato a frignare per le amanti ed i bastardi di suo marito ma non aveva
potuto farci nulla. Lui era re. Perciò alla fine si era adattata.”
“Ricordo che anche lei come la principessa
vedova aveva perso molti figli, e vostra sorella Maria ne ha persi due su
quattro, entrambi maschi. Siete sempre convinto che le vostre mogli fossero il
vostro principale problema?”
“Brandon era un peccatore e mi dispiace
che il suo peccato alla lunga sia ricaduto sui miei poveri nipoti, nati
entrambi vivi e sani. Margherita invece, ha avuto sei gravidanze, come
Caterina. Ma a differenza sua, i suoi bambini nascevano vivi, solo che poi
morivano in tenera età tranne mio nipote Giacomo. Sicuramente la colpa è stata del
clima scozzese.”
“Il clima scozzese certo ...”
“Sì perché dopo la morte di re Giacomo,
mia sorella ha sposato per sua scelta e senza la mia approvazione, Archibold
Douglas, come ho già detto. La loro figlia è nata qui e Margaret come sai, è
perfettamente sana. Poi sempre come ho già detto, mia sorella è tornata in
Scozia ed è entrata in rotta col marito quando ha scoperto che aveva una
relazione parallela con Jane Stewart. A quel punto aveva voluto l’annullamento,
come se avere un’amante fosse una cosa degna di tale decisione. Anche se lei fu
abbastanza astuta a farlo annullare in base al presupposto che dopo la
battaglia di Flodden il cadavere del suo primo marito non fu mai trovato,
quindi tecnicamente Giacomo poteva essere ancora vivo e lei non libera di
sposarsi.”
“Credevo che avesse fatto annullare il
matrimonio accusando il marito di bigamia. Il conte di Angus chiamava Jane
Stewart ‘moglie’ e pare che lei fosse la sua legittima consorte. Solo dopo pare
abbia sposato contemporaneamente vostra sorella.”
“A maggior ragione Margherita è stata
stupida ed ottusa. Si è fatta ingannare dal primo cicisbeo che le ha fatto due
moine. Questo perché lei era la regina reggente di Scozia e la madre del re.”
“Così parla chi sostiene di essere stato
imbrogliato da: un’astuta e peccaminosa vedova di ventitré anni, da una strega
figlia di un amministratore, da una puttanella ignorante di diciassette anni ad
infine dal suo Lord Cancelliere presumibilmente eretico, che gli ha rifilato
una moglie inguardabile solo per fare i suoi interessi politici.”
“Margherita poteva chiedere il mio
consiglio ed invece ha fatto di testa sua.”
“E voi a chi avete chiesto consiglio
mentre correvate dietro alle vostre future mogli? So che Caterina d’Aragona non
piacesse affatto né a vostra nonna né a vostro padre. Infatti l’avete sposata
dopo la morte di quest’ultimo. Poi … a chi altri avete chiesto consiglio? A
vostra sorella maggiore che vi diceva di restare con la principessa vedova, a
vostra sorella minore che vi diceva praticamente la stessa cosa oppure
all’intero vostro Paese che vi urlava altrettanto nelle pubbliche piazze?”
“Basta Will!”
“Vostra sorella ha compreso il suo errore
ed ha cercato di rimediare. Come avete fatto voi.”
“Facendo peggio. Si è innamorata di un
ventottenne, molto più giovane di lei che l’ha trattata ancora peggio di Angus.
Prima la picchiava, poi semplicemente l’ha abbandonata al suo destino. Lo sai
che mia sorella dopo ha provato a chiedere a sua Santità l’annullamento
dell’annullamento per tornare con il secondo marito?”
“Sì è un fatto ormai noto. Ma lei non ha
potuto creare una nuova chiesa in Scozia per scegliersi il quarto marito.
Persino suo figlio dopo la sua separazione da Lord Methven non le ha più voluto
dare retta.”
“Tra tutti i miei nipoti, Giacomo è
l’unico che non ho mai sopportato. Mio padre ha voluto maritare Margherita con
il re di Scozia sempre in prospettiva di una fusione tra le nostre due corone,
cosa che io francamente non mi auspico affatto. Gli scozzesi sono infingardi e
traditori per natura e mio nipote era come suo padre. Quando sono partito per
la prima volta in guerra contro la Francia ed ho lasciato Caterina come
reggente, mio cognato ci ha invaso pensando di vincere facilmente contro di lei. Invece
Caterina l’ha distrutto e mi ha pure mandato in Francia il suo vessillo insanguinato
come trofeo. Mi è dispiaciuto per la vedovanza di mia sorella ma suo marito era
un vero infame. Esattamente come suo figlio che ha preferito allearsi con i
francesi piuttosto che con suo zio. Ha rinnegato più volte il suo sangue
inglese, il suo essere per metà un Tudor. Mai stato così felice di non avergli
concesso Maria in sposa.”
“Vostro nipote ha sempre lamentato che
durante la sua travagliatissima infanzia, avete fatto ben poco per aiutare lui
e la madre.”
“Margherita ci pensava da sola a mettersi
nei guai e poi pretendeva che io intervenissi a sistemare i suoi cocci. Io in
ogni caso ho sempre fatto prima gli interessi del mio Paese. Proprio come
Margherita ad un certo punto pur di ottenere l’annullamento da Angus, ha fatto
i suoi alleandosi con i francesi contro di me, visto che non l’appoggiavo.
Quando ho sposato la Howard, ero pure andato al nord per incontrare mio nipote
e lui per tutta risposta, non si è nemmeno presentato.”
“Sosteneva di avere paura di voi.”
“Paura di cosa? Che lo sequestrassi? Che
lo imprigionassi nella Torre? Ma per favore! Volubile come i genitori doveva
aver cambiato idea sulla nostra alleanza. Io comunque non mi ero mai arrabbiato
così tanto in vita mia! Trattato così davanti a tutti! Ad opera del mio stesso
nipote! A quel punto sorella o non sorella, la guerra Giacomo se l’è cercata.”
“La guerra è durata poco però.”
“È durata poco perché lui ha preso
un’infezione ed è morto. E comunque quel codardo non ha mai partecipato agli
scontri, in questo suo padre era decisamente migliore. Per rimediare al
disastro, ho proposto un matrimonio fra l’unica figlia che ha lasciato, la
regina Maria di Scozia ed il mio Edoardo. Così il sogno di mio padre si sarebbe
egualmente realizzato.”
“Ma è andata male anche così.”
“Gli scozzesi sono infidi, lo sai. Quando
ho saputo che stavano continuando ad intrattenere scambi commerciali con in
francesi nonostante il nostro accordo lo vietasse, ho dovuto sequestrare i loro
mercantili. E quei maledetti per tutta risposta, hanno mandato la mia pro
nipote in Francia e l’hanno maritata al delfino Francesco. In cambio, il re di
Francia ha mandato in Scozia una forza militare perpetua contro di me.
Gentaccia, non c’è niente da fare. So che Margherita ha sempre fatto il
possibile per mantenere l’alleanza fra loro e noi, come voleva nostro padre. Ma
gli scozzesi sono e resteranno sempre sporca gentaglia. Ecco perché i suoi
eredi potranno ereditare soltanto per ultimi. Dovevo scongiurare questa
tremenda eventualità.”
“Curioso come fosse tremenda l’idea di far
sposare vostra figlia Maria con vostro nipote Giacomo mentre le nozze fra
Edoardo e la piccola Maria Stuarda invece sarebbero andate benissimo.”
“Io ho il dovere di preservare la stirpe di
mio padre. Il mio erede deve essere un re inglese.”
“Un re Seymour più che altro.”
“Che vuoi dire?”
“Enrico, ormai avete a malapena il fiato
per parlare. State lasciando dopo di voi un bambino di nove anni, perciò a
governare al posto suo saranno gli zii ed uno dei due sposerà la vostra bella
vedova, la donna la cui cieca fiducia nei suoi confronti vi ha spinto a
nominarla reggente quando siete partito per assediare Boulogne. Avete nominato
Lord Protettore Edward Seymour quindi di fatto lascerete lui come erede dopo di
voi.”
“Non posso farci nulla se il mio ragazzo
speciale è arrivato tanto tardi.”
“Ha l’età più per essere vostro nipote che
vostro figlio. Spesso mi sono domandato come sarebbe andata se non vi foste
tanto intestardito a volere un figlio maschio a tutti i costi. Potevate far sposare
Maria, la figlia che vi era stata concessa quasi subito da Nostro Signore e
forse oggi voi avreste un erede maschio, anzi addirittura più di uno. Solo che
sarebbe stato un nipote amato e riverito anziché un figlio di cui non sapete
nulla e che verrà pure allevato da altri.”
“Che vuoi dire che non so nulla di
Edoardo?”
“Qual è il soprannome che vostro figlio ha
dato alla regina Catherine? Qual è il suo cibo preferito? Sapete con cosa ama
giocare? NO! E se vostra moglie ad un certo punto non avesse insistito per
farlo venire a corte assieme alle sorelle, voi non sapreste neanche che aspetto
ha il vostro ‘ragazzo speciale’.”
“Ho solo cercato di proteggerlo.”
“Avete sempre protetto solo sua grazia il
principe di Galles. Non avete mai saputo né voluto sapere nulla di lui come non
avete mai saputo niente neppure di sua madre. Nemmeno vi siete mai preoccupato
di dirgli che tipo di donna fosse, visto che non lo sapete nemmeno voi. Lo
avete generato e poi isolato.”
“Sto troppo male al ricordo. Sono certo
che mia moglie gli avrà parlato di Jane anche per me.”
“La regina Catherine è stata una
benedizione sia per la brillante reggenza appena citata, sia per i vostri
figli, qualunque cosa pensiate sul suo futuro matrimonio con Thomas Seymour. Ha
salvato i vostri figli, perché Dio lo sa Enrico, come padre siete stato un vero
e proprio disastro. Se come marito avete delle leggerissime attenuanti, come genitore
non ne avete affatto. Ma mi piace pensare che l’abbiate scelta d’istinto
pensando a vostra madre.”
“Ancora con mia madre?!”
“La regina è alta, bella e bionda come lo
era lei. L’avete scelta nella fase più debole della vostra esistenza, come
quando eravate solo un bambino indifeso. La regina è di una dolcezza disarmante
con i bambini, materna è l’appellativo che sicuramente la rispecchia di più. Ha
allevato come propri i due figli del suo secondo marito ed ora anche i vostri
tre figli. Meriterebbe senza dubbio di avere dei figli tutti suoi, nonostante
la pira dell’eresia fosse già pronta per lei.”
“Will la cosa si è felicemente risolta.”
“Non certo per merito vostro.”
“Senti che cosa avrei dovuto pensare? Le
avevo concesso ogni cosa, l’avevo nominata reggente, poteva scrivere opere sue,
teneva quel suo salotto di discussione dove le permettevo di parlare di
religione con altre dame, le ho permesso di studiare il greco con le mie
figlie. Quando il vescovo Gardiner ed il duca di Norfolk sono venuti a
riferirmi che nei suoi appartamenti aveva ospitato la predicatrice Anne Askew
non ci ho visto più. Will ti rendi conto?! Una riformata! Una donna che ha
autoannullato il proprio matrimonio basandosi sul fatto che lei seguiva la vera
fede mentre suo marito era un papista! Una donna che incitava le altre a fare
quello che volevano! Inoltre mia moglie ultimamente troppo spesso mi rispondeva
e troppo spesso mi aveva messo in discussione. Voleva discutere con me che vedo le
cose quasi come Dio stesso! Per questo ho creduto che si stesse abbandonando
all’eresia.”
“Il problema della vostra riforma
religiosa è che è chiara soltanto a voi. Perché il resto del vostro popolo è
soltanto confuso. Avete cancellato la vecchia religione ma non avete nemmeno
permesso che progredisse la nuova fede. Siete un vero mistero per tutti ormai,
tra papisti e riformisti.”
“Ma cosa c’è da comprendere della mia
riforma? Ho liberato gli inglesi dal giogo papale, ho permesso che il denaro
inglese rimanesse in terra inglese, ma ciò che i riformati non hanno compreso,
è che non ho alcuna intenzione di annullare le verità di fede che restano
indiscutibili ed inalienabili. Diverse volte ho tentato di dare al popolo la
Bibbia tradotta nella nostra lingua, ma solo affinché potessero leggere la
parola di Dio con i loro occhi, senza ripetere stupide litanìe latine senza
senso. Ma quando ho cominciato a vedere che la gente la usava per interpretarla
a proprio piacimento esattamente come fatto inizialmente in Germania, ho dovuto
ritirarla. Solo io ed il clero possiamo comprendere la Bibbia perché Dio da sempre,
ci ha posto sopra il popolo per comprendere prima ed imporre poi. È nell’ordine
naturale delle cose. Invece hanno cominciato letteralmente ad inventarsi le
loro regole, le loro verità. Per questo ho dovuto far capire a tutti che solo e
soltanto io in Inghilterra conosco la verità di fede. E dopo di me gli
ecclesiastici che la studiano. ‘In medio stat virtus’ giusto? Ed è questo che
sto cercando ed ho sempre cercato di fare: impedire al mio Paese di scivolare
nell’estremismo papista e nell’eresia dei riformati. Mia moglie però appoggiando
e permettendo ad un’eretica come Anne Askew di parlare ad altre donne, mi ha
fatto capire di essere d’idee eretiche non molto diverse dai folli tedeschi.”
“E perciò avete firmato la sua condanna a
morte sul rogo.”
“Questo sinceramente non me lo ricordo.”
“L’avete fatto eccome. Purtroppo
ultimamente vi dimenticate spesso parecchie cose. Compreso il terzo uxoricidio che
vi avrebbe consolidato per sempre nella storia. Perciò quando le guardie sono
venute ad arrestare la regina, lei ha potuto spiegarsi e chiarire come abbia
discusso con voi solo per alleviare il vostro dolore cronico alla gamba e anche
di come Anne Askew fosse venuta una volta sola e mai più reinvitata. E grazie a
questo, oggi siamo qui a dire che la cosa si è ‘felicemente risolta’.”
“Will ho avuto cinque mogli e mi hanno
deluso tutte. Perciò immagino di non essere rimasto troppo sorpreso quando
anche la sesta si stava rivelando pericolosa.”
“E secondo voi una delusione vale un
omicidio? Enrico nella vostra vita avete decretato diverse condanne a morte con
una leggerezza impressionante e non voglio pensare che forse avreste fatto lo
stesso anche con vostra figlia Maria, qualora si fosse ostinata a prendere le
parti di sua madre anche dopo la sua dipartita. Ora che ci penso … Enrico ma
voi avete mai visto qualcuno morire?!”
“Personalmente intendi?”
“Sì una persona che è morta dinanzi a voi!
Che se ne è andata davanti ai vostri occhi!”
“Solo mio padre. Sono arrivato da lui un
attimo prima che spirasse. Era stato Wolsey, all’epoca suo elemosiniere, a
mandarmi a chiamare.”
“Nessun’altro? Neanche in guerra?!”
“No. In guerra ero ai posti di comando,
non partecipavo direttamente alle battaglie.”
“E come vi siete sentito vedendo vostro
padre?”
“Pe me fu destabilizzante. Non avevo mai
pensato che mio padre potesse morire, che la morte potesse colpire i re, come
mai l’avrei immaginato con mia madre, sparita nel nulla e morta lontana da me.”
“Vostro padre morendo vi ha deluso perché
vi ha dimostrato di non essere infallibile e sono stati altri a mandarvi a
chiamare prima del suo decesso, perché lui non era nemmeno cosciente.
Altrimenti nemmeno vi avrebbe considerato. Vostra madre morendo vi ha deluso
perché non vi ha mai cercato né ha scritto due righe. Avete associato la morte
alla delusione e le persone che vi hanno procurato questo dolore le avete
allontanate qualora non fosse possibile eliminarle fisicamente. Ed anche dopo
la loro morte, ne avete distrutto persino il ricordo come fatto con Anna Bolena,
Henry Fitzroy e la piccola Howard. Ancora adesso non riuscite ad accettare la
vostra morte perché deludereste l’idea che avete sempre voluto dare di voi
stesso. Avete sempre cercato di essere eterno, pur sapendo perfettamente di non
esserlo. Avete isolato o condannato le vostre mogli ogni qualvolta vi hanno
deluso. Avete lasciato sole le vostre sorelle quando non vi hanno appoggiato. Siccome
vostra nonna vi dominava l’avete lasciata sola, come avete chiuso i rapporti da
un giorno all’altro con Wolsey e Cromwell appena si sono rivelati non
all’altezza delle vostre aspettative. Avete cresciuto i vostri figli in
perfetto isolamento perché la prima è figlia di una donna sterile, il secondo era
figlio di un’amante senza lignaggio, la terza è figlia di una donna che vi è
costata più di quanto vi abbia mai dato ed il quarto è figlio di una donna che
è morta non potendovi dare ancora di più. Enrico, la vostra è una mente da
sempre avvelenata da un dolore che non avete mai risolto; un male la cui
tossina con gli anni ha fatto sempre più effetto fino a destabilizzarvi completamente,
fino a farvi perdere il rispetto per la vita degli altri.”
“Che cosa vuoi che dica Will.”
“Quello che sentite in questo momento. Ora
che qualcuno ha avuto il coraggio di dirvi la verità per quanto amara, dolorosa
ed insopportabile sia; e questa volta non potete scappare, non potete sparire,
non potete nemmeno eliminare chi vi mette di fronte al problema e vi costringe
ad affrontarlo. Ogni persona che avete incontrato nella vostra vita aveva il
preciso scopo di mettervi di fronte ai vostri limiti e stava a voi affrontarli
uscendone migliore o peggiore. Voi cosa pensate di aver fatto?”
“Penso di aver fatto la storia Will; ho
superato mio nonno ed il mio stesso padre. Ossia ciò che un re dovrebbe
effettivamente fare.”
“Nonostante la lunghissima scia di sangue
innocente che porterete con voi nell’altro mondo e di cui dovrete rendere conto
a Nostro Signore?”
“Sì. Nonostante la scia di sangue, il
destino di un re non è equiparabile a quello degli altri mortali. Egli è un qualcosa
di più simile ad un eroe di un mito greco e pertanto unico nella sua infinita
solitudine. Il mondo non può e non potrà mai capire, come del resto non puoi capire
neppure tu. Ma un giorno, i miei figli tutto questo lo comprenderanno. Proprio
come io ho dovuto impararlo dopo la morte dei miei genitori.”
“Dio non voglia che anche loro siano
ossessionati dall’essere alla vostra altezza, esattamente come avete sempre
vissuto ed agito voi pensando ai vostri genitori.”
“Dio non voglia. Ma ripeto, è il destino
dei re. Ed un giorno, loro malgrado, lo scopriranno.”
“Enrico?”
“Sì?”
“Guardate. Il sole sta sorgendo. Sta
facendo luccicare tutto il ghiaccio sui tetti e nelle strade. La città sembra
piena di diamanti splendenti.”
“La mia ultima alba inglese.
L’Inghilterra, la mia terra, il mio Paese, il mio gioiello più prezioso che mi
è costato il sacrificio di una vita intera; ma che grazie a Dio, è sempre valso ogni mio
sforzo. Credo che me la godrò tutta.”
“Come vi sentite ora Enrico?”
“Come un uomo libero da un peso. Sento che
la mia mente è libera ed i miei pensieri sono sgombri. Ho finalmente ben chiaro
per chi e per cosa chiedere perdono. Avevi ragione Will, ora sono pronto per il
cappellano confessore. Ora devo occuparmi della mia anima. Vai pure a
chiamarlo.”
“Enrico voglio che sappiate che al di là
delle cose che sono state dette in queste ore, per me è stato un vero onore
servirvi, nel bene e nel male. Ancor di più perché è stato dall’inizio alla
fine.”
“Lo so Will. Veglierai anche sui miei
figli?”
“Voi sarete per sempre il mio re; tuttavia
resterò finché non ci sarà più bisogno di me. Questo posso giurarvelo.”
Will
Somers si appresta ad uscire e mentre sta aprendo la porta della camera:
“Will?”
“Sì mio re?”
“Grazie.”
Dopo
la morte di Enrico rimase a corte come buffone del piccolo re Edoardo VI, fino
alla sua prematura scomparsa, avvenuta il 6 Luglio del 1553. Mancavano circa
quattro mesi al suo sedicesimo compleanno, ed esattamente come il fratellastro
illegittimo Henry Fitzroy ed il nonno Enrico VII, questi finì ucciso da una
malattia polmonare. Probabilmente tubercolosi.
Il suo
regno fu molto breve e di fatto non fu mai lui a governare direttamente. I suoi
zii Thomas Seymour prima, ed Edward Seymour dopo, tentarono a fasi alterne d’imporsi
sulla sua persona. Thomas Seymour in particolare, dopo la morte della moglie
Catherine Parr (sposata circa quattro mesi dopo la morte di Enrico) causata dalla
setticemia, aveva tentato di detronizzare il nipote cercando di sposare la
giovane principessa Elisabetta.
Edoardo
pertanto istigato da John Dudley conte di Warwick e poi duca del Northumberland
(un lord del consiglio di reggenza istituito da Enrico), fece condannare a
morte entrambi gli zii consegnando quindi la reggenza al duca.
Tuttavia
suddetta reggenza durò molto poco, data la malattia che da lì a poco avrebbe ucciso
il giovanissimo sovrano. Lord Dudley prima della sua morte, convinse Edoardo a
nominare come erede la pro cugina lady Jane Grey. Questa era la figlia maggiore
della cugina Frances Brandon, a sua volta nata dal matrimonio fra la sorella
minore di Enrico, la principessa Maria Tudor, con Charles Brandon duca di
Suffolk.
Edoardo
era stato allevato alla fede riformata ed era ben deciso a completare la fase protestante
che Enrico non aveva mai voluto ultimare. Da qui la decisione di privilegiare
la cuginetta Jane Grey al posto della sorellastra papista Maria. La scelta non poté
ricadere direttamente su Elisabetta in quanto Edoardo aveva diseredato Maria
basandosi sulla sua presunta illegittimità. In virtù di questo, i natali della
figlia di Anna Bolena erano ancora più dubbi.
Tuttavia
il regno di Jane Grey durò appena nove giorni in quanto grazie al sostegno
popolare, Maria riuscì a riprendersi il trono. Jane Grey sarebbe stata deposta
e successivamente decapitata.
Will
Somers rimase a corte anche durante il regno di Maria, specialmente come
sostegno a Jane Foole, la giullare della nuova regina.
Tuttavia
anche il regno di Maria I d’Inghilterra durò molto poco. Dopo meno di due anni,
contro l’opinione pubblica, questa sposò re Filippo II di Spagna, il figlio di
suo cugino l’imperatore Carlo V.
L’unione
si rivelò da subito impopolare in quanto riportò il cattolicesimo e la santa
inquisizione in terra inglese. Dopo un breve periodo di tolleranza, Maria si
convinse di non essere riuscita ad avere un erede (ebbe solo una falsa
gravidanza) per colpa della sua tolleranza verso gli eretici. A quel punto
iniziarono le famose persecuzioni mariane a danno dei riformati che l’avrebbero
per sempre consacrata alla storia come “Bloody Mary”.
Maria
morirà a quasi quarantatré anni, il 17 Novembre del 1558, uccisa da un cancro
uterino inizialmente scambiato per una nuova gravidanza.
Seguendo
la volontà di suo padre, nominò come erede la sorellastra protestante
Elisabetta con la promessa che questa avrebbe mantenuto l’Inghilterra nella
fede cattolica.
Elisabetta
non mantenne la parola data e scelse una politica personale protestante, ma
comunque profondamente incentrata sulla tolleranza religiosa, riuscendo così a
superare nei suoi quarantacinque anni di regno, l’ambiguità creatasi durante il
regno del padre, e portando così l’Inghilterra verso l’età dell’oro
elisabettiana che tutti noi ben conosciamo.
Will
Somers resterà a corte fino al 15 Gennaio del 1559, giorno in cui assistette
all’incoronazione di Elisabetta che sarebbe stata il suo ultimo evento
pubblico. Dopodiché l’arguto buffone di re Enrico sarebbe andato in ‘pensione’.
Chissà forse perché consapevole di come di fatto non ci fosse più bisogno di
lui.
I
regni di Edoardo e Maria furono troppo ancorati alla profonda incertezza ed
alla pesante eredità lasciata da Enrico; Edoardo era solo un bambino mentre
Maria purtroppo si rivelò profondamente incapace di liberarsi dai fantasmi del
passato che le avevano distrutto l’esistenza.
Elisabetta
invece, la figlia di Anna Bolena, sia pur con molta fatica ed il sostegno dei giusti
consiglieri, tra cui lo straordinario William Cecil, sarebbe riuscita dove loro
avevano fallito: ossia consolidare definitivamente la dinastia Tudor ed il
potere monarchico nei secoli a venire.
Will
Somers morì il 15 Giugno del 1560 mentre Elisabetta sarebbe deceduta il 24
Marzo del 1603. Non si sposò mai pertanto ad ereditare il trono sarebbe stato
re Giacomo VI Stuart di Scozia, discendente della sorella maggiore di Enrico,
la principessa Margherita Tudor, attraverso entrambi i genitori.
Alla
fine quindi, il trono d’Inghilterra andò ai discendenti stranieri della sorella
degenere. L’attuale famiglia reale inglese, discende da entrambe le sorelle di
Enrico, ma soprattutto da Margherita Tudor.
Pertanto
dire che è proprio vero che la loro maggiore fortuna, i Tudor la dovettero
principalmente alle loro donne.
P.
Bravo, Enrico VII. L’alba della dinastia
Tudor in Inghilterra, Collezione Oxenford, Firenze Atheneum, 2009.
C. Erickson,
Elisabetta I. La vergine regina,
traduzione di Cristina Saracchi, Collezione Le Scie, Milano, Mondadori, 1999.
C. Erickson,
Il grande Enrico. La stravagante vita di
Enrico VIII, Re d’Inghilterra, traduzione di M. Buzzi, Collana Nuova
Biblioteca Storica n.32, Milano, Sugarco, 1982. – Collezione Le Scie, Milano, Mondadori,
2002.
C. Erickson,
Maria la sanguinaria. Miserie e grandezze
alla corte dei Tudor. Milano, Mondadori, 2002.
C. Erickson,
Anna Bolena, Milano, Mondadori, 2005.
A.
Fraser, Le sei mogli di Enrico VIII,
Collezione Le Scie, Milano, Mondadori, 1993.
A.
Fraser, Maria Stuart - La tragedia di una
regina, Milano, Mondadori, 1996.
C.H.
Williams, Inghilterra: i re della casa di
York, 1461-1485, cap. XIV, vol. VII: L’autunno
del Medioevo e la nascita del mondo moderno, in: Storia del mondo medievale, pp. 509-545, 1999.
S.
Zweig, Vita di Maria Stuarda: la rivale
di Elisabetta I d’Inghilterra, Milano, Bompiani, 2001.
Commenti
Posta un commento