Racconti storici: L'ultima alba inglese

 

  L’ultima 

alba 

inglese




 Londra, Palazzo di Whitehall, 28 Gennaio 1547

Il potente rintocco delle campane nell’abbazia di Westminster, fa echeggiare prepotentemente in tutto il suo circondario, una melodia lenta ma allo stesso tempo opprimente; un suono lugubre, a tratti profondamente angoscioso.

È notte fonda nella magnifica residenza londinese di sua maestà il re d’Inghilterra ed è appena scoccata la mezzanotte. All’esterno dell’edificio, la neve caduta nei giorni antecedenti si è ormai completamente congelata, finendo col creare praticamente in ogni angolo della città, un profondo strato di ghiaccio duro e spesso. Lungo le strade non c’è nessuno, a parte il lento girovagare delle guardie reali attorno al palazzo e con loro un mesto andirivieni di servitori e messaggeri, quest’ultimi silenziosi e rigidi quasi fossero degli attori in un masque di statue viventi.

Fa talmente freddo che non si sente neppure il lontano abbaiare dei cani o il rumoreggiare degli ubriaconi appena usciti dalle osterie. Non si sente neppure il leggero sibilare del glaciale vento di tramontana ed il fiume Tamigi è completamente ghiacciato. Ovunque v’è silenzio, ed ogni cosa appare come immota per l’eternità.

Anche all’interno di Whitehall, l’atmosfera è parimenti silente. Solo nella camera da letto reale un uomo gigantesco, obeso e dal volto completamente deformato dal proprio grasso, si agita come un naufrago che sta per affogare. Questi ha letteralmente fatto cadere in terra tutte le coperte ed i numerosi cuscini ricamati che ricoprivano il suo enorme letto a baldacchino, poiché un improvviso mancamento di fiato lo ha di colpo destato dal suo già leggerissimo sonno.

Agitandosi come un neonato in fasce e con il volto completamente congestionato, l’uomo ha immediatamente chiamato attorno a sé tutti i propri medici, i quali però non sanno più che rimedio dargli. A parte suppurare la cronica ferita sulla sua gamba come sempre strabordante di pus, non c’è molto altro che riescono a fare per lui. Pertanto questi continuano a gesticolare nervosamente correndo da una parte all’altra, per poi infine guardarsi fra loro con espressione completamente smarrita.

Enrico VIII d’Inghilterra dopo aver emesso un altro rantolo ed aver chiesto ulteriori cuscini per sollevarsi e respirare meglio, osserva poi con espressione sdegnosa i volti dei suoi dottori.

Non hanno idee, non sanno cosa potergli somministrare; tuttavia dalla loro espressione tirata e chiaramente rivolta verso il basso, il sovrano inglese intuisce qualcosa di più della loro semplice incapacità di curarlo. Legge nei loro occhi una verità da cui è rifuggito per tutta la vita, ma che ora si sta palesando dinanzi a lui, potente come solo un’ineffabile certezza sa essere: sta morendo. Ad un certo punto, il monarca osserva in lontananza proprio sulla soglia della porta, uno dei suoi medici parlare concitatamente con lord Edward Seymour, lo zio di suo figlio. Se dovesse morire, questi diverrà Lord Protettore fino alla maggiore età di Edoardo, ora un bambino di soli nove anni. Seymour avrebbe governato per conto del piccolo re con l’ausilio di un consiglio regale istituito appositamente per lo scopo. Re Enrico l’aveva ideato basandosi sull’idea avuta da suo padre il giorno in cui l’aveva lasciato orfano e re a soli diciotto anni, nel lontano 1509. Infatti il vecchio re aveva lasciato pochi e fidatissimi consiglieri a governare, nascosti dietro la facciata regale del figlio. Lui invece, non potendo fidarsi praticamente di nessuno, aveva scelto consiglieri sicuramente fidati, ma anche abbastanza numerosi da non poter in alcun modo prevaricare il figlio fino alla sua maggiore età. Inoltre, designando il suo zio più amato e preparato per poterlo guidare, ne avrebbe protetto anche l’incolumità personale. Pertanto il monarca vedendo ora i suoi dottori parlare privatamente con il futuro Lord Protettore d’Inghilterra, capisce come la situazione sia esattamente come intuita. È finita. Tutti si stanno preparando a seppellire la sua carcassa e ad ogni secondo che trascorre, il fiato gli viene ancora meno come per dargliene un’ulteriore conferma. Del resto mancano cinque mesi al suo cinquantacinquesimo compleanno; ha raggiunto un’età straordinaria, superando anche il suo stesso padre.

Perciò il re a questo punto con un appena accennato gesto del braccio, congeda stancamente i suoi valletti da camera e tutti gli altri medici ancora lì presenti. Se non servono a niente, tanto vale che se ne vadano. Tuttavia come ultimo ordine, chiede con un fil di voce di mandare a chiamare il suo buffone Will Somers e di farlo venire immediatamente da lui. Con tale ordine, il sovrano lascia completamente costernati tutti i suoi interlocutori. Una volta più del solito.

 Pochi minuti dopo:

 “Eccomi Enrico, mi avete chiamato?”

“Sì- rantolando-  Chiudi la porta, lascia che quel branco di ruffiani si torca le budella fino all’ultimo. Vieni, siediti qui, al mio fianco, affinché possa vederti bene in volto. Sei arrivato subito.”

“Difficile impiegare più tempo, visto che ero proprio dietro la porta.”

“Eri a vegliare su di me?”

“Non faccio praticamente altro da quando vi conosco; e comunque sapevo che mi sareste venuto a chiamare.”

“E come lo sapevi?”

“Quando un uomo sta per morire solitamente desidera avere attorno a sé solo le persone che gli vogliono bene. Ed io so, come lo sapete anche voi, che qui dentro di persona che vi vuole veramente bene ci sono solo e soltanto io.”

“Pensi che morirò Will?”

“Perché perdere tempo a parlare con un buffone sennò?”

Enrico ridendo: “Hai perfettamente ragione.”

“Di che cosa volete parlare?”

“In realtà non lo so. Di cosa parla un uomo quando sta per morire?”

“Ho sentito dire che di solito questi rivede tutta la propria vita come in un lampo ed in base a come si sente mentre lo fa, si può fare un’idea del destino che l’aspetta nell’aldilà.”

“A me non è successo.”

“Forse avete bisogno di una spinta. Forse per questo mi avete chiamato. Quelli che avete congedato poco fa erano i medici del vostro corpo; ora che loro non possono fare più nulla per voi, avete bisogno di un dottore che curi le ferite della vostra mente. Una volta curate quelle, sarete pronto e potrete andar via più sereno.”

“E tu saresti un medico della mente? Credevo lo fossero i preti.”

“I preti e neanche tutti, curano solo l’anima. E a costoro vi rivolgerete solo quando sarete davvero pronto, perché se la mente non fa ammenda di ogni sua ferita, difficilmente riuscirà a capire in quale modo poter far redimere l’anima. Per quanto riguarda me, sono un uomo d’infinita modestia, ma sta di fatto ho vissuto abbastanza da capire molte cose. Nella vostra corte ho potuto vedere e sentire praticamente di tutto. E quando mi annoiavo, leggevo i libri della vostra biblioteca, dove ho imparato tante cose sulla mente umana e sul suo funzionamento. Ecco, adesso posso anche dirvelo.”

“Leggevi i miei libri Will?!”

“Quando ero bambino, per una pura casualità, ho salvato la vita ad un monaco italiano che stava per finire calpestato da un cavallo imbizzarrito. Lui per gratitudine mi ha insegnato tutte le cose che sapeva. Fra queste, anche il latino. Del resto mica potevo stare sempre a camminare a gattoni, a lanciare frutta, a fare scherzi idioti ai vostri cortigiani oppure battute sconce sulle ultime mode delle signore. Anch’io ho bisogno di elevarmi ogni tanto. Sono un uomo prima ancora che un buffone. E come mi diceva sempre quel monaco parlando del poeta italiano Dante Alighieri: ‘Fatti non foste ...’”

“Risparmiami, per favore.”

“Perché? Era così a tema ed ero pure ispirato.”

“Sto morendo e tu pensi alla poesia?”

“Allora ditemi voi a cosa devo pensare. Io so solo che là fuori c’è una marea di gente sulle spine e voi avete mandato a chiamare il vostro stupido buffone. Dovreste vederli Enrico! Sono così rigidi che sembrano loro quelli che stanno per andarsene.”

“Assurdo. Sto morendo e tu mi parli come se non ci stessimo congedando per sempre.”

“Lo faccio perché non ci sono rimpianti fra noi. Dal giorno in cui il mio amico mercante Richard Fermor è rimasto colpito dal mio brillante acume e poi mi ha presentato a voi, non ci siamo mai più separati. E cosa ancora più importante, ci siamo sempre detti la verità.”

“Era il 1525, me lo ricordo. Avevi un umorismo salace, ironico e spesso dissacrante. Mai nella mia vita avevo interagito con una persona così. Mi hai colpito subito e mi sei piaciuto come per istinto. Sei sempre stato l’unica persona di cui davvero mi sia potuto fidare.”

“E gli altri?”

“Gli altri chi?”

“Le altre persone che avete incontrato. Siete il re d’Inghilterra, avete conosciuto tanta di quella gente da bastarvi per tre vite. Penso sia alquanto paradossale che io sia l’unico che vi abbia davvero ispirato fiducia.”

“Non saprei dire in effetti.”

“Volete parlarne?”

“Di cosa?”

“Di quelle persone. Quelle che sono entrate nella vostra vita, che hanno lasciato un segno, per quanto doloroso a volte. E se ora ad un passo dalla fine riuscirete a rimembrarle, vuol dire che avete un conto in sospeso con loro ma soprattutto con voi stesso. Ma tuttavia devo avvertirvi: non sarà un’esperienza né bella, né tantomeno piacevole. Il ricordo potrebbe farvi stare molto male ma siccome io sono qui per guarire la vostra mente, non avrò nessuna pietà nel farvi riaffrontare il passato. Questo voglio che lo sappiate sin d’ora. Allora siete pronto?”

“Ammetto che da quando sei entrato e mi hai fatto il discorso sulle persone che ho amato, d’istinto ho pensato ai miei genitori.”

“Re Enrico VII Tudor e la regina Elisabetta di York, certo. Vi amavano?”

“No, per niente. Ecco perché ora li penso. Forse.”

“Interessante. Parlatemi di loro. Io non li ho mai visti né conosciuti. All’epoca ero a Calais come sapete, ma nel mio bivaccare nei corridoi dei vostri palazzi, ho osservato tutti i ritratti dei vostri antenati, imparando facilmente a riconoscerli. E a volte, anche a farmi un’idea su di loro. Si possono capire tante cose dal modo in cui qualcuno sceglie di essere immortalato.”

“Credo che i miei genitori siano le due persone che mi siano mancate di più in tutta quanta la mia vita. Specialmente mia madre. Se ne è andata quando avevo undici anni e solo il cielo sa quanto abbia sofferto la sua mancanza. Mi è mancata ogni santissimo giorno della mia vita e mi manca ancora di più adesso, perché so che saremo nuovamente divisi in morte come lo siamo stati in vita. Non la rivedrò mai più ancora una volta.”

“Che persona era?”

“Non ho mai avuto molte occasioni per stare con lei. Era la regina ed ovviamente doveva stare con mio padre. Io per tutta l’infanzia sono cresciuto nel palazzo di Eltham assieme ai miei fratelli Arturo, Margherita e Maria. La incontravamo durante le feste e le occasioni ufficiali. Ed ovviamente, molto di rado potevamo parlare da soli. Era la donna più bella del mondo Will.”

“Sì lo era, ho visto anche il suo ritratto.”

“Era sempre dolce ed affettuosa con noi bambini. Ma con mio fratello Arturo lo era molto di più. Non so come spiegarti … ci guardava in modo diverso. Quando guardava Arturo vedevo un misto di amore, adorazione ed orgoglio, mentre quando guardava me, vedevo affetto e basta. Le nostre governanti nella nursery mi avevano raccontato di come io assomigliassi tanto a suo padre, mio nonno re Edoardo IV. Mi ero anche fatto raccontare ogni cosa su come mio nonno avesse detronizzato il vecchio re Enrico VI Lancaster, sai, il fratellastro dell’altro mio nonno, Edmund Tudor. Non solo; ma anche di come mia madre fosse nata da un matrimonio di pura passione tra mio nonno ed una sua suddita, mia nonna lady Elizabeth Woodville.”

“Ah praticamente come avete sempre fatto voi con le vostre unioni.”

“Da bambino mi sono sempre identificato con mio nonno: un uomo alto, eroico, bello e   fascinoso. Spesso cercavo anche d’imitarne gli atteggiamenti in modo che mia madre mi vedesse uno York, proprio come lei. Ma non penso abbia mai veramente apprezzato.”

“Forse non amava suo padre. Ci avete mai pensato?”

“Da adulto ho scoperto altre cose su di lui. Me le sono fatte raccontare dalla sorella di mia madre, mia zia Caterina di York; tu l’hai conosciuta come contessa del Devon. Mi ha detto che mia madre non aveva mai perdonato i loro genitori per quelle famigerate scelte che poi le hanno messe in pericolo per tutta la vita. Mio nonno pare fosse terribilmente incline sia al peccato di gola che alla lussuria. Comunque di fatto né lui né la moglie sono stati in grado di proteggere i loro figli. Se mio nonno avesse avuto maggiore cura di sé stesso ma soprattutto della sua pericolosissima famiglia, non sarebbe morto lasciando come erede un ragazzino di neanche tredici anni in balìa di un destino avverso da lui stesso creato.”

 “Parlate dei vostri zii re Edoardo V e Riccardo il duca di York, immagino. Sono conosciuti come ‘I principi della Torre’ se non erro.”

“Mio zio Edoardo V fu re per modo di dire. Mio nonno sul letto di morte aveva nominato Lord Protettore d’Inghilterra il fratello minore: Riccardo Plantageneto, il duca di Gloucester. E lui ha impiegato pochissimo tempo a rinchiudere nella Torre entrambi i miei zii, i suoi nipoti, due bambini di neanche tredici e dieci anni. Questo nell’attesa di un’incoronazione che di fatto non ci fu mai. Il tutto mentre Gloucester con l’appoggio dei nobili faceva approvare il ‘Titulus Regius’, una legge che invalidava il matrimonio dei miei nonni. In questo modo aveva reso illegittima tutta la loro prole, ivi compresa mia madre. Poi Gloucester ha fatto semplicemente sparire i miei zii. Mia madre nel mentre si era rinchiusa nella cripta dell’abbazia di Westminster, assieme alla madre e alle sorelle. L’avevano fatto per salvarsi da Gloucester, nel frattempo divenuto re Riccardo III al posto del mio giovanissimo zio. Ovviamente aveva fatto tutto questo con il beneplacito degli altri nobili, traditori fin nel midollo delle ossa tanto quanto lui. Chissà che fine avrebbe fatto mia madre, se mio padre non avesse conquistato il trono e non l’avesse salvata sposandola. Pensa che prima del loro matrimonio, mio padre aveva fatto annullare il ‘Titulus Regius’ rendendola nuovamente una principessa di diritto.”

“Immagino che grazie a questo lei lo abbia amato davvero molto.”

“Sì … purtroppo sì.”

“Perché ‘Purtroppo’? A me sembra una cosa bella.”

“Era un matrimonio combinato ma effettivamente è stato un successo. Ma del resto non riesco ad immaginare diversamente; mia madre era letteralmente un angelo disceso dal cielo, tanto nell’aspetto quanto nel carattere. Abbastanza ironico che sia nata da due individui lussuriosi come i miei nonni. Comunque era una donna eccezionale, nessuno al mondo sarebbe mai stato capace di non amarla.”

“Continuo a non capire il perché di quel ‘Purtroppo’.”

“Mia madre è morta il giorno del suo trentasettesimo compleanno, a causa della febbre puerperale. È morta dopo aver partorito una mia sorella che non è vissuta nemmeno una settimana.”

“E allora?”

“Mio fratello Arturo è morto quando avevo dieci anni e la sua dipartita mi aveva reso l’erede al trono. La sua morte li aveva distrutti Will. Quel giorno me lo ricordo ancora come se fosse ieri: con mio padre furioso e disperato per il dolore e mia madre che si era accasciata a terra urlando istericamente fino a strapparsi tutti i capelli. Mio padre non mi accettava come erede come non mi aveva mai accettato come figlio. E lei per amore, pur di compiacerlo, a trentasei anni dopo già sei gravidanze, gli aveva proposto di avere un altro bambino, ben sapendo quanto fosse pericoloso alla sua età. Tutto questo perché a mio padre io non bastavo come erede o semplicemente non ero abbastanza per lui.”

“Credo che lui si sia sentito molto in colpa per questo.”

“Ha passato il resto della sua vita rinchiuso in una stanza. I primi tempi aveva tentato di convolare a nozze con altre donne, ad esempio Giovanna di Castiglia o Margherita d’Austria. Poi quando ha realizzato che nessuna donna al mondo sarebbe mai potuta essere come mia madre, si è semplicemente arreso. Lui aveva perso una moglie Will, ma io avevo perso mia madre. Era mio padre ma giuro che questo non glie l’ho mai perdonato.”

“Non vi ho mai sentito parlare male di vostro padre.”

“Lui è sempre stato e sarà sempre il mio re. Ha fatto di me il principe ed il sovrano che sono diventato. Tutta la sua vita per me è stata un esempio. Anche se mi detestava, anche se per lui non valevo la metà di Arturo e non mi ha mai permesso di dimostrargli il contrario.”

“Ma perché vostro fratello era così tanto amato?”

“Non l’ho mai effettivamente capito. Forse perché era il primogenito. So solo che erano orgogliosi di lui, che lo vedevano come un re fatto e finito, come colui che avrebbe portato una nuova Camelot in Inghilterra. Io invece ero il figlio che doveva diventare chierico ed infatti per buona parte della mia vita ho studiato per questo. Mio padre immagino detestasse la mia somiglianza con mio nonno. Ha passato quattordici anni in esilio per colpa sua. Quando mio nonno ha vinto definitivamente contro i lancastriani di re Enrico VI, lui essendo il nipote del re sconfitto, è dovuto fuggire in Bretagna per il resto della vita. Mio nonno spesso l’aveva cercato per ucciderlo, in quanto era l’ultimo erede del casato di Lancaster. Ma non ci è riuscito ovviamente.”

“Dite che rivedeva in voi il suocero?”

“Tu come ti comporteresti se tuo figlio assomigliasse all’uomo che odi di più al mondo?”

“Voglio credere che vostro padre andasse ben oltre queste cose e che la vostra sia solo un’impressione. Forse i vostri genitori erano semplicemente delle persone fredde e di fatto incapaci di farsi comprendere da dei bambini. O forse ancora più probabilmente, loro stessi erano stati allevati in questo modo.”

“Mio padre forse. Mia madre non credo. In ogni caso con Arturo ci riuscivano benissimo.”

“Ci riuscivano con il figlio Arturo o con il loro erede, il principe di Galles?”

“Sarebbe la stessa cosa.”

“No, per niente. Vostro padre interagiva con Arturo come faceva un re con il suo successore e vostra madre, nata principessa di sangue reale, faceva altrettanto. Erano più affettuosi con lui? Lo coccolavano? Lo riempivano di regali o di complimenti davanti a tutti? Lo viziavano?”

“No ... quello lo facevano di più con me. Lui era l’erede al trono quindi doveva comportarsi con la responsabilità che il suo rango imponeva.”

“Vi siete appena risposto da solo. Immagino che anche Arturo si sentisse poco amato rispetto a voi, solo che lui non poteva certo lamentarsi.”

“Stai dicendo che Arturo era migliore di me?”

“Sto dicendo che sia pur in modo diverso, siete stati amati entrambi ed il fatto che vi siano sembrati più legati a vostro fratello sta solo e soltanto in una cosa: lui è morto a quindici anni. Voi no, grazie a Dio.”

“Mi mancano Will.”

“Io penso che siano sempre stati con voi, anche se non li potevate vedere.”

“Mio padre lo rivedrò di sicuro. Ed anche mia nonna. Spero solo che il mio operato come re l’abbia convinto più di quanto non l’abbia fatto il mio essere figlio suo. Mia madre invece … lei è troppo vicina a Dio perché possa sperare di raggiungerla.”

“Pensate che rivedrete vostro padre e chi altri? Vostra nonna?”

“Sì mia nonna, la contessa di Richmond. Lady Margaret Beaufort.”

“Non l’ho mai conosciuta.”

“Ovvio, è morta due mesi dopo che sono diventato re. Ma non penso ti sarebbe piaciuta. Anzi, penso ti avrebbe dato un sacco di materiale per le tue barzellette. Era una donna formidabile e terribile nello stesso tempo. Colta, brillante ma anche inquietante, invidiosa ed astiosa.”

“In realtà pensando ai quadri che ho visto su di lei e a ciò che mi state dicendo voi ora, si sta formando nella mia mente un’immagine ben precisa.”

“Io l’ho scoperto solo da adulto e sempre grazie a mia zia Caterina di York. Pensavo che nella sua scalata al trono mio padre avesse fatto tutto da solo; invece ad aiutarlo e a cospirare contro i miei nonni materni all’epoca sul trono, c’era sempre stata lei. Era una donna del casato di Lancaster, cresciuta a pane e odio verso gli York. Detestava mia madre e l’aveva accettata come nuora solo per convenienza politica. Infatti non le aveva mai permesso d’influire nelle faccende di governo. Lei voleva essere la sola consigliera di mio padre, il quale ovviamente, la stimava moltissimo.”

“E con voi com’era?”

“Paradossalmente era l’unica che mi trattava con vera ammirazione. Anche troppo. Ma era una donna acida e biliosa, specialmente con mia madre e la mia povera sorellina Maria, colpevole soltanto di essere bella come mia nonna Elizabeth Woodville che per inciso, lei aveva sempre invidiato con tutta sé stessa. Era pesante, ossessiva e soffocante. Io ero il suo nipote preferito, anche più di Arturo, nonostante la rassomiglianza con mio nonno Edoardo. Infatti anche lei l’aveva notata, e questo mi fa capire come di fatto non disprezzasse gli York tanto quanto lasciasse sempre intendere.”

“A volte si disprezza solo ciò che non si può avere.”

“Infatti. Ma i Lancaster ci hanno guadagnato parecchio ad avere la mia terribile nonna dalla loro parte.”

“Più i Tudor credo. Da plebei a nobili grazie all’ex regina Caterina di Valois, che dopo la vedovanza da re Enrico V ha sposato il vostro bisnonno guardarobiere Owen Tudor; poi da nobili a reali d’Inghilterra grazie ai complotti di vostra nonna contro gli York. I Tudor devono davvero tanto alle donne.”

“Io non penso di dovere loro qualcosa.”

“No, voi avete solo contribuito ad allargare la voragine. Grazie a voi ben sei donne sono passate alla storia ed il merito è solo vostro. L’unico re che è riuscito a rendere sei regine consorti più importanti, amate e popolari di lui.”

“Non fa ridere Will.”

“Non intendevo far ridere. È la verità. Pensateci: avete trasformato la pulciosa e tarlata corte di vostro padre in un centro rinascimentale pari solo a quelli italiani; siete stato un grandioso mecenate per poeti, musicisti, artisti, filosofi e uomini nuovi della politica come Wolsey o Cromwell. Avete liberato l’Inghilterra dal giogo papale senza distaccarvi dalla vera fede, una cosa che è stata fatta solo in Francia ai tempi di re Filippo IV. Avete trasformato l’Inghilterra in una vera potenza e consolidato completamente l’autorità della corona; ma tutto ciò per cui verrete per sempre ricordato è che avete sposato sei donne e ne avete fatte decapitare due.”

“Sai benissimo perché l’ho fatto Will.”

“Io lo so anche se non l’ho mai veramente compreso. E dubito che i posteri riusciranno a comprendere più di me, visto che di voi conosceranno ancora meno.”

“Non sarebbe mai accaduto niente se Caterina d’Aragona mi avesse dato l’erede di cui avevo bisogno; ci sarebbe stata una sola regina, ossia lei. E forse un’altra dopo la sua eventuale dipartita ma non di più.”

“‘Caterina d’Aragona’ addirittura? Siete stati sposati quasi vent’anni e negli gli otto anni antecedenti è stata pure vostra cognata. Adesso che fate prendete le distanze? Dalla madre di vostra figlia maggiore per giunta?”

“Ho preso le distanze il giorno in cui ho compreso su come mi avesse mentito. E tu Will lo sai benissimo.”

“Ah già la storia del matrimonio consumato. Ma che differenza faceva se Caterina d’Aragona avesse consumato o meno il matrimonio con vostro fratello Arturo? Che differenza ci sarebbe stata con una qualunque altra vedova? Non siete forse ora sposato con una donna che di mariti ne ha avuti ben due?!”

“Non è la stessa cosa.”

“Perché?”

“Perché Caterina mi aveva giurato prima di sposarci, che non c’era mai stato un vero rapporto fisico fra loro. Diceva che mio fratello era troppo timido e comunque neanche particolarmente attratto da lei.”

“Sono stati sposati cinque mesi, tre dei quali trascorsi da soli al castello di Ludlow. Soli soletti nello sperduto Galles. I vostri genitori ce li hanno mandati apposta. Credevate davvero che avessero passato tre mesi a guardarsi negli occhi e a parlare del tempo? A sedici e quindici anni?”

“Doveva dirmelo.”

“L’avreste amata nello stesso modo se l’avesse fatto? Perché lei vi amava Enrico. Vi amava più di quanto abbia mai amato vostro fratello, poco ma sicuro.”

“Dici che mi amava?”

“Quando sono diventato vostro giullare, stentavo veramente a credere che lei fosse vostra moglie. La vedevo come una donna vecchia, noiosa, tristemente cupa sempre infagottata com’era nei suoi rigidi abiti spagnoli. Ma quando vi guardava, vedevo una ragazzina. Aveva una luce particolare nel suo sguardo azzurro e vi sorrideva sempre come non l’ho mai vista fare a nessun’altro. E prima che me lo chiediate, sì, vi sorrideva anche quando correvate dietro a Bessie Blount o ad entrambe le sorelle Bolena.”

“Quando ho conosciuto Caterina avevo dieci anni. Ricordo che dopo essere sbarcata in Inghilterra nel Novembre del 1501 a seguito di una terribile tempesta, il suo seguito aveva allestito un piccolo accampamento nel villaggio di Dogmersfield. Mio padre e mio fratello erano andati a trovarla una sera per dirle che il matrimonio sarebbe avvenuto il 14 di quel mese e che io l’avrei scortata alla cattedrale di Saint Paul per le nozze. Poi l’avevano lasciata sola senza darle alcuna notizia, senza nemmeno chiederle se avesse avuto bisogno di qualcosa.”

“Non molto regale in effetti.”

“Mio padre non voleva assolutamente che la raggiungessi nonostante glie l’avessi anche chiesto. Del resto lei doveva fraternizzare con Arturo non con me. Ma io ero troppo curioso. Non avevo mai visto una principessa straniera; le uniche donne di sangue reale che conoscevo erano mia madre, le mie zie York e le mie sorelle. Inoltre avevo sentito Arturo dire prima a mia madre e poi a Margherita, che Caterina era davvero bellissima.”

“E che avete fatto?”

“Ho radunato un piccolo seguito con la scusa di una caccia al falcone. Cavalcando apparentemente senza meta, alla fine l’ho raggiunta e devo dire che era stata felicissima della mia visita. Abbiamo trascorso insieme tutta la giornata dacché avrei dovuto fermarmi solo poche ore. Abbiamo conversato, ballato e fatto pure una partita a scacchi. Per tutta la giornata lei non ha mai menzionato né mio padre né Arturo. Ed era rimasta visibilmente dispiaciuta quando sono andato via. Ma del resto, lo ero anch’io.”

“Come mai?”

“Mio padre e mia nonna non mi avevano mai permesso di avere dei veri compagni della mia età a parte le mie sorelle. Mio fratello ad un certo punto aveva lasciato Eltham ed era andato a vivere nel Galles dove aveva un seguito di giovani scelto appositamente per stare con lui quale futuro re. Caterina poi era davvero di una bellezza disarmante: aveva dei capelli che sembravano fatti di fuoco, ti giuro Will emanavano una luce interna. Aveva degli occhi azzurri che sembravano due lembi di cielo sottratti agli angeli. Poi aveva un viso chiaro, rotondo ed arrossiva molto facilmente quando le parlavo. Poi sorrideva sempre. Mai avevo incontrato una ragazza così somigliante a mia madre e per giunta principessa come lo era lei. Infatti si erano immediatamente piaciute.”

“Mai avrei immaginato che Caterina d’Aragona fosse capace di ridere di vero cuore.”

“Quando sei venuto a corte ormai eravamo sposati da sedici anni. Aveva perso tutti i nostri figli a parte Maria, ed era invecchiata di conseguenza. Oltre al fatto che già dopo la morte di nostro figlio Enrico si era chiusa in mondo tutto suo. Non aveva più interesse per nulla che non fosse il pregare convulsivamente ed ossessivamente. Portava sempre un cilicio sotto le vesti che le scorticava la pelle. Pensavo che Caterina fosse una ragazza allegra e brillante, invece era solo la brutta copia di quella pazza fanatica di sua madre.”

“Quante volte ha provato ad avere figli?”

“Credo non abbia mai smesso fino al giorno in cui la natura le ha dato la conferma definitiva che era inutile provarci. Comunque ha perso la nostra prima figlia, poi è nato nostro figlio Enrico che è morto appena due mesi dopo la nascita. Mentre ero in guerra contro la Francia ha avuto un aborto, poi ha avuto un maschio prematuro deceduto qualche ora dopo, poi Maria ed infine un’altra bambina morta.”

“Non si può certo dire che non ci abbia provato a darvi un erede.”

“Non ho mai sostenuto questo. Se mi avesse detto da subito che il nostro matrimonio era maledetto perché aveva consumato le sue nozze con Arturo, entrambi ci saremmo risparmiati un sacco di sofferenze ed io non avrei dovuto ripudiarla.”

“Però il Deuteronomio dice chiaramente che se una donna rimane vedova, il fratello minore di suo marito deve sposarla per garantire una discendenza al defunto congiunto.”

“Così pensavo anch’io. Ma evidentemente ci sono casi e casi come espresso chiaramente nel Levitico. Capirlo veramente fa parte dei misteri della fede, altrimenti non si capisce perché non sia riuscita a darmi un maschio mentre invece altre donne ci sono riuscite.”

“Jane Seymour e … ah già, la cameriera Blount.”

“Bessie era la domestica personale di Caterina. Siamo stati amanti per tanto tempo e mi ha dato un figlio meraviglioso. Quando è nato non volevo riconoscerlo all’inizio. Non volevo assolutamente mortificare mia moglie, devi credermi. Ma lei aveva appena perso la nostra ultima figlia e tutta l’Inghilterra ci guardava con sospetto o con derisione; dovevo dimostrare loro che il problema non ero assolutamente io.”

“Perché?”

“Perché cosa?”

“Perché era così importante che la colpa non fosse vostra? Perché era necessario fosse solo della principessa vedova?”

“Non volevo che la gente mi vedesse debole o incapace di compiere il mio dovere.”

“L’avete messa incinta sei volte. Mi pare che abbiate perfettamente dimostrato di saper compiere il vostro dovere.”

“Intendo dare un erede al Paese. E sai benissimo che Maria non era adatta al trono come non lo è nemmeno ora se è per questo, anche se l’ho inserita nella successione subito dopo Edoardo. L’ho fatto per dimostrarle che la considero mia figlia nonostante tutto, ma resto comunque dell’idea che ho sempre avuto.”

“Sapete cosa penso io invece?”

“Cosa.”

“Che vi siete intestardito con questa storia perché temevate che il mondo facesse un confronto fra voi e vostro padre. E poi fra voi ed Arturo. Lo stesso motivo per cui vi siete sempre dato esageratamente da fare per eccellere in tutto. Vostro padre era avaro e sospettoso? Voi avete eccelso in prodigalità e fiducia nel prossimo, almeno all’inizio. Arturo era un intellettuale ma era negato negli sport? Voi avete studiato il doppio di lui e vi siete circondato di gente di cultura; poi vi siete dedicato a primeggiare anche in ogni attività agonistica. Vostro fratello non è riuscito ad ingravidare la sua sposa in tre mesi? La prendete voi e ci riuscite in un mese. Vostro padre vi teneva lontano da vostra madre e vostro fratello era il suo prediletto? Allora voi vi prendete una giovane copia dall’accento spagnolo, rubandola proprio a quel vostro fratello così simile a vostro padre.”

“Stai dicendo che ho sposato Caterina solo per non sentirmi inferiore a mio padre e a mio fratello?”

“Penso di sì. Ogni volta che vi guardavo, voi e la principessa vedova mi sembravate sempre più madre e figlio piuttosto che marito e moglie. Inoltre avete perso ogni adorazione per lei nel momento in cui avete realizzato come lei non fosse vostra madre. Vostra madre ha dato due maschi al Paese ed è morta giovane compiendo il suo dovere di regina. Caterina invece aveva fallito ed era ancora viva a portarvi solo imbarazzo. Al contrario della vostra tanto adorata Jane Seymour che vi piace ricordare sempre nelle vostre preghiere.”

“Hai delle teorie veramente assurde Will.”

“Penso che avreste sposato Caterina d’Aragona indipendentemente dalla consumazione del matrimonio con vostro fratello. E vi siete dovuto arrendere solo quando la natura delle donne ha detto basta lasciandovi senz’altra scelta.”

“Io non l’ho uccisa Will. Perché so che lo pensi, proprio come lo pensano tutti.”

“Non l’ho mai pensato neanche per tre secondi. Nessun uomo che ha intenzione di uccidere la moglie perde quasi sette anni del proprio prezioso tempo a cercare di ottenere un annullamento; e quando non ci riesce, addirittura si proclama capo di una chiesa indipendente per farlo. E non aspetta tre anni dalla nascita della figlia avuta con la nuova moglie. Caterina d’Aragona è morta di vecchiaia al castello di Kimbolton, esattamente dove l’avevate alloggiata dopo il ripudio. Aveva appena compiuto cinquant’anni e non era mai stata una donna sana. Tutto sommato ha vissuto anche parecchio.”

“Maria pensa che l’abbia uccisa. Non lo dice, ma so che è così.”

“Ricordo, per la storia del cuore nero che le hanno trovato dopo l’autopsia.”

“Non so perché avesse il cuore ridotto in quel modo, ma se è stata avvelenata, quella è stata opera di Anna e della sua famiglia, non certo mia.”

“Forse anche la principessa Maria pensa che sia stata opera di Anna Bolena.”

“No perché anche ora che Anna è morta da tanto tempo, so che dà un po' della sua colazione alla sua cagnetta prima di mangiarla. Me l’ha riferito una dama del suo personale domestico.”

“Enrico, buon cielo e potete biasimarla? Le avete tolto il titolo di principessa delegittimandola, l’avete separata dalla madre, le avete tenute entrambe isolate e poi non avete nemmeno permesso a vostra figlia di partecipare ai funerali quando la principessa vedova è deceduta. Avete anche fatto decapitare la sua madrina, lady Margaret Pole. Che cosa diamine vi aspettavate?”

“La colpa è stata solo e soltanto di Caterina! Per l’annullamento le avevo proposto un accordo onorevole, sarebbe andata a vivere in un convento servita e riverita come principessa vedova del Galles, come mia amata cognata, il tutto a mie spese. Maria sarebbe potuta andare a trovarla quando voleva ed avrebbe vissuto negli agi quale mia figlia! Invece hanno preferito la loro ambizione, anzi Caterina da arrogante figlia di Spagna qual è sempre stata, ha seguito la sua di ambizione, perché Maria si è semplicemente lasciata convincere dalle isterie della madre.”

“Più che ambizione, credo lo vedesse come un diritto suo e di sua figlia.”

“La corona non è un diritto. La corona è un qualcosa che devi avere la capacità di preservare o di saperti conquistare. Noi Tudor lo sappiamo molto bene. Mio nonno Edoardo era un Plantageneto ma ha conquistato il suo trono. Mio padre ha fatto altrettanto solo che a differenza sua è stato capace anche di conservarlo. Io ho fatto la stessa cosa e persino la cara Caterina, tanto paladina dei diritti reali, è figlia di una donna che ha sottratto il trono alla nipote, la figlia di suo fratello: ‘Juana la Beltraneja’ la chiamavano, vera erede al trono di Castiglia. Molti l’hanno dimenticato ma io no di certo. Anche se quando mi sono deciso per l’annullamento, tutti si sono atteggiati a suoi paladini e salvatori a cominciare dal nipote, l’imperatore Carlo, e poi la stessa Margaret Pole.”

“Lady Pole era cugina di vostra madre. Una York come lei. Migliore amica della principessa vedova e madrina di vostra figlia. L’avete scelta voi.”

“Ed infatti l’ho amata quasi come per riflesso, solo in suo ricordo. Ma era una York, l’hai detto tu stesso. E loro non si accontentano mai, ci provano sempre ad avvicinarsi al trono.”

“Enrico, era una vecchia con più di sessant’anni. Ha servito vostro padre …”

“Era una York, una donna sconfitta da mio padre. Che altro avrebbe potuto fare?”

“L’avete fatta decapitare senza che avesse fatto nulla. E con lei anche il figlio, Henry Pole.”

“Will non dire che era innocente perché non lo era! L’ho amata in ricordo di mia madre, ma era pur sempre la figlia di Giorgio di Clarence, il fratello minore di mio nonno Edoardo. Questi ha tentato di detronizzarlo non so quante volte, vendendosi sempre al primo capitato, fino a quando mio nonno ha potuto farlo smettere soltanto uccidendolo. Lady Pole era uguale a lui, ma solo più subdola. Ha firmato l’atto di successione, ha fatto finta di accettare la mia riforma ma è rimasta fedele al Papa. Non ho mai trovato le prove, ma sicuramente deve aver supportato anche il Pellegrinaggio di Grazia. Dopo la nascita di Edoardo, stava cospirando con gli altri nobili papisti per far sposare Maria con suo figlio Reginald, in modo da riportare così la vecchia fede e detronizzarmi. E ci sarebbe tranquillamente riuscita Will! Bastava semplicemente ‘riesumare’ il ‘Titulus Regius’ di suo zio Riccardo III e noi Tudor, gli eredi di mia madre, come anche i Courtenay gli eredi di mia zia, saremmo diventati tutti dei bastardi. Ho avuto paura per Edoardo. Poi avrebbero fatto come mio padre: una volta morti io e mio figlio, l’avrebbero nuovamente abrogato in modo che Reginald Pole l’erede di Riccardo III e della rosa bianca, potesse sposare l’erede dei Tudor, ossia mia figlia Maria.”

“Voi Tudor in questo avete insegnato molto.”

“Anche troppo. Quando poi ho saputo che dalla loro parte avevano anche il Papa e l’imperatore Carlo, che è nipote di Caterina e cugino di Maria, ho dovuto agire di conseguenza. Ho estirpato la pianta Plantageneta per sempre. Ho finito ciò che aveva iniziato mio padre quando aveva ucciso sia i pretendenti York che lo stesso Edward di Warwick, il fratello di lady Pole. Avrei già dovuto capirlo quando ho visto che Reginald Pole non mi stava minimamente aiutando ad ottenere l’annullamento da Caterina. Dopo che gli ho pagato gli studi per tutta la vita! Si vedeva già re con Maria al suo fianco. Ma io li ho distrutti. È rimasto solo il figlio più giovane, Geoffrey Pole, che ha tranquillamente venduto madre e fratelli per un piatto di minestra. Si vede proprio che è il nipote di Giorgio di Clarence.”

“Reginald Pole ha studiato dai monaci certosini ed ora è cardinale. Insomma la sua posizione era comunque già chiara, indipendentemente da vostra figlia e le pretese Plantagenete.”

“Io ho pagato i suoi studi, non il Papa. Io sono il suo re ed era me che doveva servire. Adesso che grazie al suo splendido lavoro ha una madre ed un fratello sottoterra, capirà definitivamente a chi avrebbe dovuto dare la sua lealtà. E comunque Margaret Pole era molto più leale a Caterina che a me. Altro che cugina di mia madre ed affetto parentale! Preferiva mia moglie, una spagnola che nulla aveva a che fare con lei. Doveva pagare, mio padre non me l’avrebbe mai perdonato se non l’avessi fatto. Invece mia madre ha perso tanti di quei congiunti, spesso annientati fra di loro, che sono certo non li avrebbe mai preferiti ai suoi veri eredi.”  

“La principessa Maria però non aveva alcuna colpa di tutto questo.”

“Infatti non volevo coinvolgerla. Maria è mia figlia. Anche se lei ora mi vede come un tiranno, io la conosco fin troppo bene. È stata la mia unica figlia legittima per tanti anni. Will non è adatta a regnare. Sono suo padre, queste cose le so. Maria sa qual è il suo dovere ed in assenza di scelta sarebbe diventata regina senza alcun dubbio. Mia figlia è regale e coraggiosa come una vera York ma non è affatto adatta al comando, proprio come non lo erano loro. Maria è una ragazza emotiva, tende a lasciarsi trascinare dai sentimenti e dalle persone che ama. È andata dietro al fanatismo di sua madre e se non l’avesse fatto, Caterina alla lunga, avrebbe ceduto. Maria tutto quello che voleva e che vuole tutt’ora, è solo un marito e dei figli.”

“E perché non l’avete fatta sposare ed avete permesso che arrivasse a trentun anni ancora zitella?”

“L’ho fidanzata decine di volte quando era bambina, tu lo sai: con mio nipote Giacomo di Scozia il figlio di mia sorella Margherita, con l’imperatore Carlo, il nipote di Caterina che poi l’ha pure rifiutata, con Francesco di Francia o con suo figlio minore, all’occorrenza. Ma il problema restava sempre lo stesso: Maria era la mia unica erede e questo avrebbe causato una fusione fra la corona inglese ed un’altra, cosa che nessun mio suddito avrebbe mai tollerato. Un principe straniero ma di rango inferiore non sarebbe mai stato accettato. Invece maritarla ad un nobile inglese sarebbe stata una vera follia perché così la famiglia di lui si sarebbe impadronita del potere ed avrebbe scatenato una guerra contro tutte le altre famiglie inglesi; in poche parole sarebbe nata una nuova guerra dei cugini. Per questo ho cercato di avere un figlio da Anna, anche per liberarla da questo peso. E quando pure Anna ha fallito, ho tentato di rendere erede mio figlio Henry Fitzroy ma purtroppo se ne è andato anche lui. Poi per fortuna ho sposato Jane. Tuttavia anche dopo la nascita di Edoardo il problema è rimasto.”

“La spaccatura fra papisti e riformisti?”

“Sì. Finché Edoardo non sarà uomo ed avrà una discendenza tutta sua, qualunque papista sposando Maria, cercherà d’impadronirsi della corona e riportare le cose a come stavano prima, quando eravamo ancora tutti sotto il giogo di Roma. Ecco perché non ho potuto maritarla a nessuno; e spero di cuore che anche se non è più giovanissima, si sposi con un uomo a cui interessi lei e non ciò che potrebbe ottenere da lei.”

“Ciò non toglie che l’abbiate fatta minacciare dal duca di Norfolk quando lei si è rifiutata di firmare il giuramento e l’atto di successione: era a favore di Elisabetta e a discapito suo.”

“Sapevo che avrebbe ceduto. Senza sua madre si sarebbe convinta. Avevo fatto delle leggi che mandavano a morte chiunque non le avessero firmate e non avrei certo potuto smentirmi con mia figlia. Doveva imparare a rispettarmi, anche con la forza se necessario. Sapevo che col tempo prima o poi avrebbe compreso come l’abbia fatto anche per lei. E comunque l’atto non era per privilegiare Elisabetta, ma era stato concepito solo nella speranza che Anna mi desse un figlio maschio in tempi brevi e consolidarne quindi i diritti.”

“Non penso l’abbia capito. Forse dovevate dirglielo direttamente.”

“Non mi avrebbe creduto. Dovrà arrivarci da sola quando sarà il momento.”

“Lo spero. Perché non l’ho più vista sorridere dall’ultima volta che ha abbracciato sua madre, anche se modestia a parte, quando m’impegnavo ero l’unico a riuscirci.”

“Ripeto: è colpa di Caterina. Potevamo uscirne tutti benissimo e lei come sempre ha scelto la via più triste, proprio come la sua persona. Mi spiace solo che abbia reso così anche mia figlia.”

“Potevate evitare d’isolare la principessa vedova a Kimbolton con poche dame. L’avete lasciata sola come un cane. E potevate almeno leggere una delle tante missive che vi ha inviato.”

“No, perché se avessi usato la mano morbida avrebbe continuato a credere di potermi far cambiare idea. E delle sue lettere ne ho letta una, la prima, tanto sarebbero state tutte uguali. Dei veri e propri predicozzi, sempre con quel suo fare arrogante tipico degli spagnoli. Si è sempre sentita superiore perché figlia di reali di diritto e zia dell’uomo più potente d’Europa. Pensava di spaventarmi. Pensava di minacciarmi. Non la sopportavo più Will. Non ho letto nessuna delle lettere successive solo per non infuriarmi ancora di più, perché avrei davvero potuto perdere il controllo delle mie azioni.”

“In questo avete realizzato come la principessa vedova non fosse affatto simile a vostra madre.”

“Ancora con mia madre? La vuoi lasciare in pace?”

“Comunque dubito che Caterina d’Aragona vi abbia fatto arrabbiare quanto un’altra donna che ben conosciamo.”

“Anna … lei non mi ha fatto arrabbiare Will. Lei è stata il più grande errore della mia vita. Una faccenda ben diversa.”

“Pensavo fosse stata Katherine Howard, la piccola Kitty, ad essere stata il più grande errore della vostra vita.”

“No, la puttanella Howard è stata sicuramente un errore ma non paragonabile ad Anna Bolena. Con Anna ho avuto una figlia, e quindi la cosa ha riportato strascichi decisamente peggiori.”

“Allora finalmente ammettete che la principessa Elisabetta è davvero vostra figlia?”

“Così dicono tutti.”

“A me non interessa ‘cosa dicono tutti’ voglio sapere cosa credete voi! Quando guardate Elisabetta, in lei cosa vedete?”

“Vedo Anna. Nient’altro.”

“Questo devo essermelo perso. Non sapevo che Anna Bolena avesse i capelli rossi come i Tudor, che avesse l’incarnato pallido come il vostro, non sapevo avesse lo stesso volto aguzzo e le stesse labbra di vostra nonna lady Beaufort. Una volta per prenderla in giro, le ho detto che aveva la stessa faccia oblunga della nonna di suo padre e che crescendo sarebbe diventata una specie di uccello, non una ragazza. Non si è assolutamente offesa, anzi si è messa a ridere dicendo che gli uccelli sono tutti liberi e bellissimi. Come se essere paragonata alla nonna brutta del proprio padre fosse il più bel complimento del mondo. Ha un sacco di senso dell’umorismo al contrario di Maria.”

“Come Anna.”

“Adesso ne parlate come di una scomunica; ma avete ribaltato l’ordine naturale del mondo per averla. Questo non potete negarlo.”

“Non lo nego infatti.”

“Cosa ci vedevate di tanto eccezionale in lei? Non piaceva a nessuno. A dirla tutta, non piaceva nemmeno alla sua famiglia, gli Howard come gli stessi Bolena.”

“All’inizio ammetto di essere stato attratto solo da sua sorella. Siamo stati amanti per qualche anno.”

“Maria Bolena, me la ricordo. Ha lasciato la corte poco dopo la nascita della principessa Elisabetta. È stata scacciata perché dopo la morte del primo marito si era risposata senza permesso con un soldato, Stafford mi pare si chiamasse. Era una donna bellissima ma soprattutto sensualissima, qualunque cosa facesse o dicesse. In Francia era stata l’amante di re Francesco.”

“Si lo so. Dopo la nascita di mio figlio Henry Fitzroy avevo deciso di non avere più delle amanti nubili. Da una parte era comodo perché così avevo la certezza che un eventuale bambino sarebbe stato veramente figlio mio, ma dall’altra però era stato troppo imbarazzante. In seguito era stato maledettamente complicato trovare un marito per Bessie. Ho cercato di tenere Fitzroy lontano dalla corte, non tanto per Caterina quanto per Maria. All’inizio ho provato a farli stare insieme affinché crescessero come fratello e sorella ma non c’è stato niente da fare. Maria lo rifiutava a priori, sicuramente istigata da Caterina. Comunque quando l’ho conosciuta Maria Bolena si era appena sposata ed era un’esperta cortigiana; faceva proprio al caso mio.”

“Durante la vostra relazione ha avuto due figli.”

“Mi pare si chiamino Catherine ed Henry Carey. In ogni caso non posso esser certo che siano figli miei. Maria era una donna sposata e sicuramente non trascurava suo marito. Qualunque donna avrebbe cercato di far passare come mio il proprio figlio. Ad ogni modo per avere la coscienza a posto, ho donato a William Carey diverse proprietà alla nascita di entrambi i bambini. In modo che si sentisse comunque ricompensato.”

“Dite la verità. Tra le due sorelle chi era meglio a letto?”

“Maria ovviamente! Ma si sa … con la moglie certe cose non si possono fare anche se Anna nel periodo in cui la corteggiavo non lesinava nell’usare i trucchi francesi. Diceva che lo faceva solo perché non potevamo consumare la nostra unione. Infatti dopo il nostro matrimonio aveva smesso.  Avrei tanto voluto che oltre a quello avesse dismesso anche il suo orrendo carattere.”

“Ossia?”

“Gelosa, sospettosa, irosa, aggressiva e non sapeva mai tacere al momento opportuno.”

“Strano, queste sue caratteristiche le amavate un tempo.”

“Come dicevo, all’inizio non l’avevo notata; anche se in teoria, l’avevo vista per la prima volta proprio qui ad una festa, quando questo palazzo si chiamava York Place ed apparteneva ancora al cardinale Wolsey. Ero troppo preso dalla prorompente sensualità della sorella. Poi però col tempo anche Maria a modo suo è diventata noiosa. Poi quando ho iniziato a sospettare che frequentasse sia me che suo marito, la faccenda aveva iniziato a crearmi un certo disgusto. Poi durante una partita a bocce, ho finito per notare Anna. Non l’avessi mai fatto.”

“Cosa avete notato esattamente?”

“Le dame di corte erano praticamente tutte uguali: sia nel vestire che nel portamento. Lei invece indossava abiti scuri alla moda francese ed aveva un accento marcato dovuto all’assidua frequentazione infantile con le corti di Margherita d’Asburgo e re Francesco. Indossava sempre pochi gioielli, ma con gusto. Era capace di conversare praticamente di tutto. Leggeva più libri di quanto non avessi mai visto fare ad una donna, a parte Caterina. Anche se spesso la mia prima moglie mi dava l’impressione che non leggesse per passione, ma solo per dovere. Anna invece leggeva qualunque cosa e parlava fluentemente latino, francese ed inglese ovviamente. Era molto elegante e raffinata. Mi ricordo che quando si guardava attorno sembrava sempre una donna che non sapesse il motivo per cui si trovasse dov’era.”

“Cioè?”

“Che non fosse quello il suo posto. Immaginava altri Paesi, altre realtà e non faceva mistero di annoiarsi al servizio di Caterina.”

“Che l’Inghilterra non fosse il suo posto, aveva certamente ragione.”

“Ad oggi non so dirti se mentisse oppure no. La vedevo rifiutare la compagnia degli altri cortigiani, rideva solo alle mie battute e mi portava sempre i suoi libri, alcuni anche eretici, perché diceva che un re deve sapere tutto e non può permettersi di conoscere il mondo a metà.”

“Tanto torto non ne aveva.”

“So solo che mi ha spinto a fare cose che non mi sarei mai sognato neanche nelle mie fantasie più sfrenate.”

“Peccato che la maggior parte di queste comprendesse eliminare molte persone dalla vostra vita.”

“Più la conoscevo, più ne rimanevo affascinato. Non avevo mai visto una donna come lei, tanto che persino Caterina ad un certo punto mi appariva sempre più scialba e noiosa. Anna m’incoraggiava a seguire le mie intuizioni perché secondo lei era il modo in cui Dio stava cercando d’illuminarmi.”

“Strano come Dio v’illuminasse sempre a fare solo cose a suo favore.”

“Non me ne rendevo conto. La vedevo come una sicurezza, un baluardo in un momento della mia vita in cui ero in crisi profonda. Sposato da tanti anni con una donna sterile, un figlio illegittimo ed un’erede femmina neanche in buona salute. I nobili in virtù di questo stavano diventando sempre più ribelli e lo spettro di un’altra guerra per il trono si stava materializzando davanti a me senza che potessi farci nulla.”

“Intendete il duca di Buckingham?”

“La guerra dei cugini sai come scoppiò vero? I discendenti di re Edoardo III erano troppo numerosi e al tempo c’era un re debole sul trono, Enrico VI. Plantageneti dei rami di Lancaster e York si sono letteralmente annientati a vicenda e mio padre alla fine ne è uscito vincitore. Il duca Edward Stafford era un discendente diretto di re Edoardo III e come tutti gli Stafford aveva sempre puntato al trono. Ci avevano già provato durante il regno di Riccardo III e ci avrebbero riprovato anche con me sul trono. Andavano distrutti. E senza un erede maschio la situazione poteva solo peggiorare.”

“Molti nobili tra cui Buckingham, lamentavano che avevate dato troppo spazio al cardinale Wolsey escludendo loro dal governo del Paese.”

“Wolsey era il figlio di un macellaio di Ipswich. Era nato poverissimo e faceva da elemosiniere a mio padre per poi passare a me appena incoronato. Lavorava di continuo, era infaticabile. Nessuno di tutti loro avrebbe potuto servirmi anche solo la metà di ha fatto lui. Era un fantastico diplomatico, magnifico organizzatore, stratega, perfetto gestore delle finanze. Altro che loro, invidiosi e basta. Avevano un mare d’interessi personali e mai mi avrebbero servito allo stesso modo. Semplicemente non sopportavano di vedersi rimpiazzati da un parvenu.”

“Per questo avete fatto condannare a morte Wolsey?”

“È morto per un malore improvviso.”

“Durante il viaggio che lo stava portando al suo processo per alto tradimento, dove sarebbe stato condannato a morte. Da voi.”

“Io non volevo Will, ma Anna continuava a dire che Wolsey fosse solo un traditore. Era riuscito a farmi avere sempre qualunque cosa chiedessi ma in quattro anni non mi aveva fatto avere l’unica cosa a cui tenevo veramente, l’annullamento da Caterina. Mi aveva promesso che l’inchiesta voluta dal Papa sul mio matrimonio sarebbe stata la soluzione definitiva. Un maledetto processo durato praticamente un’eternità dove Caterina mi aveva fatto fare la figura dello sporco bugiardo adultero e che alla fine si era pure concluso con il nulla più assoluto. Il cardinale italiano Lorenzo Campeggi se ne era andato e aveva rimesso ogni decisione nelle mani del Santo Padre, il quale da parte sua, continuava a nicchiare per via di Carlo, il nipote di Caterina, che intanto lo teneva letteralmente sotto scacco. Ho dovuto punirlo; gli avevo tolto la carica di Lord Cancelliere e poi l’avevo rimandato nel suo arcivescovado a York.”

“E vi siete preso questo suo palazzo, che avete ribattezzato Whitehall.”

“Lo sai benissimo che dopo l’incendio nel palazzo di Westminster ero rimasto senza un’adeguata residenza londinese.”

“Eh sì di palazzi ne avete sempre avuti così pochi.”

“Non colgo l’ironia. Comunque volevo spingerlo a darsi immediatamente da fare per tornare nelle mie grazie. Avrebbe pressato il Papa pur di tornare ad avere ciò che gli avevo tolto, e quantomeno per sfinimento, questi avrebbe ceduto. Wolsey era fatto così. Invece quando Anna è venuta a riferirmi che lui dal suo arcivescovado stava vendendo a Carlo di Spagna informazioni sul mio conto per poter avere delle cariche di prestigio a Roma, non ci ho visto più. Ho pensato che alla fine fosse come tutti gli altri; che una volta terminata la convenienza, non gl’importasse più nulla del suo re. Ho ascoltato Anna e l’ho fatto arrestare.”

“Siete pentito di averlo fatto?”

“A volte sì a volte no. La verità è che mi ha guidato e protetto per anni, specie quando ero giovanissimo e poco incline a governare, lo ammetto. Ma Anna è stata molto più convincente di lui.”

“Strano come una donna quindici anni più giovane di voi e figlia di un semplice amministratore sia riuscita a farvi fare così tante cose.”

“Te l’ho detto era un periodo terribile; mi sentivo confuso ed avevo la certezza che ci fosse qualcosa di profondamente sbagliato nella mia vita. Anna mi era sembrata veramente la soluzione a tutti i miei problemi.”

“Alcuni problemi li avete sicuramente risolti, ma se ne sono creati molti altri.”

“Non sono pentito di aver rotto con Roma se è questo che intendi. L’Inghilterra dev’essere libera, solo i dogmi e la fede devono essere preservati …”

“Mentre il denaro e le rendite dei monasteri possono tranquillamente restare qui a vostra disposizione.”

“Non vedo perché un perfetto sconosciuto scelto a Roma da altri sconosciuti debba prendersi le rendite dei luoghi di culto del mio Paese. Paese che io amministro e dove io faccio le leggi. Qui ci può essere un solo re, e quello sono io. Il Papa ha lo stato pontificio appunto, ed è lì che deve riscuotere. L’hanno capito tempo addietro i francesi, l’hanno capito anche i tedeschi non vedo perché non debbano capirlo pure gli inglesi.”

“Quindi è solo una questione economica.”

“La fede è una cosa e quella non cambia; le decisioni di natura terrena son tutt’altra faccenda. Il Papa non può venirmi a dire che il mio matrimonio è benedetto da Dio quando sono l’unico monarca del mondo cristiano a non avere un erede maschio. Non può dire che la volontà di Dio sia che io subisca i ricatti di mia moglie e dell’imperatore spagnolo che per inciso, in quanto cugino di mia figlia, ha tutto l’interesse che lei sola erediti. Io prendo ordini da Dio. Lui mi parla ed io ascolto. Oltre a lui, nessun’altro.”

“Sicuro che sia la voce di Dio e non semplicemente quella di persone faziose?”

“A volte Dio ci mette davanti certe persone affinché ci diano il coraggio di compiere determinate scelte. Scelte che da soli né faremmo né penseremmo di fare. Forse era questo lo scopo del mio incontro con Anna; certo non quello di darmi un erede, cosa che effettivamente non è stata in grado di fare perché era una peccatrice ben peggiore di Caterina. Dio non voleva che mi compromettessi sposandola, ma voleva che attraverso di lei io arrivassi a comprendere la vera strada da seguire.”

“Indubbiamente vi ha spinto molto bene; mi ricorda una donna della vostra famiglia che ha saputo fare altrettanto.”

“Chi?”

“Vostra nonna.”

“Mia nonna?”

“Vostro padre non avrebbe mai pensato al trono d’Inghilterra se non fosse stata lei a spingerlo, a sostenerlo e a complottare per lui. Poi lo ha consigliato dopo che è diventato re, dal primo fino all’ultimo giorno. E non aveva un carattere di miele a quanto mi risulta. Una donna bruna, dallo sguardo nero e sempre vestita nel medesimo modo. Vi ricorda qualcuno?”

“Prima dici che ho sposato Caterina pensando a mia madre ed ora dici che ho amato Anna pensando a mia nonna?!”

“Penso che nella vita certi schemi tendano a riproporsi. L’ho visto anche in famiglie dove certi legami affettivi sono venuti meno come nel vostro caso. Eravate in un momento di crisi nera ed avete trovato una donna che ha saputo risvegliare in voi una parte di voi stesso che non conoscevate, una consigliera che Wolsey non poteva essere. Lui era troppo ancorato al sistema e la vostra prima moglie ancor peggio.”

“Anna era un’adultera, una strega, un’incestuosa ed una traditrice. Mia nonna era la donna più pia e devota mai vista.”

“Sapete cosa diceva il duca di Buckingham? Che vostra nonna era una pazza esaltata ed era considerata solo una lancastriana folle e maniaca di protagonismo durante il regno di vostro nonno Edoardo. Non solo; pare sia stata lei e non re Riccardo III a far uccidere i vostri zii York, i giovani principi della Torre. Questo farebbe della vostra santa nonna pure un’infanticida. Poi però ha fatto ottenere il trono al figlio, e come per magia, si è trasformata in una santa. Sotto gli York una fanatica sovversiva, sotto i Tudor la salvatrice del Paese. Chissà che un giorno anche la vostra peccaminosa seconda moglie non diventi un’eroina sotto il regno di qualcun altro.”

“Stai farneticando Will.”

“Mica tanto. Il marito di vostra nonna, lord Thomas Stanley assieme al nonno del duca di Buckingham all’epoca avevano accesso alla Torre dove erano tenuti prigionieri i vostri zii, i principi. Farli sparire e far passare Riccardo per un assassino sarebbe stato semplicissimo. In questo modo vostra nonna avrebbe tolto di mezzo due scomodissimi rivali che tutti avrebbero comunque preferito a vostro padre, anche se dichiarati bastardi.”

“Se sai tutte queste cose perché le hai fatte dire a me?”

“Perché questa è la vostra storia, non la mia. Io sono qui solo per aiutarvi a comprendere meglio.”

“Non credo ad una sola parola delle insinuazioni di quel traditore. Ed Anna non sarà mai ricordata per niente e per nessuno.”

“Chissà. Ad ogni modo potete denigrarla quanto volete; ma se avesse avuto un maschio, forse oggi la pensereste diversamente.”

“Certo che la penserei diversamente! Anna mi ha dato una figlia e poi ha avuto due aborti. Nel secondo aspettava un maschietto, me l’hanno detto tutte le levatrici. Molti dicevano che avesse avuto un altro aborto prima dell’ultimo e che l’avesse tenuto segreto. Una donna così può avere solo un’anima nera ed un peccato grande come l’Inferno.”

“Anche la principessa vedova vi ha dato solo una figlia viva ma non le avete dato della strega adultera e tutto il resto.”

“Non è la stessa cosa.”

“E che differenza ci sarebbe?”

“Anna la odiavano tutti, compresa la sua famiglia come mi hai detto anche tu poco fa. Non ha mai avuto amiche, era sempre circondata da uomini. La cosa all’inizio non mi creava problemi, anzi ero orgoglioso che mia moglie fosse sinceramente desiderata da tutti, contrariamente a Caterina. Ma lei … non li allontanava, non disdegnava le loro attenzioni e suo fratello… era sempre con lei. Ovunque. So che George Bolena trascurava pesantemente la moglie ma in compenso era sempre con Anna. Una volta l’ho visto congedarsi da lei abbracciandola stretta e dandole un bacio a fior di labbra. Io di sorelle ne ho avute due e nessuna di loro l’ho mai salutata così. Poi durante il nostro matrimonio ho iniziato ad avere problemi d’impotenza, lo sanno tutti. Tutto questo non aveva niente di normale. Una moglie circondata da uomini, compreso quel maledetto flautista Smeaton che si portava sempre d’appresso; una donna che non riesce ad avere un figlio e io che contemporaneamente divento impotente. Dio mi stava mandando un avvertimento: Anna dopo aver ottenuto la corona era scivolata nel peccato ed io dovevo allontanarmi da lei al più presto.”

“Questo è successo dopo il vostro incidente.”

“Sì quando Anna era rimasta incinta del maschietto che ha perso. Era la prima volta dopo la nascita di Elisabetta che veniva a comunicarmi chiaramente una gravidanza. Perciò vedendola così tranquilla ho indetto un torneo e vi ho partecipato. È stato l’inizio della fine. Da allora la mia salute non è mai più tornata quella di prima. Una vecchia ferita riportata da giovane sempre ad un torneo, si è riaperta e non c’è stato più verso di farla riassorbire. Ho perso per sempre la piena mobilità della gamba. Di colpo mi sono ritrovato dall’essere un uomo giovane ad un vecchio schifoso lurido malato bastardo.”

“Non esageriamo adesso.”

“Anna invece di supportarmi e di comprendermi, continuava a fare le stesse cose di prima. Non le importava nulla che non potessi camminare, né giostrare, che stessi male da morire. Lei continuava a civettare con i suoi giovani adoranti cortigiani, a ballare, a spendere denaro in vestiti e gioielli costosissimi ed a pavoneggiarsi, il tutto rigorosamente a mie spese. Non la sopportavo più ed in verità le cose erano cominciate ad andare male già dopo la nascita di Elisabetta.”

“Cioè?”

“Non faceva che rimproverarmi per le mie amanti. Certo, come se avessi potuto stare più di tre mesi senza una compagna di letto! Urlava, strepitava davanti a tutti. Un imbarazzo assurdo. Una plebea fatta e finita. Però ormai l’avevo sposata e dovevo sopportarla. Poi quando Dio mi ha fatto capire che da lei non avrei avuto alcun principe ho dovuto avviare un’inchiesta. Troppe cose non tornavano, la mia coscienza me lo imponeva.”

“La vostra coscienza o Jane Seymour?”

“Jane l’ho corteggiata poco prima che Anna perdesse il nostro ultimo figlio. E di sicuro non ha mai avuto nulla a che fare con la fine del nostro matrimonio.”

“Beh potevate far annullare le nozze come avete fatto con la principessa vedova. Non era necessario mandarla alla spada dicendo a mezzo mondo che Elisabetta era la figlia di Mark Smeaton, il suonatore di flauto.”

“Will tu non puoi capire.”

“Aiutatemi a comprendere allora.”

“Will io a quella donna ho dato tutto me stesso. Neanche a Caterina avevo mai dato tanto. Per nessuno ho immolato tutta quanta la mia vita come ho fatto con lei. Ho perso per sempre l’affetto della mia povera sorella Maria, ho perso l’amore di mia figlia, ho perso credibilità all’estero, il mio migliore collaboratore, ho perso la mia salute e la mia virilità per lei. Le ho dato tutto e lei ci ha sputato sopra come se il mio amore non avesse mai contato nulla. Quando ho visto come mi ha trattato durante la mia infermità ho avuto la prova di che donna fosse davvero: una strega che non amava me, ma solo ciò che il re aveva da offrirle.”

“E delegittimare Elisabetta in tutto questo a che serviva?”

“L’idea che Elisabetta non fosse mia figlia non mi aveva mai neppure sfiorato. Poi una sera ricordo distintamente di aver sentito il fratello di Anna ridere con Francis Weston. Erano ubriachi persi ed erano appena tornati dal loro giro per i bordelli di Londra. Bolena si era messo a ridere sguaiatamente dicendo che soffrivo d’impotenza e che non ero mai stato in grado di montare una donna come sua sorella. Da lì ho capito che mezzo mondo pensava che Elisabetta non fosse mia figlia. Perciò ho fatto quello che ho fatto. Will non mi sono mai vergognato tanto in vita mia. Avevo troppa rabbia. E vergogna. Non avrei sopportato oltre né lei né la sua famiglia, a cominciare da suo fratello. Non volevo rivederli mai più.”

“Avete iniziato a soffrire d’impotenza molto tempo dopo la nascita della principessa Elisabetta, me l’avete detto voi stesso. George Bolena sicuramente si riferiva a quello.”

“Quando osservavo la gente avevo costantemente la sensazione che stessero ridendo di me. Che mi vedessero come un re bamboccio manovrato da una donnaccia. Da quando l’avevo conosciuta non c’era stata una sola persona ad apprezzarla. Mai con Caterina mi ero sentito così.”

“Ma vi siete ben guardato dal tornare da lei.”

“L’ho lasciata perché avevo bisogno di un erede e la situazione non era cambiata di molto. Infatti avevo chiesto a Cromwell di trovare una scappatoia legale per far annullare le mie nozze con Anna ma senza tornare da Caterina anche se era una cosa molto difficile.”

“Poco dopo la principessa vedova del Galles è morta.”

“Come ti ho già detto, non l’ho uccisa io. Ed Anna col suo solito pessimo modo di fare, il giorno della morte di Caterina ha organizzato il ballo in giallo dove tutti dovevano essere vestiti color oro, e lei straripante di gioielli più di tutti. All’epoca era incinta del nostro ultimo figlio e solo per questo l’ho lasciata fare. In Spagna il giallo è il colore del lutto reale, e l’ambasciatore Eustace Chapuys era rimasto talmente disgustato dal velato insulto, da essere andato subito via.”

“Per forza avrebbe dovuto riferire al nipote di Caterina d’Aragona che la corte stava ballando vestita nel lutto spagnolo.”

“L’avrà detto anche a Maria. E lei mi avrà odiato ancora di più.”

“Molto probabile.”

“Invece nemmeno io sono rimasto a lungo. Mi sono allontanato dopo pochi brindisi ed Anna presa com’era dai suoi amanti, neanche aveva notato la mia assenza. È stato lì che ho rivisto Jane.”

“In che senso rivisto?”

“In realtà l’avevo già incontrata prima che si svolgesse l’udienza pontificia presieduta da Wolsey e Campeggi. Era venuta a corte assieme alla sorella Elizabeth, anche lei come dama di Caterina. Solo che io all’epoca ero troppo preso da Anna e di certo non andavo a trovare la donna che stava per diventare la mia ex moglie. Anna era gelosissima.”

“Più che gelosa, non amava la concorrenza.”

“Comunque Jane stava sempre con Caterina. La seguiva ovunque e lei non andava mai da nessuna parte escludendo la cappella ed i suoi appartamenti privati. Un giorno per caso, si è persa mentre cercava il breviario di Caterina mi pare. Era appena arrivata a corte e non aveva mai vissuto in un palazzo reale. Si perdeva spesso. Comunque ha visto me ed Anna litigare furiosamente per la storia dell’annullamento fino a quando Anna sdegnosa ed inaffidabile come al solito, mi aveva accusato di voler far arenare la causa per tenermi mia moglie e ridurla a farmi da amante. Proprio come avevo fatto con sua sorella. Non perdeva mai occasione per rinfacciarmi la mia relazione con Maria e di come all’inizio l’avessi preferita a lei.”

“Le donne sono notoriamente creature invidiose. E fra sorelle lo sono ancora di più.”

“Io dopo che Anna mi aveva lasciato solo, ero andato a guardare un ritratto di mio padre, appeso lì vicino. Ammetto che in quel momento avrei dato tutto l’oro del mondo per potergli parlare, per avere un consiglio, perché mi dicesse cosa fare. Ero distrutto perché a volte non sapevo nemmeno io se stessi facendo la cosa giusta. Tutto quello che sapevo era che non potevo tornare alla vecchia strada. Mentre ero assorto a fissare il volto severo di mio padre, ho sentito il tocco leggero di una mano sulla mia spalla. Era lei. Mi aveva visto solo e sconfortato ed era venuta di sua iniziativa a tirarmi su di morale. Ma io in quel momento riuscivo solo a pensare ad Anna che aveva minacciato di lasciarmi ed andarsene per sempre. Perciò l’avevo velocemente ringraziata per poi correre a cercare quella malefica strega.”

“E a distanza di tanti anni l’avete riconosciuta?”

“Sì. Mi ero affacciato alla finestra e lei mi aveva messo una mano sulla spalla. Poi una volta girato, mi sono accorto che era vestita di nero e mi voleva fare le condoglianze per la morte di mia “cognata” chiedendo di portarle anche a mia figlia. L’unica dama a non aver voluto partecipare allo squallido ballo di Anna e che si preoccupava sinceramente per Maria.”

“La regina Jane non era bella, arguta, elegante, di sangue reale e nemmeno tanto coraggiosa. Ma era tanto buona. Talmente buona da pensare che potevate diventare un uomo migliore.”

“Che vuoi dire?”

“Vi ha visto ripudiare una moglie di cui aveva tanta stima e poi decapitarne un’altra. Vi ha visto disconoscere le vostre figlie. Eppure non ha mai perso la gentilezza nei vostri riguardi; pensava seriamente di potervi rendere migliore, anche quando vi ha supplicato di risparmiare la vita ai poveretti del Pellegrinaggio di Grazia. Caterina era semplicemente rassegnata al vostro modo di fare, mentre Anna riusciva solo a tirare fuori il peggio di voi. Lei invece era determinata a trovare anche qualcosa di buono e a farlo venire alla luce.”

“Mi manca Will.”

“Qual era la cosa che la regina Jane amava fare di più?”

“Che vuoi dire?”

“Quali erano le sue attività preferite? Il suo cibo preferito? Il luogo che amava di più in assoluto?”

“Non saprei…siamo stati sposati solo un anno e mezzo.”

“Enrico…lei adorava cucire. Era golosissima di quaglie infatti per tutta la gravidanza del principe Edoardo non ha praticamente mangiato altro. Voi stesso le avete mandate a prendere dalle Fiandre per soddisfarla. E amava Wulfhall, la campagna in cui è nata, cresciuta ed in cui grazie a voi, non è più potuta ritornare.”

“Will ora ricordo la vicenda delle quaglie. Ma tutto il resto come fai a saperlo?”

“Enrico le sue giornate le trascorreva sempre così e per quanto fosse una donna schiva, parlava sempre di Wulfhall, del suo cane, della campagna e delle fragole. Sperava di tornarci e lo ribadiva spesso.”

“Ci siamo ritornati. Quando mi sono presentato ufficialmente a suo padre per chiederla in moglie.”

“Credo che la regina Jane intendesse qualcosa di più di una breve visita di cortesia al padre ormai completamente rimbambito.”

“Non mi ha mai detto nulla.”

“Glie lo avete mai chiesto o vi siete solo interessato che avesse la nausea al mattino?”

“Che vuoi dire Will? Che sono stato un pessimo marito perché non mi ricordo come amasse ricamare?”

“Dite che la regina Jane vi manca, ma non sapete dire cosa vi manchi effettivamente di lei.”

“Mi manca la sua gentilezza, il suo carattere affettuoso, era la cosa più bella che aveva.”

“Talmente bella che quando avete saputo che non riusciva a partorire da sola, invece di decidere se salvare lei o il vostro bambino, siete fuggito lasciando la responsabilità a coloro che erano con lei.”

“Will non potevo proprio decidere tra la sua vita e quella di nostro figlio.”

“Ci ha messo tre giorni a partorire il principe Edoardo. Se non altro ha potuto almeno vedere suo figlio, prima di morire.”

“Hai un tono accusatorio; come se fosse stata colpa mia.”

“Non è colpa vostra la febbre puerperale che l’ha uccisa dieci giorni dopo, ma è colpa vostra l’averla lasciata di nuovo da sola senza neppure dirle addio. Credo che proprio nell’istante in cui moriva si sia resa conto che non potevate assolutamente cambiare, né tantomeno migliorare.”

“Smettila Will, non riesco a sopportarlo!”

“Che cosa non sopportate? Il ricordo di voi stesso?”

“Will non ce la facevo! Perché non riesci a capirlo?! Tu più di tutti quanti! Ho perso mia madre nello stesso modo, mi ha lasciato esattamente così e senza neanche una parola, neanche un addio. Poteva mandarci a chiamare, mandarmi due righe e non lo ha mai fatto!”

“Ed avete costretto vostra moglie a riproporre lo stesso schema, anche se non voleva.”

“Eh?”

“Una giovane donna dal temperamento dolce e docile con il suo consorte; una regina d’Inghilterra che muore di setticemia tentando di dare un erede al Paese. Una donna che è morta pensando che l’uomo per cui stava facendo un tale sacrificio valesse tutto lo sforzo possibile.”

“Di chi parli? Di mia madre o di Jane?”

“Perché c’è differenza? C’è mai stata una vera differenza per voi?”

“Che vorresti dire?”

“Avete assurto Jane Seymour a ruolo di perfezione assoluta il giorno in cui vi ha dato il figlio tanto desiderato e nel farlo ha fatto la stessa identica fine della vostra impareggiabile madre. Quando vi ha supplicato di salvare i pellegrini papisti l’avete scacciata in modo orribile. Inoltre di lei non sapete nulla e non avete mai saputo nulla. Quando è morta non sembravate un vedovo che piange la moglie, ma un devoto che piange la morte della sua santa protettrice. Voi non amavate Jane Seymour ma soltanto l’idea che avevate di lei. Ovviamente un’idea pressoché identica a quella che avete sempre avuto di vostra madre la regina Elisabetta.”

“Dicevi che era Caterina quella che somigliava a mia madre.”

“La regina Jane è morta prima di potervi dimostrare quanto fosse diversa; la sua morte ha congelato per sempre l’idea mitica che vi eravate costruito nella vostra mente. Caterina invece, alla lunga ha avuto tutto il tempo per farvi capire il contrario. Ed infatti vi ha deluso ed è finita come è finita.”

“Io… non è vero ciò che dici.”

“Per amore della regina Jane potevate anche risparmiare i ribelli del Pellegrinaggio di Grazia, come potevate risparmiarvi tante altre cose che avete fatto. Invece avete ordito un vero e proprio massacro. Li avete perdonati e poi ucciso i loro capi a tradimento per poi appenderli lungo tutti i crocicchi del nord. Avete punito le loro mogli che li hanno seppelliti e non pago di questo, li avete fatti disseppellire per appenderli di nuovo. Il tutto ignorando le lacrime della vostra adoratissima moglie che ora dite vi manchi tanto.”

“Will, tu non sei re, certe cose non le puoi capire e non le capirai mai.”

“Che cosa non posso capire esattamente?”

“Come essere re significhi proteggere l’istituzione monarchica ad ogni costo ed a qualunque prezzo; ogni re deve comportarsi in questo modo quali che siano le conseguenze ed il biasimo in cui può incorrere. Un re nella scala voluta dall’ordine divino, è inferiore solo a Dio. Là dove un contadino vede solo il proprio pezzetto di terra, là dove un mendicante vede solo la ciotola con il proprio pasto, là dove un monaco vede solo la propria prioria ed un nobile vede solo la propria contea, un re vede un intero Paese. Solo Dio vede più di lui, ossia tutto. Quando mi sono separato da Caterina e cercavo di sposare Anna, mi hanno aggredito in tutti i modi possibili: mi hanno dato del satiro, mi hanno paragonato ad uno scià islamico anche se di fatto non andavo a letto con nessuna delle due donne. Solo io vedevo il disastro di una dinastia ed il ritorno di anni e anni di guerre. La pace dei Tudor finita per sempre, la pace che mio padre aveva lottato una vita intera per costruire. Tutto questo sarebbe accaduto se non avessi avuto un erede maschio al più presto. Sarebbe scoppiata un’altra guerra per il trono e sarebbe stata la fine di tantissime persone; solo nella battaglia di Towton, quella dove mio nonno trionfò era stata falcidiata mezza Inghilterra! Io non potevo permetterlo, io non potevo essere il figlio debole che avrebbe causato tutto questo. Non sarei stato il figlio degenere privilegiato non da Dio come avevo sempre creduto, ma dalla sfortuna. Perciò ti dico che quando Jane è venuta da me a supplicarmi di salvare quei pellegrini, lei da donna sensibile qual era, vedeva solo dei monaci scalzi, cenciosi e sofferenti; io invece vedevo il principio di una gravissima insubordinazione che poteva portare alla fine del mio regno.”

“I pellegrini chiedevano solo di poter riavere i loro monasteri e le loro icone sacre. Quando avete deciso di seguire la scia della riforma protestate tedesca, avete portato degli sconvolgimenti pressoché totali, estranei a secoli di tradizioni. Avete spogliato e depredato i monasteri di ogni loro tesoro, altri li avete fatti chiudere e poi avete imposto tasse sull’uso dei terreni di proprietà della corona.”

“La questione fu un po' più complessa di così. Il nord è sempre stato terra di nessuno, già dai tempi dei Plantageneti. Ti dico soltanto che dopo la morte di mio nonno Edoardo, il nord aveva subito giurato fedeltà a Riccardo III, totalmente a discapito del mio giovane zio Edoardo V. Questo perché lui aveva sposato la figlia del conte di Warwick, il quale aveva governato il territorio sin dai tempi di Enrico VI per poi passare direttamente a lui durante tutto il regno di mio nonno. Quando mio padre era sul trono, partivano sempre da lì le invasioni dei ‘pretendenti’ ossia di coloro che si spacciavano per mio zio Riccardo di York, miracolosamente resuscitato dalla Torre. Una vera e propria spina nel fianco. Un fastidio più cronico di una malattia.”

“I pellegrini non contestavano né voi, né il governo Tudor, né la tantomeno la monarchia. E voi lo sapete.”

“Will te l’ho detto fa tutto parte della stessa cosa. In realtà fu una rivolta dove popolo e nobili si erano letteralmente coperti le spalle a vicenda pur di salvaguardare i loro reciproci interessi. Da una parte, gli aristocratici che non volevano pagare le tasse sulle terre amministrate per conto della corona, cioè io, mentre dall’altra, il popolo che continuava a pretendere la riapertura dei monasteri solo perché in molti di loro venivano curati e rifocillati. La questione della mancanza delle icone sacre poi, era di un’assurdità incredibile, frutto solo dell’ignoranza.”

“Assurda dite?”

“Tutti gli oggetti d’oro e le preziose suppellettili presenti nei luoghi sacri nel tempo erano stati donati alle chiese da diversi nobili inglesi come ringraziamento per una grazia ricevuta. Ora capisco che agli aristocratici ciò possa aver dato fastidio, ma per un povero fedele che differenza può fare venerare una Madonna ricoperta d’oro o un santo pieno di rubini? Cosa cambia per lui? Una persona che ha davvero fede l’ultima cosa di cui si preoccupa è di quale materiale sia fatto il calice dove si trova il vino della Messa.”

“E nemmeno di chi sia il loro capo spirituale giusto?”

“Il Papa di Roma incassava le rendite di tutti i possedimenti ecclesiastici in Inghilterra. Un uomo sempre diverso, scelto da altri, che nulla ha mai avuto a che fare con noi. Se avessi detto ai nobili del nord che potevano smettere di pagare le tasse al Papa e tenersele nella tasca mi avrebbero seguito nella riforma senza neppure emettere un sibilo; ma siccome dovevano pagarle al loro re invece che a lui, allora sorgeva il ‘Problema spirituale’. Comunque la maggior parte dei monasteri purtroppo erano centri d’infinita corruzione; tanto che prima di sottrarre importanti luoghi di ricovero per mendicanti e viandanti, li avevo prima fatti ispezionare da Cromwell, uno per uno. In nessuna abbazia i monaci vivevano seguendo l’esempio di Cristo, ma erano completamente immersi nel denaro e nella lussuria. Non aveva alcun senso tenerle aperte, era solo un insulto alla vera fede.”

“E questo l’aveva stabilito lord Cromwell. Parliamo dello stesso Cromwell che avete fatto decapitare qualche tempo dopo?”

“Mi sono pentito di averlo fatto. È stato il miglior servo che abbia mai avuto. Ma sei costantemente circondato da lingue velenose quando sei re. È dura riuscire a vedere la verità quando sei solo in mezzo a gente bugiarda. Solo dopo mi sono reso conto che Cromwell era come Wolsey; d’altronde aveva lavorato per lui prima del suo arresto ed anche dopo l’aveva sempre difeso e sostenuto. Per questo l’avevo scelto per occuparsi degli affari di stato; mi aveva colpito il suo zelo e la sua grande fedeltà.”

“Si ma era anche un profondo simpatizzante della fede riformata, anzi decisamente un estremista sotto diversi aspetti anche se cercava sempre di nasconderlo. Non vi sfiora l’idea che nelle sue indagini potrebbe essere stato un filino fazioso?”

“All’inizio su consiglio di Anna, la mia intenzione era effettivamente quella di portare l’Inghilterra a seguire la riforma come in Germania, dove i principi tedeschi erano riusciti a liberarsi definitivamente del giogo papale grazie a Martin Lutero. Poi però dopo la morte di Jane, nei miei due anni di lutto, ho avuto modo di riavvicinarmi alla Bibbia e comprendere tante cose. Ti ricordi quel periodo Will?”

“Eccome, vi siete chiuso nei vostri appartamenti e non ne siete più uscito per diversi mesi; solo io ero autorizzato ad entrare. È stato da quel periodo che avete iniziato ad ingozzarvi ed ingrassare senza ritegno. E non avete mai più messo, purtroppo.”

“Durante tutto quel tempo ho letto e riletto la Bibbia da cima a fondo perché avevo un disperato bisogno di conforto; avevo bisogno di capire perché Dio avesse voluto barattare il mio principe con la mia regina. Come se non potessi godere della felicità, come se per averla avessi dovuto necessariamente privarmi di qualcosa. Ero diventato re grazie alla morte prima di mio fratello, poi di mia madre e della sua bambina ed infine di mio padre. Il mio primogenito Enrico era deceduto a due mesi di vita come pure il mio povero figlio Henry Fitzroy. Dove avevo sbagliato?”

“Erano anni che non vi sentivo più parlare di vostro figlio, il duca di Richmond e di Somerset. Dopo la sua dipartita avete fatto distruggere ogni suo ritratto e vi siete sempre comportato come se non fosse mai esistito.”

“Quando pensi ad una cosa tanto dolorosa quanto insopportabile che cosa fai? Permetti a te stesso e agli altri di ricordartela o cerchi di farla sparire?! Ho amato quel figlio più della mia stessa vita Will, tu lo sai. Nato dalla donna sbagliata ma è sempre stato il figlio che ho amato di più. Quanto soffrivo per il fatto di non poterlo rendere mio erede, di non poter obbligare tutti a chiamarlo principe, perché questo era; l’unico mio figlio che mi assomigliava veramente, in tutto e per tutto.”

“Non esagerate.”

“Non esagero affatto. Maria è come Caterina: musona, pesante, noiosa. Elisabetta è come Anna: civetta, simulatrice e a tratti bugiarda. Edoardo … è un ragazzo dolce, affettuoso e delicato come Jane. Nessuno di loro mi assomiglia quanto mi rassomigliava Henry.”

“Devo ammettere che è vero.”

“Quando ho saputo che Bessie aveva avuto un maschio non ho saputo resistere. Mi sono precipitato cavalcando a rotta di collo fino a Blackmore, alla prioria di San Lorenzo solo per poterlo vedere; e quando l’ho osservato e preso in braccio per la prima volta, è stato un intenso mescolarsi di dolore e di gioia.”

“In che senso?”

“Era identico al mio povero piccolino, mio figlio Enrico, quello che avevo avuto da Caterina. Vederlo mi ha dato la conferma che avevo perso un principe simile a me e la sua nascita da un’altra donna mi aveva dato l’ulteriore conferma di come non fosse colpa mia.”

“Ammesso che la principessa vedova del Galles avesse taciuto sul suo primo matrimonio consumato, continuo a non capire perché Dio punirebbe una donna moralmente irreprensibile inviandole tanti patimenti per poi premiare un’amante.”

“Bessie era venuta da me nubile, giovane ed innocente! Ecco perché ha avuto il mio maschietto.”

“E poi cosa è andato tanto storto al punto da farlo morire a diciassette anni? Bessie ha sposato l’uomo che le avete imposto voi incaricando Wolsey.”

“Non lo so Will. Non lo so in che cosa ho sbagliato. So solo che ho fatto di tutto per renderlo il mio erede: gli ho dato un doppio ducato in modo da renderlo pari a Maria, gli ho dato l’istruzione di un principe e per quanto possibile l’ho sempre tenuto accanto a me. L’avevo affidato alla tutela di Wolsey e lui una volta mi aveva addirittura proposto di maritarlo con Maria per fare in modo di renderlo re senza diseredare mia figlia. In questo modo avrei potuto tenere contenta Caterina. Il Papa avrebbe persino concesso una dispensa.”

“Sempre bello constatare come gli ecclesiastici abbiano una morale estremamente elastica a seconda dell’occorrenza. Ma seriamente avete pensato di far sposare i vostri figli fra loro come Giove e Giunone? Enrico ma a cosa accidenti stavate pensando?

“Ero disperato Will, ma l’idea era talmente disgustosa che ho subito desistito. Poi ho conosciuto Anna ed ho sperato in un erede da lei, tanto da spingermi a fare ciò che ho fatto. Invece quella maledetta strega ha avvelenato anche il mio povero Henry.”

“E come ha fatto ad avvelenarlo se è morta due mesi prima di lui?”

“Ci sono veleni che impiegano più tempo ad agire e a minare la salute del corpo umano. Il suo doveva essere di quel tipo. Tu non la conoscevi bene come me Will, lei odiava tutto ciò che avevo vissuto prima d’incontrarla. Oltre alle mie amanti occasionali, odiava profondamente Caterina anche se l’avevo lasciata per lei. La invidiava perché era una donna di sangue reale e odiava ancora di più Maria perché non sopportava che potessi amare un’altra donna a parte lei! Mia figlia, una ragazza infinitamente superiore che si è abbassata a fare da serva ad Elisabetta e che dopo l’ha anche amata come una sorella benché non fosse tenuta a farlo! Anna inoltre odiava Henry! Lo chiamava sempre “il vostro bastardo” con un tale disprezzo che spesso avrei voluto schiaffeggiarla per tanta cattiveria. Nelle sue parole c’era pure un malcelato insulto nei confronti di Bessie, ai suoi occhi colpevole di avermi dato un figlio prima di lei.”

“Ho vissuto nella vostra corte per tanti anni ed ho avuto modo sia pur in maniera indiretta, di conoscere tutti coloro che hanno avuto a che fare con voi. Non penso che madama Pembroke abbia avvelenato Fitzroy, sinceramente. Penso che avrebbe anche potuto pensare di ucciderlo, ma solo dopo aver generato un figlio suo. Sarebbe stata la cosa più logica da fare e lei era una donna di logica come sapete molto bene. Era anche una donna profondamente insicura nonostante cercasse sempre di ostentare l’opposto. Era parecchio denigrata dai suoi congiunti e questo la portava a sentirsi minacciata da tutto e da tutti; anche da un ragazzino, il figlio di una cameriera.”

“L’ho persino ammogliato con sua cugina Mary Howard solo per tenerla contenta. Volevo che la smettesse d’insultarlo e di vederlo come un pericolo. Una volta entrato nella sua famiglia, forse sarebbe stata più clemente e più materna con lui.”

“Non ha ucciso Fitzroy, Enrico. Anche se voi avete disperatamente bisogno di credere il contrario.”

“Per diamine Will, perché mai avrei bisogno di credere ad una cosa del genere!?”

“Perché vostro nonno Edmund Tudor è morto di peste a soli venticinque anni. Vostro fratello Arturo è morto per il sudor anglicus a quindici anni. Vostro padre è morto per una malattia ai polmoni esattamente come il vostro diciassettenne figlio Fitzroy ed il vostro primogenito il principe Enrico, è morto ad appena due mesi. Se non mi sbaglio, anche il vostro fratellino il principe Edmondo, è morto prima di poter essere svezzato. Ora voi state morendo perché letteralmente senza fiato. Non potevate accettare l’idea di provenire da una stirpe di uomini deboli e non riuscite ad accettarlo nemmeno ora che siete alla fine. Non sopportate l’idea che forse siete voi la causa dei vostri figli tanto fragili. Enrico, avete avuto sei mogli e quattro figli da quattro donne diverse, una cosa mai accaduta a nessun monarca inglese. E tutto questo non riguarda il peccato; Dio sa che c’è stata gente infinitamente peggiore di voi seduta su di un trono. Eppure voi siete stato unico in questa gigantesca sfortuna.”

“Non è vero Will! Noi Tudor non siamo deboli! Edoardo quando sarà uomo te lo dimostrerà! Lo dimostrerà a tutti!”

“Vostro figlio qualcosa la dimostrerà senz’ombra di dubbio. Spero solo che non sia ciò che ora vi ostinate tanto a negare. Comunque non dovete temere; ci sono le vostre figlie e grazie a Dio, anche i figli delle vostre sorelle, che erano delle Tudor tanto quanto lo siete voi.”

“Mio padre voleva la sua stirpe sul trono d’Inghilterra ed io ho fatto di tutto per adempiere al mio dovere verso di lui e la nostra dinastia.”

“Nessuno lo nega; ma ogni re vorrebbe vedere ‘la propria stirpe’ sul trono, questo è ovvio. Ma i reali normanni si sono estinti e sono sopravvissuti solo grazie a Matilde d’Inghilterra la quale ha portato il loro sangue nella stirpe Plantageneta. I Plantageneti sembravano eterni ed invece alla fine si sono annientati tra loro ed è solo grazie a vostra madre che ora rivivono in voi Tudor. Io non ve lo auguro, ma penso che l’idea che i Tudor potranno rivivere grazie alle vostre sorelle, sia decisamente più confortante.”

“Ho scritto nel testamento che se dovesse estinguersi la mia linea di sangue, gli eredi di mia sorella Maria dovranno passare davanti a quelli di Margherita. Anche se so che mio padre non sarebbe per niente d’accordo.”

“Maria è sempre stata la vostra sorella prediletta. Avete chiamato vostra figlia come lei, facendola passare addirittura davanti a vostra madre. Nessuno se ne sorprenderà quando lo saprà.”

“Non è vero. L’ho fatto perché i discendenti di Margherita sono scozzesi e papisti; le figlie di Maria invece sono cresciute qui con me e comprendono la mia visione delle cose.”

“Finché sarete vivo non ho alcun dubbio che lo faranno; ma non penso che questo abbia molto a che fare con la vostra decisione. Ho perso il conto delle discussioni infinite che avete sempre avuto con vostra sorella maggiore.”

“Margherita ha sempre avuto un carattere tremendo; già nella nursery eravamo sempre intenti a giocare o a lottare. Ci confrontavamo spesso tra noi e mi rendo conto solo ora che siamo sempre stati molto simili di carattere. Ha sempre preferito Arturo a me, tanto da aver dato il suo nome ad uno dei suoi figli. Maria invece ...”

“Maria era identica a vostra madre. E ho detto tutto.”

“Per una volta non posso darti torto Will. Maria è sempre stata identica a mia madre. Era bella come lo era lei, la mia adorata sorellina. Non esistono parole per dirti quanto mi manchi e quanto vorrei rivederla. Ma anche lei ora sarà con mia madre accanto agli angeli del Paradiso, lontano da noi poveri diavoli. È morta per un malore a trentasette anni, la stessa età di mia madre quando è deceduta.”

“All’epoca eravate in cattivi rapporti ricordo.”

“Pessimi. È cresciuta con me e Caterina tanto che l’amava come una sorella maggiore, come una madre. Perciò quando ho deciso di ripudiarla, lei non l’ha mai accettato, fino al suo ultimo giorno. Mi hanno detto che se ne è andata lentamente a causa di una malattia, proprio come Caterina dopo di lei. Spero solo che Anna non l’abbia avvelenata. Inutile che ti dica come Anna non sopportasse nemmeno l’affetto per mia sorella.”

“Penso non sopportasse il fatto che parteggiava per Caterina, ma l’avrebbe parecchio gradita come sua alleata.”

“No, Anna non andava d’accordo con nessuna donna. Mia sorella era una donna regale, una principessa fatta e finita. L’avrebbe sempre fatta sfigurare; Anna sarebbe stata una regina d’Inghilterra completamente sbiadita accanto a lei, la semplice duchessa del Suffolk. E questo lo sapeva perfettamente.”

“Non avete mai definito vostra sorella con quel titolo. L’hanno sempre chiamata tutti la regina vedova di Francia e così anche voi.”

“Il suo matrimonio con Brandon non mi è mai andato giù.”

“Era il vostro migliore amico e cortigiano più fedele. Senza contare che il titolo di duca del Suffolk glie lo avete dato voi, e non certo per meriti particolari.”

“Ciò non significa che lo volessi come cognato.”

“Perché mai? È stata una bellissima storia d’amore fra lui e vostra sorella. Fu proprio lei a raccontarmela: voi l’avevate maritata per ragioni politiche ma soprattutto economiche, al re di Francia, Luigi XII. Lei dopo neanche tre mesi è rimasta vedova del marito cinquantaduenne e voi avete mandato Charles Brandon in Francia per riportarla a casa. E loro ritornano, ma come marito e moglie. Che c’è di più romantico?”

“Il fatto che Brandon abbia avuto più donne dell’eroe Ercole. Gli avevo annullato il primo matrimonio solo per toglierlo dai guai. Inoltre era anche vedovo con due figlie nonché già impegnato con un’altra quando ha sposato mia sorella.”

“Una bambina. Ed era una promessa matrimoniale ‘de futuro’.”

“Aggiungo che Brandon nella sua vita aveva visto più bordelli che campi di battaglia. Come anche il fatto che dopo la morte di mia sorella e del mio povero nipote Enrico di Lincoln, ha sposato la promessa sposa del figlio. Tutto questo non ha contribuito a fargli guadagnare la mia approvazione.”

“Era pieno di debiti fino alle punte dei peli della barba e lo sapete. Perdendo il figlio se non avesse fatto così avrebbe perso anche l’eredità della nuora. E lui contava molto su quel denaro. È stata una scelta obbligata.”

“Da quando sei diventato il baldo paladino di Charles Brandon?”

“Da quando so cosa è stato per voi. Enrico ci siamo promessi di dirci la verità e voi non siete obiettivo ora che mi parlate di lui. Dite ciò che pensate davvero. Non siamo a corte in mezzo ai vostri ruffiani e Brandon è morto quindi non potrà deridervi per la vostra scarsa virilità se ora lo ricorderete con affetto.”

“Che cosa devo dirti Will? Che mi manca anche lui??!! Che mi mancano i miei genitori, le mie sorelle, Brandon, Wolsey, mio figlio Henry e a volte persino Caterina??!! Vuoi che ti dica che quando è morto mio fratello, un Tudor come me, figlio dei miei genitori tanto quanto lo sono io, non ho versato mezza lacrima e tutt’ora non mi viene di farlo, mentre quando è morto Brandon mi sono sentito come se avessi perso una parte di me stesso?! Cosa devo dirti, che Brandon faceva parte della cerchia di amici scelti da mio padre per Arturo e che dopo la sua morte è diventato, non mio cortigiano, non mio amico, ma mio fratello!? Il fratello con cui ho finalmente potuto condividere ogni cosa senza essere giudicato? Il fratello che era sempre lì ad aiutarmi quando avevo bisogno di lui? Il fratello maggiore che si è preso cura della mia sorellina dal primo all’ultimo giorno? Io so quanto gli sia pesato abbandonare la sua vita da seduttore e quando gli sia pesata ancora di più la multa che gli ho inflitto per aver sposato Maria senza il mio permesso. Devo dirti che non so cosa dire quando guardo le mie nipoti Frances ed Eleanor ed ogni volta mi viene da piangere pensando ai loro genitori? Devo dirti che le adoro perché sono tutto ciò che mi resta di loro? Devo dirti che quando un anno dopo la morte di mia sorella ho saputo che se ne era andato anche mio nipote Enrico mi sono sentito come se mi fosse stato portato via un altro figlio? Devo dirti che li amo perché assieme a loro se ne è andato un passato di cui ad un certo punto, senza una ragione, senza un vero perché, ne ho perso completamente il controllo? Da allora ad oggi mi sono alzato ogni mattina ed ogni qualvolta mi affacciavo alla finestra, non riuscivo a rendermi conto del mondo che avevo creato senza volerlo: il Paese diviso fra papisti e riformisti, il Papa che un tempo mi chiamava “Defensor fidei” che mi ha scomunicato, la mia adorata figlia Maria che mi odia, Caterina che non è più nella sua cappella a snocciolare rosari, Fitzroy che è morto. Ed in compenso mi ritrovavo un’altra figlia mai voluta, generata con una donna che ancora non mi capacito di aver scelto ed infine un erede bambino che a volte mi sembra fatto di nuvole, come se non esistesse veramente. Non so quando tutto questo sia cominciato, non so nemmeno io come ci sono finito. So solo che a volte vorrei svegliarmi e riavere di nuovo ventiquattro anni solo per poter rivedere Caterina incinta di Maria assieme a Brandon e mia sorella che si sono appena sposati con lei a sua volta incinta di mio nipote. Quando ero un re ancora giovane con tante aspettative e speranze. Quando semplicemente ero un uomo felice ed avevo ancora fiducia nelle persone.”

“Sì dovreste dirmi esattamente questo: che siete pentito.”

“Quando ho perso mia madre mi sono sentito malissimo perché non avevo potuto dirle addio. Quando ho perso Maria invece, mi sono sentito come se avessi perso di nuovo mia madre con l’unica differenza che mia sorella l’avevo allontanata di mia spontanea volontà. Non me lo perdonerò mai Will. È l’unica cosa di cui mai mi perdonerò.”

“Ed infatti da qui è nata la vostra generosità con la principessa di Clèves.”

“Anne? Che centra ora la mia quarta moglie?”

“È stato in assoluto il vostro primo ed unico matrimonio combinato. Quando è arrivata qui dalla Germania siete rimasto sconvolto. L’avete incontrata nell’ex abbazia di Rochester nel capodanno del 1540, me lo ricordo ancora. Avrebbe dovuto alloggiare nell’ex monastero prima del vostro incontro ufficiale, previsto per l’Epifania. Ma voi avete voluto farle una sorpresa …”

“Sì mi sono presentato da lei vestito da Robin Hood. Mi sono sempre presentato alle mie donne per la prima volta vestito come un cavaliere, un viandante, un eroe o che so io. Alle donne piaceva sempre. Ed io potevo verificare se fossero attratte dall’Enrico uomo o dall’Enrico re.”

“Avete sempre avuto quest’insicurezza cronica. Siete consapevole di essere uscito dall’ombra il giorno della morte di vostro fratello e vivete nel terrore che l’affetto di cui avete sempre goduto sia sempre stato solo un regalo ottenuto grazie alla sua tomba. Perciò avete sempre cercato conferme che sareste diventato ‘grande’ anche se foste rimasto il duca di York, il figlio secondogenito. Ad ogni modo, la sorpresa alla principessa di Clèves non è piaciuta.”

“A lei non sarà piaciuta la sorpresa ma di sicuro lei non è piaciuta a me.”

“Non credo che in Germania i principi vadano in giro travestiti da avventurieri o da mitici Thor.”

“Non so in che posto squallido quella ragazza sia nata a cresciuta. Era vestita con un gigantesco sacco ed un copricapo che la faceva sembrare un fungo. Una giovane nobildonna di ventiquattro anni che non aveva mai visto un orso e dei cani lottare, che non sapeva parlare nessuna lingua a parte la propria, incapace di danzare e conversare e che non aveva mai letto nulla a parte la Bibbia. Dev’essere cresciuta nel peggior luogo sulla terra. Già questo bastava a farmi arretrare sulla possibilità di far procedere la riforma in Inghilterra.”

“Era veramente spaesata.”

“Quindi del tutto inadatta ad essere mia moglie. Durante il nostro primo incontro lei mi ha bellamente ignorato per guardare la lotta dei cani con l’orso e poi ha …”

“Rifiutato il vostro bacio, lo so.”

“Non l’ha rifiutato.”

“Enrico…lo hanno confermato tutti. Sembrava stesse per vomitare.”

“Aveva ancora lo stomaco sottosopra per via del viaggio in mare, me l’ha detto lei.”

“Certo dopo che ha scoperto che il beone verde vestito che l’aveva baciata a tradimento era il suo futuro marito.”

“Comunque la cosa era reciproca. Nei sei mesi in cui siamo stati sposati la trovavo orrenda ogni giorno di più. Aveva sul volto delle cicatrici da vaiolo ...”

“In effetti è stato poco saggio da parte di mastro Holbein ometterle dal suo ritratto.”

“Lui ha detto che è una convenzione tipica dei pittori. Comunque la carnagione olivastra, i seni cadenti e comunque di flaccido aveva pure il ventre. A ventiquattro anni! Secondo me i tedeschi mi avevano imbrogliato rifilandomi una vedova o peggio, uno scarto. Quella è una donna che ha già avuto dei figli, non può essere vergine te lo dico io.”

“Che importanza ha che fosse vedova o uno scarto dato che l’avete scartata pure voi? L’avete ripudiata come avete fatto con la principessa vedova per correre dietro ad una diciassettenne. Ma sono comunque rimasto molto colpito dal fatto che le abbiate concesso ogni agio e permesso di restare a vivere qui in Inghilterra.”

“Beh.... per tanti motivi. La trovavo incommensurabilmente buffa e la trovo così ancora oggi. Poi la vedevo talmente smarrita e stranita che mi faceva davvero tenerezza. Mi ricordava molto Caterina quando l’ho incontrata per la prima volta da bambino. Poi l’ho vista sinceramente innamorata dell’Inghilterra. Adorava tutto, ed ho molto apprezzato i mille sforzi che ha fatto per imparare la nostra lingua. Inoltre Anne aveva ed ha ancora, un’allegria davvero contagiosa. Quando cammina è talmente buffa che mi ha sempre ricordato mia sorella Maria quando alla sua età cercava d’imitare l’andatura di un elefante per far ridere i figli. Inoltre essendo appena un anno più grande di mia figlia Maria, sono andate subito d’accordo nonostante le differenze religiose. A parte il suo aspetto, ammetto che Anne non abbia mai avuto nulla che non andasse.”

“Spesso ho pensato che se vi foste sforzato un minimo di andare oltre l’apparenza, oggi forse ci sarebbe un duca di York a far compagnia a vostro figlio Edoardo.”

“Credimi ci ho pensato spesso dopo aver chiuso il mio matrimonio con la Howard. Ma se il corpo di una donna non ti attira c’è ben poco da fare. Ed Anne purtroppo non è la Santa Vergine. Comunque ha accettato l’annullamento senza fiatare e non mi ha mai dato alcun problema. Le ho donato volentieri due palazzi ed una residenza e sono stato altrettanto felice di darle il titolo di sorella, dato che lei non aveva nessuna intenzione di tornare in Germania a fare da sorella al suo vero fratello, il duca di Clèves.”

“Penso anch’io che patisse un profondo disagio a casa sua. Invece voi che avete perso la vostra amatissima e giovane sorella, per placare i vostri sensi di colpa ne avete creata un’altra. Una giovane donna dolce, sorridente e simpatica quanto lo era lei.”

“Si ma mia sorella era la donna più bella del mondo cristiano. Anne può fregiarsi del titolo di più brutta semmai.”

“Bella o brutta che sia l’avete accolta nella vostra famiglia e non ve ne siete mai pentito.”

“È un’ottima zia per i miei figli. L’unica persona che va d’accordo con Maria e riesce a farla parlare di qualcosa che non siano i rosari. Fa sempre ridere anche Elisabetta ed Edoardo. Sì, è stata decisamente una delle migliori decisioni che ho preso nella mia vita.”

“E sarà l’unica vostra ex moglie ad essere presente ai vostri funerali. Un vanto che lei sola potrà ostentare.”

“Percepisco il tuo sarcasmo Will. So che stai parlando di Katherine Howard.”

“Beh far decapitare una moglie per adulterio può sempre capitare; ma farne decapitare una seconda, tra l’altro pure cugina della prima decapitata, ammetterete che dà materiale a sufficienza per tonnellate di sarcasmo a vostro danno.”

“Avrei dovuto graziare quella puttana solo perché aveva diciannove anni? Caterina ha sposato Arturo a sedici anni, Anna è arrivata qui a corte a quindici e pure la mia attuale moglie si è sposata per la prima volta a diciassette anni.”

“La principessa vedova era una donna di sangue reale ed allevata come tale, madama Pembroke era una perfetta dama di corte allevata personalmente dall’arciduchessa Margherita d’Asburgo, mentre vostra moglie la regina Catherine viene da una delle più antiche e prestigiose famiglie del nord. Ha un retaggio antico quanto i Plantageneti.”

“E gli Howard non hanno un retaggio antico pure loro?”

“Credo che il nome e la famiglia vi abbiano un po' ingannato. La piccola Howard era la figlia di uno spiantato debosciato che viveva letteralmente dell’elemosina del fratello maggiore ed era anche orfana di madre. Era cresciuta assieme ad altri giovinastri dimenticati sotto l’egida di una matrigna a cui poco importava di lei come degli altri. A Londra la sua casa era chiamata ‘lo zoo di Lambeth’ ed era cosa risaputa che la giovane Howard sapesse solo spettegolare, danzare e suonare, oltre che spendere denaro in vestiti e gioielli ed ammaliare bei giovanotti.”

“Io non lo sapevo.”

“Potevate fare delle ricerche o semplicemente delle domande. Siete stato così bravo a scoprire del precontratto matrimoniale della principessa di Clèves con Francesco di Lorena benché tale accordo non sia mai stato stilato per iscritto. Ma comunque abbastanza per far annullare il vostro matrimonio con la brutta cavallona delle Fiandre.”

“Sentiamo signor so tutto io. Perché non le ho fatte queste ricerche? Perché la Howard mi ricordava mia madre? Mia nonna? Le mie sorelle? O magari tutte loro insieme?!”

“Buon Dio Enrico certo che no! L’avete scelta per pura e semplice lussuria. La stessa che prende tutti gli uomini rimbambiti quando iniziano a rendersi conto di assomigliare sempre più ai loro padri e sempre meno ai loro figli. L’avete desiderata più delle altre non perché fosse particolarmente avvenente ma solo perché avete sempre avuto un debole per donne molto giovani, disponibili e di piccola statura che vi fanno sentire grande e potente. E lei era effettivamente la donna più piccola che avessi mai visto; si faceva fatica a non scambiarla per una nana. Infine vi piaceva per la sua superficialità, la sua allegria, la sua frivolezza, la sua gioia di vivere. Tutte caratteristiche che le donne Tudor non possiedono, a cominciare dalle vostre figlie. Forse in parte la Howard appagava anche il padre che era in voi.”

“Propendo per l’ipotesi della lussuria. Specialmente quando l’ho vista per la prima volta a Rochester dopo l’orribile incontro con Anne. Lei è venuta da me senza sapere chi fossi, per chiedermi di non farle vedere il combattimento fra l’orso e i cani perché la impressionava.”

“Eh sì immagino come questa fantasia vi appaghi decisamente di più. Ad ogni modo una frivola ragazzina di diciassette anni difficilmente resiste alle lusinghe di altri giovani virgulti come Francis Deheram o Thomas Culpeper. Quest’ultimo lo trovavate bellissimo anche voi, per questo l’avete scelto come vostro valletto. Il fornicare fra giovani fa parte dell’ordine naturale delle cose, Enrico.”

“Lei diceva di amarmi e non era vero. Lo diceva sempre quella piccola stramaledettissima bugiarda. Diceva che nella sua vita aveva amato solo me, mentre invece era già stata presa da Deheram e con Culpeper mi rendeva il più gran cornuto d’Inghilterra.”

“Né più e né meno del bel lavoro che avete fatto voi a William Carey quando vi siete preso Maria Bolena. O come Gilbert Talboys quando si è dovuto prendere una donna già ‘usata’ qual era Bessie Blount dopo che avevate finito con lei. Tutto torna indietro Enrico. Comunque nessuna vostra moglie vi ha mai amato; l’unica è stata Caterina d’Aragona. Tutte le altre forse vi hanno anche amato, ma non certo come intendete voi.”

“Lo so. Anna voleva il re non l’uomo. Anche se è stata abile a farmi credere il contrario.”

“E più del suo re amava Henry Percy.”

“Cosa?! Henry Percy?! Henry Percy del Northumberland?!”

“Sì. Si erano sposati di nascosto esattamente un anno dopo l’arrivo di madama Pembroke in Inghilterra. All’epoca voi eravate amante della sorella e questa era incinta di sua figlia Catherine Carey, forse figlia vostra.”

“E poi?”

“I Percy lo avevano già sistemato con Mary Talbot. Il cardinale Wolsey ha annullato le loro brevissime nozze proprio su pressione della famiglia di lui, per poi costringerlo a sposare subito la Talbot. Ci avete mai fatto caso che Henry Percy non è mai più tornato a corte da allora e che era assente il giorno in cui è stato deliberato il verdetto di morte contro la vostra seconda moglie? Pensavate che Anna Bolena volesse vedere Wolsey distrutto solo perché non era riuscito a farvi avere l’annullamento dalla principessa vedova del Galles? Invece era semplicemente una vendetta. Una vendetta del tutto personale.”

 “Nessuno mi ha mai detto nulla!”

“Che motivo c’era per dirvelo? Non è stato un vero matrimonio. Quando madama Pembroke è diventata la vostra favorita, Wolsey non poteva denunciarla semplicemente perché non gli avreste mai creduto.”

“Mi ha manipolato dal primo all’ultimo giorno. Mi dici come faccio a non odiarla?”

“E voi un uomo ben quindici anni più anziano di lei, vi siete fatto manipolare. L’avete fatta decapitare a ventinove anni con accuse di cui non siete convinto veramente nemmeno ora, altrimenti avreste buttato fuori Elisabetta dalla vostra vita. Tuttavia all’epoca tali dicerie vi han fatto molto comodo per liberarvi di lei e sposare un’altra donna. Avete semplicemente delegittimato la figlia che avete avuto, disonorando quindi anche voi stesso. Direi che siete esattamente alla pari. Spero che un giorno anche Elisabetta potrà finalmente essere alla pari con i torti che le avete fatto voi.”

“Ancora non ci credo. E tu non mi hai mai detto nulla!”

“Non me lo avete chiesto; e poi io sono un buffone, mica una spia. Di spie ne avete sempre avute a sufficienza, a cominciare dal duca di Norfolk, il caro zietto di Anna Bolena. Potevate chiedere a lui di vendervi la nipote per trenta denari. Ah dimenticavo, l’avete fatto visto che è stato proprio lui a pronunciare la sua sentenza di condanna e poi lo ha fatto anche con l’altra nipote, la piccola Howard. Infine per completare il quadro, neanche la regina Jane vi amava. Penso che per la maggiore avesse una gran paura di voi e che abbia vissuto nel terrore di finire come le donne che l’avevano preceduta. Inutile dire che neanche la vostra attuale moglie, la regina Catherine, vi ama. Appena morirete sposerà Thomas Seymour, il fratello della compianta regina Jane, l’altro zio di vostro figlio.”

“COOOSA?!” (Enrico sobbalza tossendo)

“Inutile chiamare le guardie Enrico. Avete i minuti contati, non c’è tempo a sufficienza per farli morire prima di voi. Anche se francamente non comprendo il vostro stupore. Le avete chiesto di sposarvi quando il cadavere del suo secondo marito era ancora caldo e vi siete visti appena un paio di volte prima della vostra frettolosa proposta matrimoniale.”

“Pensavo di averla colpita. Era venuta da me a supplicarmi di togliere ogni sospetto dal suo consorte morente perché Cromwell ai tempi lo aveva ritenuto colpevole di aver sostenuto i ribelli del Pellegrinaggio di Grazia.”

“Seymour l’ha sicuramente colpita prima di voi.”

“Ho sempre preferito suo fratello Edward. Per fortuna non sarà Thomas Seymour a diventare Lord Protettore, maledetto infame lurido bastardo.”

“Non direi. Anzi, devo dire che sono stati tutti e due molto corretti nei vostri confronti. Avete notato come Thomas Seymour da quando avete sposato la regina Catherine non sia più venuto a corte? Sì è sempre tenuto lontano per mare tranne poche sporadiche visite. E solo se richiamato da voi. Penso avessero entrambi il sano terrore di finire come la piccola Howard ed il suo giovane innamorato Thomas Culpeper.”

“Insomma Will! Ti comporti come se fosse mia la colpa di tutto! Io non ho mai costretto nessuna donna a sposarmi o a diventare la mia amante. La puttana Howard e la mia attuale moglie avrebbero anche potuto dirmelo di essere già legate, non le avrei certo sposate!”

“Ne siete sicuro?”

“Di cosa?”

“Che avreste preso bene un loro eventuale rifiuto.”

“Certamente!”

“Io invece penso che quando avete sposato la vedova di vostro fratello non vi siate reso del tutto conto di avere di fronte la figlia di Isabella di Castiglia, la quale esattamente come le sorelle era stata allevata ed educata per diventare regina, a qualunque costo. Penso che non vi siate affatto premurato di chiedere a Wolsey come mai una giovane donna brillante come Anna Bolena non fosse ancora maritata, contrariamente alla sorella; né come mai la regina Jane fosse arrivata a ventotto anni ancora nubile. Nel suo caso dubito seriamente che i Seymour le abbiano mai lasciato possibilità di scelta. Grazie a lei ora loro sono gli zii del futuro re ed Edward Seymour è diventato conte di Hertford; presto sarà addirittura Lord Protettore. Per loro è stato decisamente un ottimo affare. La principessa di Clèves era il risultato di un malriuscito accordo politico, mentre la piccola Howard… pensate davvero che suo zio, il Giuda di Norfolk, le abbia lasciato parvenza di scelta? E sulla scia di queste cinque donne pensate che la vostra attuale moglie avrebbe rischiato il collo incorrendo nel vostro disappunto? Con voi che fino al giorno prima d’incontrarla sospettavate che il marito avesse appoggiato i ribelli del Pellegrinaggio di Grazia e pertanto deciso a togliergli ogni avere? Pensavate seriamente che Catherine Parr avrebbe rischiato di perdere l’onore di suo marito e l’eredità sua e dei figliastri rifiutandosi a voi? Pensate che le vostre ex amanti siano mai state messe in condizione di scegliere dalle loro rispettive famiglie? Enrico il potere fa gola a tutti. Specialmente quando arrivarci richiede la fatica ed il sacrificio di qualcun altro. Gli Howard ed i Seymour in questo hanno decisamente tanto da insegnare. Come hanno tanto da insegnare anche personaggi come Cranmer che è diventato il vostro arcivescovo di Canterbury. Il paladino della vostra riforma religiosa divenuto tale solo grazie ad Anna Bolena, pronto poi disconoscerla quando non gli è più convenuto, mentre ora è tutto miele con la regina Catherine.”

“Non è colpa mia se sono sempre stato circondato da bugiardi farabutti e donne che comunque sia, hanno tratto vantaggio dalla situazione.”

“Sarà, ma ci sono state delle persone sempre fedeli a loro stesse: il cardinale Fisher e Tommaso Moro, per esempio. Solo loro hanno avuto il coraggio di sfidarvi in prima persona e morire per ciò in cui credevano senza sfruttare la pelle di nessuno. Li avete decapitati poco dopo la nascita di Elisabetta, quando madama Pembroke era la vostra regina. Questo perché non volevano riconoscervi come capo della chiesa inglese al posto del sacro pontefice e non volevano disconoscere Maria al posto di Elisabetta. Non potete dire che avete conosciuto solo bugiardi, Enrico. Siete voi ad aver lasciato in vita solo i bugiardi. Come sempre voi avete messo tutti quanti solo nella condizione di mentirvi.”

“Will non puoi riversare tutta la colpa su di me! Ti ho spiegato in quale stato terribile mi trovavo! Sono stati in tanti ad approfittarsene ed io sono sempre stato solo, con donne che non sono mai state veramente al mio fianco quali che fossero i loro veri motivi.”

“Forse non siete del tutto responsabile della condotta delle vostre donne, ma di sicuro lo siete per quanto concerne le vostre figlie. Avete dato alle principesse il peggior esempio possibile e Dio non voglia mai che un giorno la vostra Maria non si ritrovi accanto un uomo che l’allontani e la isoli solo perché colpevole di essere diventata vecchia o di non poter generare un figlio. Così come spero che la vostra Elisabetta non finisca con uomini già sposati disposti alle azioni più aberranti pur di averla e sfruttare così il suo lignaggio reale. Spero seriamente che in questo voi non farete mai loro da esempio.”

“Non accadrà perché Edoardo sarà il re.”

“Come doveva esserlo vostro fratello Arturo, come doveva esserlo il figlio di Riccardo III o vostro zio re Edoardo V senza contare Edward di Warwick o Perkin Warbeck il pretendente che sosteneva di essere l’altro vostro zio Riccardo duca di York.”

“Stai per caso augurando il male a mio figlio Will?!”

“Assolutamente no! Io adoro tutti i vostri figli quantomeno per la terribile infanzia che hanno avuto. Auguro loro il migliore destino possibile anche se non ho mai adorato le loro rispettive madri, specialmente madama Pembroke.”

“È vero. Poco dopo la nascita di Elisabetta minacciai di farti decapitare se anche solo per scherzo avessi accettato la sfida di Nicholas Carew e chiamato Anna un’arrampicatrice ed Elisabetta una bastarda. È stata l’unica volta che ti ho dovuto spaventare, perché sapevo che l’avresti fatto.”

“Ed io per mera prudenza mi sono trattenuto. All’epoca avevo una visione delle cose un po' ‘offuscata’ ma ammetto ancora oggi di considerare Elisabetta meno ‘reale’ degli altri due vostri figli. Ma in ogni caso la considero la mia principessa subito dopo Maria.”

“Certo. L’ho scritto anch’io nel testamento: prima Edoardo, poi Maria ed infine Elisabetta. Poi gli eredi di mia sorella Maria e a seguire, quelli di mia sorella Margherita.”

“La regina vedova di Scozia. La vostra sorella ribelle. Ci siamo soffermati a parlare di Maria e non avete accennato niente su di lei. Eppure è morta appena sei anni fa. Tra tutti i figli di vostro padre, siete stati quelli che hanno resistito di più.”

“Anche se il mio rapporto con Margherita non è mai stato idilliaco, sono sempre stato molto fiero di lei. Era la più simile a me, con quella sua forza, quel suo vigore fisico, quella sua capacità di sapersi adattare ad ogni avversità per trarre il meglio da ogni situazione.”

“Non mi siete mai sembrato così orgoglioso di vostra sorella maggiore. È la prima volta che vi sento parlarne bene.”

“Per volere di mio padre è andata a vivere in Scozia a quattordici anni per sposare re Giacomo IV. Io ho trascorso quasi tutta la mia vita con mia sorella Maria. Questo, oltre al carattere troppo simile, ci ha sempre divisi. L’ultima volta che l’ho vista di persona, aveva ventisei anni ed era appena fuggita dalla Scozia con il suo secondo marito, il conte di Angus. Gli scozzesi l’avevano scacciata perché si era sposata con Archibold Douglas senza ottenere il permesso del consiglio dei nobili. E loro lo odiavano. Quando è arrivata era anche incinta di mia nipote Margaret che infatti è nata qui ed è sempre vissuta qui sotto la mia protezione.”

“Neppure con questa nipote avete mai avuto un rapporto felice.”

“Ho cresciuto io Margaret. Quando Margherita è tornata in Scozia, lei ed il marito hanno subito smesso di andare d’accordo. Alla fine lei l’ha cacciato dalla Scozia nonostante io abbia cercato in ogni modo di farli riappacificare. Erano marito e moglie Will! Lei non poteva buttarlo fuori da casa sua e dal suo regno. Ma lei grazie all’alleanza francese fornitale dal duca d’Albany, ha fatto annullare il suo matrimonio e si è presa un nuovo marito. A quel punto Douglas è venuto qui con la figlia. Ed io in quanto suo zio me ne sono sempre occupato. Ma purtroppo è figlia di uno scozzese e di Margherita. Che potevo aspettarmi? Prima ha cercato di sposare di nascosto Thomas Howard, il fratellastro del duca di Norfolk. All’epoca io ero legato ad Anna e mia nipote si era approfittata della situazione per sposare chi voleva lei. Non conosceva gli Howard, non sapeva che famiglia ambiziosa ed intrigante fossero. Io stesso ne ho pagato le conseguenze. Poi ci ha riprovato: quando ero maritato con la Howard, lei si è sposata di nascosto con il fratello, Edmund Howard. Sono dovuto intervenire per far annullare anche queste nozze. Lei mi ha odiato per tutta la vita, almeno fino a quando non l’ho sistemata con Matthew Stuart, il conte di Lennox. La sua famiglia è sempre stata un’alleata del clan dei Douglas. Sono una bella coppia e Margaret dovrebbe solo ringraziarmi per averla sottratta agli Howard. Ad ogni modo ho potuto salvare mia nipote. Ma non certo mia sorella che ha sempre preso decisioni ancora più azzardate.”

“Anche lei come voi ha cercato di far annullare il suo matrimonio.”

“La differenza tra me e lei stava nel fatto che il suo secondo marito non era parente dell’uomo più potente d’Europa. Per questo il Papa le ha concesso la dispensa per sposare quella piaga del suo terzo marito, mentre invece io ho dovuto lottare per far invalidare il mio matrimonio.”

“In comune avete anche le unioni parecchio sfortunate.”

“Già dal suo arrivo in Scozia aveva cominciato a frignare per le amanti ed i bastardi di suo marito ma non aveva potuto farci nulla. Lui era re. Perciò alla fine si era adattata.”

“Ricordo che anche lei come la principessa vedova aveva perso molti figli, e vostra sorella Maria ne ha persi due su quattro, entrambi maschi. Siete sempre convinto che le vostre mogli fossero il vostro principale problema?”

“Brandon era un peccatore e mi dispiace che il suo peccato alla lunga sia ricaduto sui miei poveri nipoti, nati entrambi vivi e sani. Margherita invece, ha avuto sei gravidanze, come Caterina. Ma a differenza sua, i suoi bambini nascevano vivi, solo che poi morivano in tenera età tranne mio nipote Giacomo. Sicuramente la colpa è stata del clima scozzese.”

“Il clima scozzese certo ...”

“Sì perché dopo la morte di re Giacomo, mia sorella ha sposato per sua scelta e senza la mia approvazione, Archibold Douglas, come ho già detto. La loro figlia è nata qui e Margaret come sai, è perfettamente sana. Poi sempre come ho già detto, mia sorella è tornata in Scozia ed è entrata in rotta col marito quando ha scoperto che aveva una relazione parallela con Jane Stewart. A quel punto aveva voluto l’annullamento, come se avere un’amante fosse una cosa degna di tale decisione. Anche se lei fu abbastanza astuta a farlo annullare in base al presupposto che dopo la battaglia di Flodden il cadavere del suo primo marito non fu mai trovato, quindi tecnicamente Giacomo poteva essere ancora vivo e lei non libera di sposarsi.”

“Credevo che avesse fatto annullare il matrimonio accusando il marito di bigamia. Il conte di Angus chiamava Jane Stewart ‘moglie’ e pare che lei fosse la sua legittima consorte. Solo dopo pare abbia sposato contemporaneamente vostra sorella.”

“A maggior ragione Margherita è stata stupida ed ottusa. Si è fatta ingannare dal primo cicisbeo che le ha fatto due moine. Questo perché lei era la regina reggente di Scozia e la madre del re.”

“Così parla chi sostiene di essere stato imbrogliato da: un’astuta e peccaminosa vedova di ventitré anni, da una strega figlia di un amministratore, da una puttanella ignorante di diciassette anni ad infine dal suo Lord Cancelliere presumibilmente eretico, che gli ha rifilato una moglie inguardabile solo per fare i suoi interessi politici.”

“Margherita poteva chiedere il mio consiglio ed invece ha fatto di testa sua.”

“E voi a chi avete chiesto consiglio mentre correvate dietro alle vostre future mogli? So che Caterina d’Aragona non piacesse affatto né a vostra nonna né a vostro padre. Infatti l’avete sposata dopo la morte di quest’ultimo. Poi … a chi altri avete chiesto consiglio? A vostra sorella maggiore che vi diceva di restare con la principessa vedova, a vostra sorella minore che vi diceva praticamente la stessa cosa oppure all’intero vostro Paese che vi urlava altrettanto nelle pubbliche piazze?”

“Basta Will!”

“Vostra sorella ha compreso il suo errore ed ha cercato di rimediare. Come avete fatto voi.”

“Facendo peggio. Si è innamorata di un ventottenne, molto più giovane di lei che l’ha trattata ancora peggio di Angus. Prima la picchiava, poi semplicemente l’ha abbandonata al suo destino. Lo sai che mia sorella dopo ha provato a chiedere a sua Santità l’annullamento dell’annullamento per tornare con il secondo marito?”

“Sì è un fatto ormai noto. Ma lei non ha potuto creare una nuova chiesa in Scozia per scegliersi il quarto marito. Persino suo figlio dopo la sua separazione da Lord Methven non le ha più voluto dare retta.”

“Tra tutti i miei nipoti, Giacomo è l’unico che non ho mai sopportato. Mio padre ha voluto maritare Margherita con il re di Scozia sempre in prospettiva di una fusione tra le nostre due corone, cosa che io francamente non mi auspico affatto. Gli scozzesi sono infingardi e traditori per natura e mio nipote era come suo padre. Quando sono partito per la prima volta in guerra contro la Francia ed ho lasciato Caterina come reggente, mio cognato ci ha invaso pensando di vincere facilmente contro di lei. Invece Caterina l’ha distrutto e mi ha pure mandato in Francia il suo vessillo insanguinato come trofeo. Mi è dispiaciuto per la vedovanza di mia sorella ma suo marito era un vero infame. Esattamente come suo figlio che ha preferito allearsi con i francesi piuttosto che con suo zio. Ha rinnegato più volte il suo sangue inglese, il suo essere per metà un Tudor. Mai stato così felice di non avergli concesso Maria in sposa.”

“Vostro nipote ha sempre lamentato che durante la sua travagliatissima infanzia, avete fatto ben poco per aiutare lui e la madre.”

“Margherita ci pensava da sola a mettersi nei guai e poi pretendeva che io intervenissi a sistemare i suoi cocci. Io in ogni caso ho sempre fatto prima gli interessi del mio Paese. Proprio come Margherita ad un certo punto pur di ottenere l’annullamento da Angus, ha fatto i suoi alleandosi con i francesi contro di me, visto che non l’appoggiavo. Quando ho sposato la Howard, ero pure andato al nord per incontrare mio nipote e lui per tutta risposta, non si è nemmeno presentato.”

“Sosteneva di avere paura di voi.”

“Paura di cosa? Che lo sequestrassi? Che lo imprigionassi nella Torre? Ma per favore! Volubile come i genitori doveva aver cambiato idea sulla nostra alleanza. Io comunque non mi ero mai arrabbiato così tanto in vita mia! Trattato così davanti a tutti! Ad opera del mio stesso nipote! A quel punto sorella o non sorella, la guerra Giacomo se l’è cercata.”

“La guerra è durata poco però.”

“È durata poco perché lui ha preso un’infezione ed è morto. E comunque quel codardo non ha mai partecipato agli scontri, in questo suo padre era decisamente migliore. Per rimediare al disastro, ho proposto un matrimonio fra l’unica figlia che ha lasciato, la regina Maria di Scozia ed il mio Edoardo. Così il sogno di mio padre si sarebbe egualmente realizzato.”

“Ma è andata male anche così.”

“Gli scozzesi sono infidi, lo sai. Quando ho saputo che stavano continuando ad intrattenere scambi commerciali con in francesi nonostante il nostro accordo lo vietasse, ho dovuto sequestrare i loro mercantili. E quei maledetti per tutta risposta, hanno mandato la mia pro nipote in Francia e l’hanno maritata al delfino Francesco. In cambio, il re di Francia ha mandato in Scozia una forza militare perpetua contro di me. Gentaccia, non c’è niente da fare. So che Margherita ha sempre fatto il possibile per mantenere l’alleanza fra loro e noi, come voleva nostro padre. Ma gli scozzesi sono e resteranno sempre sporca gentaglia. Ecco perché i suoi eredi potranno ereditare soltanto per ultimi. Dovevo scongiurare questa tremenda eventualità.”

“Curioso come fosse tremenda l’idea di far sposare vostra figlia Maria con vostro nipote Giacomo mentre le nozze fra Edoardo e la piccola Maria Stuarda invece sarebbero andate benissimo.”

“Io ho il dovere di preservare la stirpe di mio padre. Il mio erede deve essere un re inglese.”

“Un re Seymour più che altro.”

“Che vuoi dire?”

“Enrico, ormai avete a malapena il fiato per parlare. State lasciando dopo di voi un bambino di nove anni, perciò a governare al posto suo saranno gli zii ed uno dei due sposerà la vostra bella vedova, la donna la cui cieca fiducia nei suoi confronti vi ha spinto a nominarla reggente quando siete partito per assediare Boulogne. Avete nominato Lord Protettore Edward Seymour quindi di fatto lascerete lui come erede dopo di voi.”

“Non posso farci nulla se il mio ragazzo speciale è arrivato tanto tardi.”

“Ha l’età più per essere vostro nipote che vostro figlio. Spesso mi sono domandato come sarebbe andata se non vi foste tanto intestardito a volere un figlio maschio a tutti i costi. Potevate far sposare Maria, la figlia che vi era stata concessa quasi subito da Nostro Signore e forse oggi voi avreste un erede maschio, anzi addirittura più di uno. Solo che sarebbe stato un nipote amato e riverito anziché un figlio di cui non sapete nulla e che verrà pure allevato da altri.”

“Che vuoi dire che non so nulla di Edoardo?”

“Qual è il soprannome che vostro figlio ha dato alla regina Catherine? Qual è il suo cibo preferito? Sapete con cosa ama giocare? NO! E se vostra moglie ad un certo punto non avesse insistito per farlo venire a corte assieme alle sorelle, voi non sapreste neanche che aspetto ha il vostro ‘ragazzo speciale’.”

“Ho solo cercato di proteggerlo.”

“Avete sempre protetto solo sua grazia il principe di Galles. Non avete mai saputo né voluto sapere nulla di lui come non avete mai saputo niente neppure di sua madre. Nemmeno vi siete mai preoccupato di dirgli che tipo di donna fosse, visto che non lo sapete nemmeno voi. Lo avete generato e poi isolato.”

“Sto troppo male al ricordo. Sono certo che mia moglie gli avrà parlato di Jane anche per me.”

“La regina Catherine è stata una benedizione sia per la brillante reggenza appena citata, sia per i vostri figli, qualunque cosa pensiate sul suo futuro matrimonio con Thomas Seymour. Ha salvato i vostri figli, perché Dio lo sa Enrico, come padre siete stato un vero e proprio disastro. Se come marito avete delle leggerissime attenuanti, come genitore non ne avete affatto. Ma mi piace pensare che l’abbiate scelta d’istinto pensando a vostra madre.”

“Ancora con mia madre?!”

“La regina è alta, bella e bionda come lo era lei. L’avete scelta nella fase più debole della vostra esistenza, come quando eravate solo un bambino indifeso. La regina è di una dolcezza disarmante con i bambini, materna è l’appellativo che sicuramente la rispecchia di più. Ha allevato come propri i due figli del suo secondo marito ed ora anche i vostri tre figli. Meriterebbe senza dubbio di avere dei figli tutti suoi, nonostante la pira dell’eresia fosse già pronta per lei.”

“Will la cosa si è felicemente risolta.”

“Non certo per merito vostro.”

“Senti che cosa avrei dovuto pensare? Le avevo concesso ogni cosa, l’avevo nominata reggente, poteva scrivere opere sue, teneva quel suo salotto di discussione dove le permettevo di parlare di religione con altre dame, le ho permesso di studiare il greco con le mie figlie. Quando il vescovo Gardiner ed il duca di Norfolk sono venuti a riferirmi che nei suoi appartamenti aveva ospitato la predicatrice Anne Askew non ci ho visto più. Will ti rendi conto?! Una riformata! Una donna che ha autoannullato il proprio matrimonio basandosi sul fatto che lei seguiva la vera fede mentre suo marito era un papista! Una donna che incitava le altre a fare quello che volevano! Inoltre mia moglie ultimamente troppo spesso mi rispondeva e troppo spesso mi aveva messo in discussione. Voleva discutere con me che vedo le cose quasi come Dio stesso! Per questo ho creduto che si stesse abbandonando all’eresia.”

“Il problema della vostra riforma religiosa è che è chiara soltanto a voi. Perché il resto del vostro popolo è soltanto confuso. Avete cancellato la vecchia religione ma non avete nemmeno permesso che progredisse la nuova fede. Siete un vero mistero per tutti ormai, tra papisti e riformisti.”

“Ma cosa c’è da comprendere della mia riforma? Ho liberato gli inglesi dal giogo papale, ho permesso che il denaro inglese rimanesse in terra inglese, ma ciò che i riformati non hanno compreso, è che non ho alcuna intenzione di annullare le verità di fede che restano indiscutibili ed inalienabili. Diverse volte ho tentato di dare al popolo la Bibbia tradotta nella nostra lingua, ma solo affinché potessero leggere la parola di Dio con i loro occhi, senza ripetere stupide litanìe latine senza senso. Ma quando ho cominciato a vedere che la gente la usava per interpretarla a proprio piacimento esattamente come fatto inizialmente in Germania, ho dovuto ritirarla. Solo io ed il clero possiamo comprendere la Bibbia perché Dio da sempre, ci ha posto sopra il popolo per comprendere prima ed imporre poi. È nell’ordine naturale delle cose. Invece hanno cominciato letteralmente ad inventarsi le loro regole, le loro verità. Per questo ho dovuto far capire a tutti che solo e soltanto io in Inghilterra conosco la verità di fede. E dopo di me gli ecclesiastici che la studiano. ‘In medio stat virtus’ giusto? Ed è questo che sto cercando ed ho sempre cercato di fare: impedire al mio Paese di scivolare nell’estremismo papista e nell’eresia dei riformati. Mia moglie però appoggiando e permettendo ad un’eretica come Anne Askew di parlare ad altre donne, mi ha fatto capire di essere d’idee eretiche non molto diverse dai folli tedeschi.”  

“E perciò avete firmato la sua condanna a morte sul rogo.”

“Questo sinceramente non me lo ricordo.”

“L’avete fatto eccome. Purtroppo ultimamente vi dimenticate spesso parecchie cose. Compreso il terzo uxoricidio che vi avrebbe consolidato per sempre nella storia. Perciò quando le guardie sono venute ad arrestare la regina, lei ha potuto spiegarsi e chiarire come abbia discusso con voi solo per alleviare il vostro dolore cronico alla gamba e anche di come Anne Askew fosse venuta una volta sola e mai più reinvitata. E grazie a questo, oggi siamo qui a dire che la cosa si è ‘felicemente risolta’.”

“Will ho avuto cinque mogli e mi hanno deluso tutte. Perciò immagino di non essere rimasto troppo sorpreso quando anche la sesta si stava rivelando pericolosa.”

“E secondo voi una delusione vale un omicidio? Enrico nella vostra vita avete decretato diverse condanne a morte con una leggerezza impressionante e non voglio pensare che forse avreste fatto lo stesso anche con vostra figlia Maria, qualora si fosse ostinata a prendere le parti di sua madre anche dopo la sua dipartita. Ora che ci penso … Enrico ma voi avete mai visto qualcuno morire?!”

“Personalmente intendi?”

“Sì una persona che è morta dinanzi a voi! Che se ne è andata davanti ai vostri occhi!”

“Solo mio padre. Sono arrivato da lui un attimo prima che spirasse. Era stato Wolsey, all’epoca suo elemosiniere, a mandarmi a chiamare.”

“Nessun’altro? Neanche in guerra?!”

“No. In guerra ero ai posti di comando, non partecipavo direttamente alle battaglie.”

“E come vi siete sentito vedendo vostro padre?”

“Pe me fu destabilizzante. Non avevo mai pensato che mio padre potesse morire, che la morte potesse colpire i re, come mai l’avrei immaginato con mia madre, sparita nel nulla e morta lontana da me.”

“Vostro padre morendo vi ha deluso perché vi ha dimostrato di non essere infallibile e sono stati altri a mandarvi a chiamare prima del suo decesso, perché lui non era nemmeno cosciente. Altrimenti nemmeno vi avrebbe considerato. Vostra madre morendo vi ha deluso perché non vi ha mai cercato né ha scritto due righe. Avete associato la morte alla delusione e le persone che vi hanno procurato questo dolore le avete allontanate qualora non fosse possibile eliminarle fisicamente. Ed anche dopo la loro morte, ne avete distrutto persino il ricordo come fatto con Anna Bolena, Henry Fitzroy e la piccola Howard. Ancora adesso non riuscite ad accettare la vostra morte perché deludereste l’idea che avete sempre voluto dare di voi stesso. Avete sempre cercato di essere eterno, pur sapendo perfettamente di non esserlo. Avete isolato o condannato le vostre mogli ogni qualvolta vi hanno deluso. Avete lasciato sole le vostre sorelle quando non vi hanno appoggiato. Siccome vostra nonna vi dominava l’avete lasciata sola, come avete chiuso i rapporti da un giorno all’altro con Wolsey e Cromwell appena si sono rivelati non all’altezza delle vostre aspettative. Avete cresciuto i vostri figli in perfetto isolamento perché la prima è figlia di una donna sterile, il secondo era figlio di un’amante senza lignaggio, la terza è figlia di una donna che vi è costata più di quanto vi abbia mai dato ed il quarto è figlio di una donna che è morta non potendovi dare ancora di più. Enrico, la vostra è una mente da sempre avvelenata da un dolore che non avete mai risolto; un male la cui tossina con gli anni ha fatto sempre più effetto fino a destabilizzarvi completamente, fino a farvi perdere il rispetto per la vita degli altri.”

“Che cosa vuoi che dica Will.”

“Quello che sentite in questo momento. Ora che qualcuno ha avuto il coraggio di dirvi la verità per quanto amara, dolorosa ed insopportabile sia; e questa volta non potete scappare, non potete sparire, non potete nemmeno eliminare chi vi mette di fronte al problema e vi costringe ad affrontarlo. Ogni persona che avete incontrato nella vostra vita aveva il preciso scopo di mettervi di fronte ai vostri limiti e stava a voi affrontarli uscendone migliore o peggiore. Voi cosa pensate di aver fatto?”

“Penso di aver fatto la storia Will; ho superato mio nonno ed il mio stesso padre. Ossia ciò che un re dovrebbe effettivamente fare.”

“Nonostante la lunghissima scia di sangue innocente che porterete con voi nell’altro mondo e di cui dovrete rendere conto a Nostro Signore?”

“Sì. Nonostante la scia di sangue, il destino di un re non è equiparabile a quello degli altri mortali. Egli è un qualcosa di più simile ad un eroe di un mito greco e pertanto unico nella sua infinita solitudine. Il mondo non può e non potrà mai capire, come del resto non puoi capire neppure tu. Ma un giorno, i miei figli tutto questo lo comprenderanno. Proprio come io ho dovuto impararlo dopo la morte dei miei genitori.”

“Dio non voglia che anche loro siano ossessionati dall’essere alla vostra altezza, esattamente come avete sempre vissuto ed agito voi pensando ai vostri genitori.”

“Dio non voglia. Ma ripeto, è il destino dei re. Ed un giorno, loro malgrado, lo scopriranno.”

“Enrico?”

“Sì?”

“Guardate. Il sole sta sorgendo. Sta facendo luccicare tutto il ghiaccio sui tetti e nelle strade. La città sembra piena di diamanti splendenti.”

“La mia ultima alba inglese. L’Inghilterra, la mia terra, il mio Paese, il mio gioiello più prezioso che mi è costato il sacrificio di una vita intera; ma che grazie a Dio, è sempre valso ogni mio sforzo. Credo che me la godrò tutta.”

“Come vi sentite ora Enrico?”

 (Enrico VIII rivolto verso la finestra mentre osserva l’alba)

“Come un uomo libero da un peso. Sento che la mia mente è libera ed i miei pensieri sono sgombri. Ho finalmente ben chiaro per chi e per cosa chiedere perdono. Avevi ragione Will, ora sono pronto per il cappellano confessore. Ora devo occuparmi della mia anima. Vai pure a chiamarlo.”

“Enrico voglio che sappiate che al di là delle cose che sono state dette in queste ore, per me è stato un vero onore servirvi, nel bene e nel male. Ancor di più perché è stato dall’inizio alla fine.”

“Lo so Will. Veglierai anche sui miei figli?”

“Voi sarete per sempre il mio re; tuttavia resterò finché non ci sarà più bisogno di me. Questo posso giurarvelo.”

Will Somers si appresta ad uscire e mentre sta aprendo la porta della camera:

“Will?”

“Sì mio re?”

“Grazie.”

 

 Note dell’autrice:

 Will Somers, (o Will Sommers) mantenne la parola data al suo re fino alla fine.

Dopo la morte di Enrico rimase a corte come buffone del piccolo re Edoardo VI, fino alla sua prematura scomparsa, avvenuta il 6 Luglio del 1553. Mancavano circa quattro mesi al suo sedicesimo compleanno, ed esattamente come il fratellastro illegittimo Henry Fitzroy ed il nonno Enrico VII, questi finì ucciso da una malattia polmonare. Probabilmente tubercolosi.

Il suo regno fu molto breve e di fatto non fu mai lui a governare direttamente. I suoi zii Thomas Seymour prima, ed Edward Seymour dopo, tentarono a fasi alterne d’imporsi sulla sua persona. Thomas Seymour in particolare, dopo la morte della moglie Catherine Parr (sposata circa quattro mesi dopo la morte di Enrico) causata dalla setticemia, aveva tentato di detronizzare il nipote cercando di sposare la giovane principessa Elisabetta.

Edoardo pertanto istigato da John Dudley conte di Warwick e poi duca del Northumberland (un lord del consiglio di reggenza istituito da Enrico), fece condannare a morte entrambi gli zii consegnando quindi la reggenza al duca.

Tuttavia suddetta reggenza durò molto poco, data la malattia che da lì a poco avrebbe ucciso il giovanissimo sovrano. Lord Dudley prima della sua morte, convinse Edoardo a nominare come erede la pro cugina lady Jane Grey. Questa era la figlia maggiore della cugina Frances Brandon, a sua volta nata dal matrimonio fra la sorella minore di Enrico, la principessa Maria Tudor, con Charles Brandon duca di Suffolk.

Edoardo era stato allevato alla fede riformata ed era ben deciso a completare la fase protestante che Enrico non aveva mai voluto ultimare. Da qui la decisione di privilegiare la cuginetta Jane Grey al posto della sorellastra papista Maria. La scelta non poté ricadere direttamente su Elisabetta in quanto Edoardo aveva diseredato Maria basandosi sulla sua presunta illegittimità. In virtù di questo, i natali della figlia di Anna Bolena erano ancora più dubbi.

Tuttavia il regno di Jane Grey durò appena nove giorni in quanto grazie al sostegno popolare, Maria riuscì a riprendersi il trono. Jane Grey sarebbe stata deposta e successivamente decapitata.

Will Somers rimase a corte anche durante il regno di Maria, specialmente come sostegno a Jane Foole, la giullare della nuova regina.

Tuttavia anche il regno di Maria I d’Inghilterra durò molto poco. Dopo meno di due anni, contro l’opinione pubblica, questa sposò re Filippo II di Spagna, il figlio di suo cugino l’imperatore Carlo V.

L’unione si rivelò da subito impopolare in quanto riportò il cattolicesimo e la santa inquisizione in terra inglese. Dopo un breve periodo di tolleranza, Maria si convinse di non essere riuscita ad avere un erede (ebbe solo una falsa gravidanza) per colpa della sua tolleranza verso gli eretici. A quel punto iniziarono le famose persecuzioni mariane a danno dei riformati che l’avrebbero per sempre consacrata alla storia come “Bloody Mary”.

Maria morirà a quasi quarantatré anni, il 17 Novembre del 1558, uccisa da un cancro uterino inizialmente scambiato per una nuova gravidanza.

Seguendo la volontà di suo padre, nominò come erede la sorellastra protestante Elisabetta con la promessa che questa avrebbe mantenuto l’Inghilterra nella fede cattolica.

Elisabetta non mantenne la parola data e scelse una politica personale protestante, ma comunque profondamente incentrata sulla tolleranza religiosa, riuscendo così a superare nei suoi quarantacinque anni di regno, l’ambiguità creatasi durante il regno del padre, e portando così l’Inghilterra verso l’età dell’oro elisabettiana che tutti noi ben conosciamo.

Will Somers resterà a corte fino al 15 Gennaio del 1559, giorno in cui assistette all’incoronazione di Elisabetta che sarebbe stata il suo ultimo evento pubblico. Dopodiché l’arguto buffone di re Enrico sarebbe andato in ‘pensione’. Chissà forse perché consapevole di come di fatto non ci fosse più bisogno di lui.

I regni di Edoardo e Maria furono troppo ancorati alla profonda incertezza ed alla pesante eredità lasciata da Enrico; Edoardo era solo un bambino mentre Maria purtroppo si rivelò profondamente incapace di liberarsi dai fantasmi del passato che le avevano distrutto l’esistenza.

Elisabetta invece, la figlia di Anna Bolena, sia pur con molta fatica ed il sostegno dei giusti consiglieri, tra cui lo straordinario William Cecil, sarebbe riuscita dove loro avevano fallito: ossia consolidare definitivamente la dinastia Tudor ed il potere monarchico nei secoli a venire.

Will Somers morì il 15 Giugno del 1560 mentre Elisabetta sarebbe deceduta il 24 Marzo del 1603. Non si sposò mai pertanto ad ereditare il trono sarebbe stato re Giacomo VI Stuart di Scozia, discendente della sorella maggiore di Enrico, la principessa Margherita Tudor, attraverso entrambi i genitori.

Alla fine quindi, il trono d’Inghilterra andò ai discendenti stranieri della sorella degenere. L’attuale famiglia reale inglese, discende da entrambe le sorelle di Enrico, ma soprattutto da Margherita Tudor.

Pertanto dire che è proprio vero che la loro maggiore fortuna, i Tudor la dovettero principalmente alle loro donne. 

 Bibliografia:

P. Bravo, Enrico VII. L’alba della dinastia Tudor in Inghilterra, Collezione Oxenford, Firenze Atheneum, 2009.

C. Erickson, Elisabetta I. La vergine regina, traduzione di Cristina Saracchi, Collezione Le Scie, Milano, Mondadori, 1999.

C. Erickson, Il grande Enrico. La stravagante vita di Enrico VIII, Re d’Inghilterra, traduzione di M. Buzzi, Collana Nuova Biblioteca Storica n.32, Milano, Sugarco, 1982. – Collezione Le Scie, Milano, Mondadori, 2002.

C. Erickson, Maria la sanguinaria. Miserie e grandezze alla corte dei Tudor. Milano, Mondadori, 2002.

C. Erickson, Anna Bolena, Milano, Mondadori, 2005.

A. Fraser, Le sei mogli di Enrico VIII, Collezione Le Scie, Milano, Mondadori, 1993.

A. Fraser, Maria Stuart - La tragedia di una regina, Milano, Mondadori, 1996.

C.H. Williams, Inghilterra: i re della casa di York, 1461-1485, cap. XIV, vol. VII: L’autunno del Medioevo e la nascita del mondo moderno, in: Storia del mondo medievale, pp. 509-545, 1999.

S. Zweig, Vita di Maria Stuarda: la rivale di Elisabetta I d’Inghilterra, Milano, Bompiani, 2001.

 

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