Il lord maledetto
Il
lord maledetto
Regno
d’Inghilterra, castello di Wallingford anno 1428
In una piccola saletta dai colori scuri ed interamente drappeggiata da velluti rossi, due uomini bardati con stoffe preziose e dall’espressione altera, sembrano attendere relativamente impazienti il palesarsi di qualcuno, il quale ci si aspetta dovrebbe comparire all’ingresso della sala, ivi situata nella parte attigua all’anticamera del castello.
Uno di loro nonostante i preziosi abiti in velluto,
indossa comunque la corazza in ferro pesante, la quale gli ricopre interamente
il busto, ed inoltre, porta sottobraccio il proprio elmo da combattimento.
Questi è decisamente il più impaziente e non fa altro che camminare
nervosamente lungo tutto il pavimento della stanza, salvo soffermarsi ogni
tanto a lanciare torve occhiate al rilassatissimo fratello minore, il quale
invece, ha un atteggiamento decisamente meno agitato.
Giovanni Plantageneto di Lancaster, duca di Bedford, a
quel punto di fronte alle continue occhiatacce deliberatamente ignorate,
procede instancabile la propria marcia personale all’interno del salotto,
soffermandosi nervosamente a fissare qualcuno degli arazzi appesi sui muri ma
senza prestarvi particolare attenzione. Humprey Plantageneto di Lancaster, duca
di Gloucester, invece è serenamente appoggiato con le spalle lungo il muro e
con gli occhi chiusi e le braccia conserte, mantiene un atteggiamento
disinteressato al nervosismo palesato dal fratello maggiore. Ogni tanto apre
gli occhi, poi velocemente li richiude, ma non senza lasciarsi sfuggire un
ghigno di sadico divertimento ai danni dell’altro.
“Non
credo che camminando più velocemente arriverà prima, fratello.”
“Non
capisco perché ci metta così tanto. Anna non impiega mai tutto questo tempo
quando deve prepararsi ad accogliere un ospite.”
“Perché
tua moglie è una brava donna borgognona che ha sposato un lord inglese. Sa bene
come comportarsi per non far attendere un ospite in visita. Non dimenticare che
questa invece è una francese, una principessa francese e come tale impossibile
da cambiare. Senza contare che per cultura chissà quali trucchi e belletti è
abituata a mettersi per apparire presentabile. Potremmo stare qui anche molte
ore, quindi ti consiglio di accomodarti e portare pazienza. Caterina è stata
regina d’Inghilterra per un periodo di tempo sufficiente da abituarsi a non
avere mai premura per nessuno.”
“Sono
sei anni che non è più la regina d’Inghilterra. Avresti dovuto farle capire dal
primo giorno che dopo la morte di Enrico, non avrebbe più potuto pensare di
vivere e comportarsi come faceva prima.”
“Calmati,
Giovanni. Caterina non ha mai dato veri problemi, devi riconoscerlo. Inoltre,
anche se non è più la regina consorte, è ancora la regina madre e se volesse,
potrebbe reclamare la reggenza per sé stessa. Invece dopo la morte di Enrico,
ha accettato di farsi da parte, cederci il protettorato su nostro nipote e si è
ritirata qui di buon ordine e senza fare tante storie. Non è il caso d’indisporla
al punto da farle venire idee strane. Sono altri il problema e tu lo sai bene.
Siamo qui per questo.”
“Quando
si tratta di capire le donne, sei sempre un maestro fratellino, mi tocca
riconoscertelo.”
“Perché
ho imparato a conoscere tutte le sciocchezze che amano sentirsi dire. So sempre
cosa pensano e cosa posso aspettarmi da loro. Ormai sono tutte un libro aperto
per me. Ad ognuno i suoi talenti Giovanni: a te Iddio ha dato il talento con la
spada, a me ha dato quello per le chiacchiere. Quando arriverà, lascia parlare
me; so come indurla a fare come vogliamo noi, tu limitati ad assecondarmi.”
“Non
prendo ordini da mio fratello minore.”
“Ti
ritroverai a prenderli dalla regina reggente francese se non lo fai. Io fossi
in te ci penserei molto bene. Anni fa l’ho convinta a farsi da parte del tutto,
tanto che non ha mai voluto avere niente a che fare con il figlio. Grazie a
questo, abbiamo cresciuto nostro nipote come volevamo noi e ne stiamo facendo
un vero re per l’Inghilterra.”
“Il
piccolo Enrico non è come suo padre purtroppo. Ha una natura completamente
diversa. Erano mesi che non lo vedevo e confesso che quando sono tornato dalla
Francia sono rimasto scioccato. Mi aspettavo un giovane uomo in essere, vispo,
brillante, arguto, carismatico. Un Lancaster in erba insomma.”
“Io
ho fatto del mio meglio fratello, ma quel bambino è pur sempre nipote di Carlo
il pazzo non te lo scordare. E purtroppo per noi, si vede in tutto e per tutto
come sia nipote del re di Francia. Sto cercando di migliorarlo, ma è dura. È
come cercare di plasmare del ghiaccio che si scioglie.”
“Lo
so, ma non devi mai smettere di provarci Humprey. Cambierà prima o poi.
Crescerà. Lui è il figlio di Enrico V d’Inghilterra, l’eroe di Azincourt, il
principe che ha sconfitto Owen Glendower. È suo figlio, l’unico figlio che ci
ha lasciato. Nemmeno questo può cambiare, nemmeno per il nipote di Carlo il
pazzo. Quel bambino è un Lancaster come noi e noi faremo in modo che prima o
poi lo diventi. Nostro fratello avrebbe voluto questo ed io farò di tutto per
mantenere l’eredità che gli ha lasciato per il giorno in cui finalmente sarà un
re degno di questo nome.”
“Certo
… naturalmente.”
“Adesso
è un bambino molto debole, timoroso, pavido come una femmina ma non è solo
colpa sua. Il prozio Beaufort non avrebbe dovuto avere tutto questo potere
sulla sua educazione. Lo sta influenzando troppo con gli insegnamenti biblici.
Stiamo crescendo un re, non un figlio cadetto destinato a diventare un chierico.”
“Ed
infatti siamo qui esattamente per questo motivo: il problema che i Beaufort
sono stati e che stanno pericolosamente diventando. Tu sei sempre in guerra
Giovanni e lo capisco; ma io qui non posso avere tutti contro. Servono soldi e
tanti, per mantenere le nostre terre in Francia; sono io che devo convincere
ogni giorno i nobili del consiglio che vale la pena andare costantemente in
perdita e sempre io devo cercare di proteggere il trono per un nipote che è
ancora lontanissimo dall’essere funzionale al suo dovere. I Beaufort stanno
diventando pericolosamente potenti e non possiamo permettere che avanzino
ancora di più sfruttando Caterina.”
“Nostro
padre non avrebbe mai dovuto riconoscerli come fratellastri. Erano nati
bastardi dannazione, e tali sarebbero dovuti rimanere. Adesso ne paghiamo tutti
le conseguenze.”
“Lo
sai com’era fatto nostro padre. Ha ottenuto il trono grazie a tutti gli alleati
ed i nobili che è riuscito ad accontentare. La sua forza è sempre stata quella;
mostrarsi come il re prodigo che Riccardo non aveva mai voluto essere. Ha
sempre accontentato tutti, era questa il segreto dietro la sua corona. Quando
ha riconosciuto i figli nati dal terzo matrimonio del padre, ha pensato di aver
guadagnato altri alleati per rendersi più sicuro. Inoltre, grazie al giuramento
che gli aveva fatto fare per riconoscerli, sapeva che i Beaufort non potevano più
accampare diritti sulla successione.”
“Il
fatto che abbiano giurato non vuol dire che abbiano veramente rinunciato.”
“Ovviamente
no, ma al tempo nostro padre non poteva immaginare la piega che avrebbero preso
gli eventi. Era padre di quattro figli maschi, forti e sani. Non pensava che
Tommaso sarebbe morto in guerra senza aver avuto prole, che il suo erede Enrico
sarebbe morto lasciando un solo figlio, che tu non avresti avuto figli con Anna
e che … “
“E
che nemmeno tu ne avresti avuti con Jaqueline. Sei sempre deciso per
l’annullamento del vostro matrimonio vero?”
“Assolutamente.
Dopo quel nostro figlio nato morto, il vuoto assoluto. Basta. Ho il diritto di
avere un erede e lei lo sa meglio di me. Si rifarà una vita con qualcun altro.
Troverà un altro marito interessato a lei.”
“Alla
sua eredità più che altro. Esattamente ciò che anni addietro aveva attratto te,
costringendomi poi a sposare Anna. Col tuo matrimonio, il duca di Borgogna ha
perso le terre che voleva sottrarre a Jaqueline e io per cercare di mantenere
il nostro alleato più prezioso, mi sono proposto di sposare la sorella del
duca.”
“Non
ti ho mai sentito lamentarti, fratello. E comunque hai fatto tutto da solo. Non
ti ho mai chiesto di sacrificarti per aiutarmi.”
“Sono
un fratello maggiore. Sacrificarmi mi viene naturale. Comunque no, sono felice
con Anna, mi è andata davvero bene. Anche se non abbiamo avuto figli. Evidentemente
Dio vuole così.”
“Io
invece i figli li voglio e sono ancora troppo giovane per arrendermi. Eleanor
mi ha già dato una figlia, dopo l’annullamento ed una volta sposati, avremo
sicuramente un maschio ne sono sicuro. E comunque al di là di tutto, non è
giusto che il piccolo Enrico porti da solo sulle spalle il peso dell’eredità
della corona. Ha bisogno di parenti diretti con cui condividere questo fardello
ma soprattutto sta a noi impedire che i nostri cari cugini Beaufort non si
trasformino da preziosi alleati a rivali per un trono che assolutamente non gli
spetta.”
“I
figli di una cameriera che salgono sul trono d’Inghilterra. Non voglio nemmeno
pensarci. Quindi sei certo delle loro intenzioni?”
“Non
ti avrei richiamato qui dalla Francia altrimenti. Nostro cugino Edmund Beaufort
vuole sposare Caterina e spingerla a richiedere la reggenza per conto del
figlio. In questo modo Beaufort diventa patrigno del re e ci estromette del
tutto. Poi vedrai che fra qualche tempo … insomma … Enrico ha sei anni e non è
esattamente il ritratto della vitalità. Un incidente può sempre capitare.”
“Dio
non voglia, maledetto. Dovrà passare sul mio cadavere. Dovrà uccidermi prima di
mettere le mani addosso a mio nipote e alla sua eredità. Lurido maledetto figlio
di un bastardo.”
“In
quanto fratello vivente più anziano, il titolo ufficiale di Lord Protettore
d’Inghilterra è tuo. Si trattava di una questione che avrei potuto risolvere tranquillamente
anche da solo, ma non senza il tuo avallo ufficiale. Per questo ho dovuto richiamarti
dalla Francia. Ne avrei fatto a meno ma …”
“Hai
fatto benissimo Humprey. Allontanarmi è sempre un problema ma in questo specifico
caso, era davvero necessario.”
“Duca
di Gloucester! Avete addirittura scomodato Lord Bedford! Deduco che la guerra contro
il mio Paese stia andando davvero molto bene se avete avuto la possibilità di
farlo precipitare qui. O forse io sono più importante della guerra stessa?”
La ventunenne Caterina di Valois, figlia di Carlo VI
di Francia, la vedova di re Enrico V d’Inghilterra, fa il suo ingresso nel
salone ostentando un enorme copricapo dal quale pende un lungo velo bianco che
la fa sembrare una donna imponente. È accompagnata da due dame di compagnia,
con un aspetto decisamente più dimesso e gli occhi sempre bassi. Subito dopo di
loro, entra un giovane uomo non molto alto, ma ben piantato, con spalle larghe,
capelli rosso fuoco ed un paio di occhi azzurri decisamente penetranti. L’ex
regina si volta e parlando con le dame dietro di lei, fa un leggero cenno con
la testa indicando la porta.
“Uscite.”
E queste senza tante cerimonie, rivolgono un inchino a
tutti i presenti e se ne vanno. L’uomo dai capelli rossi invece, resta al suo
fianco senza muoversi.
“Lui
è Owen Tudor. O perlomeno io pronuncio così il suo strano cognome gallese. Come
sicuramente sapete, ha servito mio marito in Francia nel 1421. Era al servizio
dell'intendente Walter Hungerford,il barone Hungerford.”
“Lo
sappiamo benissimo chi è vostra grazia, l’abbiamo scelto noi come vostro
guardarobiere personale.”
“Allora
quindi, sapete di poter parlare tranquillamente dinanzi a lui. Non ci sono cose
di me che lui ignora.”
“Vostra
grazia, ho fatto venire qui mio fratello dalla Francia, per discutere con voi
di una situazione alquanto incresciosa che si sta venendo a creare a danno di tutti
noi.”
“A
mio danno dite?”
“Decisamente
a vostro danno signora, in quanto compromette enormemente la vostra
reputazione. Siete la figlia di un re, siete stata la moglie di un re e oggi siete
la madre di un re. La reputazione è un qualcosa che sapete bene di non potervi
permettere di perdere.”
“Dipende
dai punti di vista. Dipende da cosa si va a guadagnare in cambio della perdita
della reputazione.”
“Una
donna non guadagna mai nulla dalla perdita della propria reputazione, e chi vi
fa credere il contrario sta agendo palesemente a vostro danno.”
“L’ultima
volta che ho dato retta ai vostri discorsi lord Gloucester, ossia sulla
preservazione della mia reputazione, mi sono ritrovata prigioniera in questo
castello isolata dal mondo intero, come se avessi ucciso qualcuno o violato
qualche comandamento divino.”
“Ho
promesso di proteggere la vostra dignità e così ho fatto. Non dimenticate che
siete la sorella del nostro più pericoloso nemico, con cui stiamo combattendo
una dolorosissima guerra in terra di Francia. Molti bravi uomini inglesi stanno
morendo per colpa di vostro fratello e altrettante brave donne si stanno
ritrovando vedove e sole esattamente come voi. Siete francese e questo purtroppo
non si può cambiare. Ammetterete che come reggente sareste stata piuttosto
impopolare e questo avrebbe irrimediabilmente danneggiato vostro figlio il re.”
“Quando
sono stata ceduta a re Enrico come un bottino di guerra, nessun brav’uomo
inglese si è tolto il cappello per il dispiacere e nessuna brava donna inglese
mi ha dato il benvenuto in questa terra tanto ostile. Vi ho ceduto la reggenza
e la custodia di mio figlio, mi sono ritirata in questo freddo castello senza
mai ricevere un invito a corte o una sola parola gentile da parte di qualcuno.
E mi parlate ancora del danno che potrebbe subire la mia reputazione?! Adesso?!”
Il duca di Gloucester sta per rispondere, ma a quel
punto lord Bedford sbotta perdendo definitivamente la pazienza. Per quanto riguarda
lui, la conversazione sta procedendo troppo per le lunghe e non ha intenzione
di perdere altro tempo a discutere con l’intrigante vedova francese.
“Basta
fratello ho perso la pazienza! Allora Caterina di Valois, ve lo dico io come
stanno esattamente le cose: Edmund Beaufort il duca di Somerset progetta di
sposarvi e spingervi ad imporvi come reggente per conto di vostro figlio.
Ebbene noi siamo qui per rendervi noto già da ora, che questo non accadrà mai.
Voi non vi sposerete. Non sposerete nessuno senza l’approvazione di vostro
figlio il re, la quale comunque non sarà valida prima che lui abbia compiuto la
maggiore età. Inoltre, chiunque avrà la malaugurata idea di sposarvi, perderà tutto:
titoli, proprietà, terre; ogni cosa. Solo i vostri eventuali figli non verranno
disconosciuti come parenti del re. Ma qualunque uomo oserà avvicinarsi al
vostro talamo, dovrà essere pienamente consapevole che diventerà povero e
completamente isolato dalla corte, nonché un potenziale traditore. Sappiate che
non permetterò a nessuno di sfruttare la vostra debolezza di donna per imporsi
su mio nipote il re. E prima che possiate proferire qualcosa a riguardo,
sappiate che su mio esplicito ordine il Parlamento ha già approvato una serie
di leggi su quanto vi ho appena riferito. I vostri futuri matrimoni sono appena
divenuti una faccenda di stato e come tale verranno trattati.”
“Vorrei
tanto dirvi che sono sconvolta lord Bedford. Ma da voi, non mi aspettavo niente
di meno. Non posso che ulteriormente constatare come siate riuscito a non
smentirvi neppure in questa occasione.”
“Il
cadavere di mio fratello era ancora caldo e voi già vi guardavate attorno. Lo
avete sempre disprezzato così come avete sempre disdegnato tutto quello che vi
ha dato. Ancora oggi osate definirvi un bottino di guerra quando lui vi ha resa
la donna che non potrete mai essere neppure in sogno. Se voi non foste stata la
madre di mio nipote, un bambino che avete ceduto allegramente pur di rendervi
libera al più presto, giuro che avrei trovato il modo di affogarvi. Invece mi
tocca tenervi qui e mantenervi a mie spese, così come posso pure chiaramente
intravedere cosa c’è tra voi e questo miserabile gallese. La vostra natura
francese si manifesta ben oltre la normale veduta di un occhio umano. Non
sarete mai reggente, esattamente come Dio non vi ha permesso di essere la
nostra regina. Resterete qui con il vostro guardarobiere e un giorno spero che
vostro figlio vi darà esattamente il rispetto che meritate. È la promessa che
vi faccio Caterina di Valois e giuro che sarà anche l’ultima.”
Detto questo, il duca di Bedford si avvia sdegnoso
verso l’uscita, seguito a ruota dal fratello Humprey che ancora non sa bene
come attenuare adeguatamente la furia emotiva del fratello; tuttavia mentre i
due sono ormai prossimi alla porta d’uscita, Caterina di Valois si affaccia
dalla cima delle scale, malamente trattenuta da Owen Tudor. La donna ha il
volto congestionato dalla rabbia e con uno sguardo di puro odio trapassa l’ex
cognato cominciando ad urlare:
“Lord Bedford!
Nel nome di Dio Onnipotente, spero che la Pulzella d’Orleans vi porti via
tutto! Spero che vi tolga la Francia, la dignità ma soprattutto l’onore;
quell’onore che non avete mai avuto, ma di cui stupidamente vi siete sempre
vantato. Giovanna d’Arco sarà la donna che spazzerà via la vostra boria, sarà una
donna francese ad annientarvi per sempre. Questa invece è la mia promessa per
voi! E anch’io vi giuro che sarà l’ultima che vi faccio!”
E lo sbattere violentissimo del portone del castello,
pone definitivamente fine alla discussione.
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